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Riscaldamento globale, Exxon sapeva dei rischi per l’ambiente già dagli anni Settanta (ma li nascose)

Riscaldamento globale, Exxon sapeva dei rischi per l’ambiente già dagli anni Settanta (ma li nascose)

ExxonMobil, uno dei giganti del settore petrolifero mondiale, capace di un fatturato nel 2021 di 276 miliardi di dollari, era consapevole da decenni dei danni all’ambiente derivanti dall’uso di combustibili fossili, ma per anni ha consapevolmente taciuto e anzi negato pubblicamente tali correlazioni.

A metterlo nero su bianco è uno studio pubblicato nel gennaio scorso sull’autorevole rivista scientifica Science, condotto da un gruppo di ricerca dell’Università di Harvard e dell’Istituto Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico. Le conclusioni dello studio secondo Geoffrey Supran, che ha guidato i ricercatori, sono state definite la “pistola fumante”, ovvero la prova definitiva che la big corporation statunitense fosse pienamente a conoscenza degli effetti a lungo termine dell’uso dei combustibili fossili, a cominciare proprio dal petrolio e dal carbone suo “core business”.

La ricerca, basata anche su documenti interni della compagnia petrolifera (nata dalla fusione nel 1999 tra Exxon e Mobil), evidenzia che l’azienda avesse a disposizione già negli anni Settanta dei modelli accurati sugli effetti dei combustibili fossili sul clima, effetti che da almeno due decenni sono evidenti a tutti.

Secondo lo studio di Science, gli scienziati di Exxon dal 1977 al 2003 avevano studiato il ruolo dei combustibili fossili sul fenomeno del riscaldamento globale, ben prima dei ricercatori indipendenti, stabilendo anche la quantità massima di CO2 che si sarebbe potuto immettere nell’atmosfera prima di raggiungere livelli di allerta ed escludendo l’arrivo di una nuova era glaciale, salvo poi pubblicamente negare un nesso.

In particolare nei documenti e ricerche analizzati, parliamo di 32 rapporti e 72 pubblicazioni scientifiche interne, Exxon prevedeva un aumento della temperatura media globale di circa 0,2 °C ogni dieci anni come effetto delle emissioni di gas serra riconducibili alla combustione di petrolio e carbone: inoltre si indicava nei primi anni del Duemila la data in cui gli effetti sarebbero stati universalmente riconosciuti e scoperti anche da un pubblico “generalista”.

Praticamente in contemporanea l’azienda diffondeva informazioni in senso opposto, additando come “cattiva scienza” chi osava collegare gli effetti della combustione del suo petrolio sul clima.

Da parta sua l’azienda ha ovviamente smentito le conclusioni poste dallo studio pubblicato sulla rivista Science. “La questione è già stata presentata più volte e in ogni occasione la nostra risposta è la stessa: chi dice che “Exxon sapeva” sostiene conclusioni errate”, ha sottolineato l’azienda petrolifera statunitense.

Non si tratta comunque della prima accusa rivolta al gigante del petrolio. Già nel 2015 un report di InsideClimate News aveva puntato il dito contro l’omertà della ExxonMobil, rea di essere stata avvisata dai propri scienziati dei rischi “potenzialmente catastrofici” dei cambiamenti climatici causati dall’uomo.