La dieta dell’estate
Che cos’è la dieta a digiuno intermittente, quali tipi e come funziona: i benefici e le controindicazioni
Salute - di Rossella Grasso
Con l’arrivo della bella stagione inizia la preoccupazione per la prova costume. E l’ansia per la dieta. Secondo l’European Regional Obesity Report 2022 dell’Organizzazione mondiale della sanità, solo in Europa obesità e sovrappeso interessano il 59% della popolazione adulta, in Italia il 56%. Quest’anno molto chiacchierata è la dieta a digiuno intermittente. Di cosa si tratta? Quali sono i benefici e quali i rischi?
Innanzitutto c’è da sapere che esistono vari tipi e si tratta di schemi ad alimentazione limitata nel tempo e con fasi di digiuno periodico che si alternano. Repubblica spiega quali sono le differenze. Un primo tipo si chiama mima-digiuno. Si tratta di un protocollo alimentare ipocalorico della durata di cinque giorni a prevalenza vegetale, ricco di zuppe, che passa dalle 1.100 calorie del primo giorno alle 800 dei successivi; la dieta 5:2, con cinque giornate di consumo a piacere e due di digiuno, completo o parziale, da 500-650 calorie; il digiuno a giorni alternati, dove si susseguono giorni di digiuno completo o parziale, e giorni di consumo a piacere; e il digiuno prolungato, che invece prevede più di due giorni consecutivi (da tre a dieci) a forte restrizione calorica o a dieta liquida. Poi ci sono le diete chiamate “dinner cancelling” che concede di sedersi a tavola nella prima parte della giornata per poi stare a stomaco vuoto le altre sedici-diciotto ore.
Qual è il senso di un tipo di dieta come queste? Semplicemente dimagrire senza doversi privare di troppe cose costantemente come nelle diete tradizionali, ma solo a intermittenza, appunto. Ma bisogna fare attenzione, come sottolinea a Repubblica Laura Rossi, ricercatrice del Crea Alimenti e Nutrizione, a non esagerare con il cibo nei momenti in cui non si digiuna: “Altrimenti, se si mangia tanto fino a compensare la cena che si salta, non possono essere efficaci perché le calorie che si introducono sono sempre troppo rispetto al fabbisogno”. Sembrerebbe che il digiuno a intermittenza avrebbe effetti benefici sull’organismo in termini di prevenzione. “È grazie allo studio di popolazioni che digiunano per motivi religiosi che noi scienziati abbiamo scoperto come una restrizione calorica saltuaria possa essere protettiva nei confronti di certe patologie”.
Si è studiato infatti che il digiunare avrebbe effetti benefici per la riduzione del rischio metabolico e cardiovascolare, esercitando un effetto benefico anche sul profilo lipidico riducendo il colesterolo totale, i trigliceridi e il colesterolo cattivo. “Tutto ciò che mangiamo viene trasformato in glucosio, il carburante delle nostre cellule. Quando manca il cibo, per un periodo di digiuno variabile dalle 12 alle 24 ore, il glucosio presente nel nostro corpo si riduce drasticamente. Così si attiva la modalità chetogenica, in cui i trigliceridi del tessuto adiposo vengono trasformati in chetoni, che diventano la principale fonte di energia per il cuore, il cervello e i muscoli”, continua Rossi. Si dimagrisce perché il corpo va in deficit di calorie e attinge dalle scorte, cioè dal grasso. “Quei cuscinetti che non ci piacciono, sulle cosce o sulla pancia, sono lì proprio per aiutarci a sopravvivere al digiuno”. Secondo uno studio pubblicato su Nutrients il digiuno intermittente avrebbe effetti benefici anche su patologie come il diabete.
Seguire una dieta di questo tipo può essere dura soprattutto per chi ha uno stile di vita molto attivo ma, secondo i nutrizionisti, soprattutto per chi deve dimagrire per motivi di salute, potrebbe essere più semplice. “Da un punto di vista psicologico sono percepite come meno punitive, perché è più semplice stare a stecchetto intere giornate o saltare singoli pasti, piuttosto che mangiare sempre poco” commenta la nutrizionista Rossi. “Tuttavia, bisogna stare molto attenti a prescriverle a persone fragili o che hanno un rapporto emotivo con il cibo, soprattutto in adolescenza, nel pieno dello sviluppo, perché sono diete potenzialmente pericolose nell’induzione di un disturbo del comportamento alimentare, se questo è latente”. In queste diete è fondamentale il controllo medico perché le restrizioni caloriche o i digiuni possono essere pericolosi se fatti senza criterio scientifico. Questo è particolarmente importante per le persone affette da patologie metaboliche, cardiovascolari o tumorali.