Il focus
Sindaco d’Italia, semi-presidenzialismo francese, cancellierato: cosa sono le forme di governo al centro del dibattito
Politica - di Carmine Di Niro
Sindaco d’Italia, cancellierato alla tedesca, semi-presidenzialismo alla francese. Sono le ipotesi in campo per l’auspicata, almeno da parte della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, riforme costituzionali che dovranno modificare profondamente i principali organi dello Stato, dall’elezione di premier e capo dello Stato ai loro rispettivi ruoli e poteri.
Temi tornati d’attualità dopo gli incontri avuti dalla stessa Meloni a Palazzo Chigi con i principali esponenti delle opposizioni martedì 9 maggio, da Giuseppe Conte per il Movimento 5 Stelle a Elly Schlein per il Partito Democratico, da Angelo Bonelli per Sinistra-Verdi a Carlo Calenda in rappresentanza del ‘fu’ Terzo Polo di Azione e Italia Viva.
Incontri piuttosto interlocutori, considerato che di aperture nei confronti della premier ne sono arrivate poche, salvo quella di Calenda, e che nella stessa maggioranza gli animi sono agitati e le idee discordanti.
In ogni caso simili tentativi di riforma, intervenendo sulla Costituzione, dovranno essere approvati per due volte da ciascuna Camera: a quel punto verrebbe quasi sicuramente sottoposta a un referendum per chiamare i cittadini ad esprimersi, dato che al momento pare improbabile che qualsiasi proposta di riforma costituzionale possa ottenere i due terzi della maggioranza in Parlamento, soglia per evitare la consultazione popolare.
Il semi-presidenzialismo alla francese
Il cavallo di battaglia della premier e di Fratelli d’Italia è il sistema semi-presidenzialista “alla francese”, proposto dalla coalizione di destra già durante la scorsa campagna elettorale culminata nella vittoria del 25 settembre 2022. Si tratterebbe, in caso di approvazione, di una riforma epocale: trasformerebbe l’Italia da repubblica parlamentare a un Paese con una forma di governo ‘mista’.
Il potere esecutivo sarebbe spostato dalla figura del presidente del Consiglio a quello del Presidente della Repubblica, che smetterebbe così di essere una figura di garanzia istituzionale come è oggi, votato ed eletto dai parlamentari stessi. Nella proposta di Fratelli d’Italia il nuovo capo dello Stato è eletto dai cittadini: al primo turno delle elezioni se raggiunge la metà più uno dei voti, altrimenti dopo un ballottaggio tra i due candidati più votati.
Come nella vicina Francia, vi sarebbe anche un capo di governo, un Primo ministro nominato dal capo dello Stato. Le funzioni parlamentari resterebbero uguali e il governo continuerebbe ad avere bisogno della fiducia delle due Camere: ma al presidente della Repubblica sarebbe garantito il potere di scioglierle, mentre la riforma introdurrebbe anche la “sfiducia costruttiva”, ovvero lo strumento che permette ad una delle due Camere di votare per far cadere un governo indicando il nome del successivo Primo ministro. Le Camere però non possono sfiduciare il presidente della Repubblica, in quanto eletto dai cittadini.
Come in Francia, il presidente della Repubblica potrebbe dunque trovarsi di fronte ad un premier e una maggioranza diversa da quella che lo ha sostenuto in occasione della sua elezione.
Il sindaco d’Italia
Una proposta per certi versi simili è quella del Terzo Polo ed in particolare del leader di Italia Viva Matteo Renzi. Il senatore di IV l’ha chiamata spesso “sindaco d’Italia” perché si rifà alle modalità di elezione dei sindaci: in sintesi prevede che i cittadini eleggano direttamente il presidente del Consiglio in un sistema a doppio turno, come nelle grandi città, una figura che assumerebbe quindi più poteri. Il premier avrebbe tra le altre cose la possibilità di revocare i ministri, pur rimanendo comunque legato a un rapporto di fiducia con il Parlamento.
Questo sistema permetterebbe di conservare per il presidente della Repubblica il ruolo di garante ed ha come ‘riferimento’ all’estero il sistema elettorale israeliano.
Il cancellierato tedesco
Come si evince dal nome, il modello di riferimento del cancellierato è il sistema politico vigente in Germania. Il capo di governo avrebbe poteri più ampi rispetto a quelli previsti dall’attuale sistema in vigore in Italia: può proporre lo scioglimento del Parlamento e la sfiducia costruttiva prevista anche nel semipresidenzialismo alla francese proposto da Fratelli d’Italia.
Il modello tedesco non prevede alcuna elezione diretta: il “cancelliere” viene nominato dal Presidente dalla Repubblica e deve avere la fiducia del Parlamento.