L’ex speaker democratica della Camera Nancy Pelosi resta “crazy Nancy”, la scrittrice Jean Carroll, che con la sua denuncia ha provocato la sua condanna per aggressione sessuale, giura sui figli di non conoscerla, mentre se ci fosse lui alla Casa Bianca la guerra in Ucraina finirebbe nel giro di 24 ore.
Parola di Donald Trump, l’ex presidente degli Stati Uniti e nuovamente candidato alla presidenza alle prossime elezioni del 2024, protagonista di un vero e proprio show ospite di Kaitlan Collins su Cnn, il network televisivo che per anni il tycoon ha definito come suo nemico.
Il “town hall” andato in onda mercoledì 10 maggio sulla Cnn, coordinato da Collins e girato davanti ad elettori repubblicani ed indipendenti del New Hampshire, ha visto Trump sfoderare il suo classico repertorio. Nonostante i numerosi problemi con la giustizia, ultimo proprio la condanna della Corte di Manhattan a risarcire con 5 milioni di dollari la scrittrice vittima di aggressione sessuale nei camerini di un grande magazzino nel 1996, per poi diffamarla, Trump non ha smesso di puntare sui suoi cavalli di battaglia.
A partire dal mancato riconoscimento della sconfitta elettorale del 2020, tema subito al centro del confronto con Kaitlan Collins. Alla giornalista della Cnn Trump ha ribadito che quella fu “un’elezione truccata”, spingendosi a difendere sostanzialmente i suoi seguaci che il 6 gennaio 2021 assaltarono il Campidoglio. Per l’ex presidente quella folla, aizzata poco prima dallo stesso tycoon, aveva “l’amore nel cuore, era una giornata bellissima”, aggiungendo poi di poter valutare di concedere la grazia a molti dei rivoltosi condannati in caso di un suo ritorno alla Casa Bianca tra un anno.
E a proposito del voto del 2024, Trump si è detto “pronto a riconoscere il risultato delle elezioni del 2024, se saranno corrette”, dunque evocando ancora una volta l’ipotesi di brogli, mai dimostrati quattro anni fa.
Altro tema chiave è stata la guerra in Ucraina. Anche qui il candidato alle primarie del Partito Repubblicano, noto per la sua vicinanza in passato a Vladimir Putin e che non a caso non ha voluto definire “criminale di guerra”, si è tenuto sul vago: ha evitato infatti di chiarire se in caso di vittoria elettorale gli Stati Uniti chiuderanno i rubinetti degli aiuti militari a Kiev, sottolineando però che il Paese ha speso 171 miliardi di dollari e l’Europa solo 20 miliardi. Quindi ha promesso che se tornerà alla Casa Bianca farà in modo che la guerra finisca “in 24 ore”, senza chiarire se con la vittoria di Kiev.
Il “town hall” ha trattato ovviamente anche temi di politica interna, dai diritti civili all’economia passando per l’immigrazione. L’ex presidente su un tema polarizzante come il diritto all’aborto da una parte non ha chiarito se è intenzionato ad approvare un divieto federale in caso di rielezione, ma dall’altra si è detto orgoglioso di aver spostato a destra la Corte Suprema con l’elezione di tre giudici conservatori, con una maggioranza che ha permesso l’abolizione della Roe vs Wade che tutelava appunto l’interruzione di gravidanza.
Quindi sui migranti ha evocato una ondata di ingressi illegali nel Paese con la fine del Title 42, legge approvata durante la sua presidenza (e mai abolita da Joe Biden) che permetteva con la giustificazione della pandemia di Covid-19 di rimandare indietro richiedenti asilo. “Milioni di persone stanno entrando. Vengono rilasciati dalle prigioni, vengono fatti uscire dai manicomi, arrivano in massa nel nostro Paese. E adesso stanno eliminando Title 42 che io ho approvato e che li teneva fuori”, è stato il messaggio del tycoon, rilanciando così su un tema ‘sensibile’ per l’elettorato conservatore.