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Fame nel mondo, allarme cibo per 260 milioni di persone: pesano crisi climatica e quella economica per la guerra in Ucraina

Fame nel mondo, allarme cibo per  260 milioni di persone: pesano crisi climatica e quella economica per la guerra in Ucraina

Da una parte gli shock economici, dall’altra le guerre. La somma di questi due eventi, sostiene il rapporto annuale 2023 della Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, fa quasi 260 milioni: sono le persone che soffrono la fame nel mondo, colpito da ‘grave insicurezza alimentare’.

Un numero in aumento secondo l’ultimo Global Report on Food Crises (GRFC). Il rapporto annuale prodotto dal Food Security Information Network (FSIN) e lanciato dal Global Network Against Food Crises (GNAFC): sono passati infatti dal 21,3% del 2021 al 22,7% del 2022 con un aumento dell’1,4%.

Entrando nel dettaglio, il rapporto rileva che sono 58 i Paesi che hanno affrontato lo scorso anno un’insicurezza alimentare acuta a livelli di crisi o peggiori nel 2022, rispetto a 193 milioni di persone in 53 paesi e territori nel 2021: un incremento ulteriore per il quarto anno consecutivo e numero più alto nei sette anni di storia del rapporto. Causa principale sono stati i conflitti armati, superati però in 27 Paesi dagli shock economici, legati alla pandemia di Covid-19 e alle ripercussioni della guerra in Ucraina, che hanno colpito quasi 84 milioni di persone.

I conflitti sono stati il fattore più significativo di insicurezza alimentare acuta in 19 Paesi/territori, coinvolgendo 117 milioni di persone contro i 139 milioni del 2021; gli estremi meteorologici-climatici sono i responsabili della fame in 12 Paesi in cui 56,8 milioni di persone, contro i 23,5 milioni di otto paesi nel 2021. Quindi la questione della guerra in Ucraina: i prezzi alimentari sono scesi dopo il picco della prima metà del 2022, ma il conflitto iniziato il 24 febbraio 2022 con l’invasione delle truppe russe nel Paese continua a incidere indirettamente sulla sicurezza alimentare, in particolare nei Paesi a basso reddito dipendenti dalle importazioni alimentari, la cui fragile resilienza economica era già stata colpita dalla pandemia di Covid.

Questa settima edizione del rapporto globale sulle crisi alimentari è una pungente accusa contro l’incapacità dell’umanità di compiere progressi verso l’Obiettivo di sviluppo sostenibile 2 per porre fine alla fame e raggiungere la sicurezza alimentare e una migliore nutrizione per tutti”, scrive il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres nella prefazione del rapporto. “Più di un quarto di miliardo di persone sta ora affrontando livelli acuti di fame e alcuni sono sull’orlo della fame – precisa Guterres – e questo è inconcepibile“.

Il rapporto evidenzia anche la natura prolungata di molte delle crisi alimentari in corso: le dieci più importanti coinvolgono 163 milioni di persone rappresentando il 63% della popolazione globale totale. Si tratta nel dettaglio di quelle in corso in Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Afghanistan, Nigeria, Yemen, Myanmar, Siria, Sudan, Ucraina e Pakistan. Nei 58 paesi/territori di crisi alimentare analizzati dal rapporto, oltre 35 milioni di bambini sotto i 5 anni hanno sofferto di deperimento.

Un quadro molto preoccupante” per il direttore dell’Ufficio Emergenze e Resilienza della Fao, Rein Paulsen. “Quattro rapporti, per quattro anni consecutivi – sottolinea Paulsen – hanno registrato un peggioramento costante della situazione. Serve un’azione urgente, di scala, e sul tipo corretto di azione da intraprendere per affrontare la situazione“.