Dopo la cattura di Matteo Messina Denaro e Marco Di Lauro, Giovanni Motisi è diventato il criminale più pericoloso e ricercato d’Italia, uno dei tre inseriti nella lista dei latitanti di massima pericolosità della Direzione centrale della Polizia Criminale. Detto “U’ Pacchiuni”, il grasso, per la stazza, secondo la teoria di qualcuno avrebbe sostituito Messina Denaro come capo di Cosa Nostra. O quanto meno come figura di spicco visto che secondo il Procuratore Capo di Palermo da molti anni la mafia siciliana non ha un unico capo. Dall’arresto di Totò Riina nel 1993, Cosa Nostra, non si sarebbe più riunita.
Nato a Palermo il 1 gennaio 1959, Motisi è ricercato dal 1998 per omicidi, dal 2001 per associazione di tipo mafioso ed altro, dal 2002 per strage ed altro. Deve scontare la pena dell’ergastolo. Il 10 dicembre 1999 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali. È ritenuto il capo del mandamento Pagliarelli attivo nell’omonimo quartiere di Palermo. È stato solo uno degli uomini più vicini a Totò Riina. Esecutore di diversi omicidi, secondo gli investigatori fu uno degli organizzatori dell’omicidio del prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa. L’ultima immagine che si ha di lui risale al 1999, quando partecipò al compleanno della figlia. Da allora non si hanno più sue notizie.
Secondo il pentito Angelo Casano, subentrò al boss Nino Rotolo, costretto ai domiciliari. Ha rimpiazzato lo zio Matteo Motisi come capo dell’omonimo clan. Secondo quanto riportato da Wikipedia, il pentito Calogero Ganci, lo avrebbe indicato come killer di fiducia di Totò Riina. Avrebbe partecipato anche alla riunione di Cosa Nostra in cui si decise di assassinare il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Per gli inquirenti si sarebbe avvicinato all’ala moderata di Cosa nostra guidata da Bernardo Provenzano. Venne condannato all’ergastolo per l’omicidio del commissario Giuseppe Montana, ucciso il 28 luglio 1985. Di lui si sono perse completamente le tracce. Dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro è il criminale più potente e pericoloso in latitanza.