Il confronto da Nord a Sud
Elezioni comunali, il voto in oltre 700 comuni è un test per Meloni e Schlein: le sfide principali nelle urne
Politica - di Carmine Di Niro
Il secondo banco di prova elettorale dopo il voto del 25 settembre 2022 che ha portato Giorgia Meloni a Palazzo Chigi dopo le Regionali in Friuli Venezia Giulia di aprile.
È l’appuntamento con le urne previsto domenica 14 e lunedì 15 maggio, quando si voterà in 596 comuni italiani: due date chiave per capire la tenuta della destra di governo e della premier Giorgia Meloni, ma anche se la linea tenuta fino ad oggi dalla nuova segreteria Dem Elly Schlein sarà premiata anche a livello locale, dove comunque ad influenzare l’elettorato sono anche e soprattutto dinamiche cittadine.
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Un voto che vedrà coinvolti ben 13 comuni capoluogo di provincia: Brescia, Sondrio, Vicenza, Treviso, Massa, Imperia, Ancona, Pisa, Siena, Terni, Latina, Brindisi, Teramo. Un elenco che vede i primi cittadini uscenti di centrodestra in vantaggio, sono otto, contro i cinque di centrosinistra.
Un secondo round è previsto il 28 e 29 maggio nelle Regioni a statuto speciale, Sicilia e Sardegna, dove si sfiorano i duecento comuni al voto ma i più importanti saranno i capoluoghi Catania, Ragusa, Siracusa e Trapani.
Con le urne aperte dalle 7 di mattina alle 23 domani 14 maggio, e al lunedì fino alle 15, il voto coinvolgerà circa il 10 per cento delle amministrazioni presenti in Italia.
Osservato speciale è ovviamente il Partito Democratico. Per Elly Schlein questo appare come un banco di prova più importante rispetto alle Regionali in Friuli Venezia Giulia, dove a scegliere il candidato Massimo Moretuzzo era stato l’ex segretario Enrico Letta.
Scontato che l’obiettivo di base, quello fondamentale per il Nazareno, sia confermare le cinque città capoluogo governate dal centrosinistra e tentare di riprendersi quelle “rosse” che sono finite nel 2018 in mano alla sinistra: parliamo in questo caso di Siena, Pisa e Massa.
Proprio a Massa il centrodestra non è riuscito a presentarsi compatto, a differenza invece di tutti gli altri capoluoghi al voto. Qualche difficoltà la maggioranza di governo l’ha trovata anche a Siena: qui il sindaco uscente Luigi De Mossi, vicinissimo a Salvini, non ha trovato il sostegno di Fratelli d’Italia e dopo qualche peripezia si è ripiegati sulla candidata comune Nicoletta Fabio. A sfidarla Anna Ferretti del Partito Democratico, ma il campo larghissimo del fronte progressista va in molti casi diviso, come appunto a Siena dove Italia Viva ha un candidato distinto da quello di Azione e il Movimento 5 Stelle correrà da solo.
Conte e Schlein correranno assieme invece a Pisa per sfilare la città al centrodestra e al bis di Michele Conti: qui PD e 5 Stelle appoggeranno il candidato comune Paolo Martinelli per tentare di riconquistare la città passata alla destra nel 2018.
Progressisti che tornano a spaccarsi invece a Vicenza: il sindaco di centrodestra uscente Francesco Rucco potrà contare su una opposizione divisa nell’appoggio a Giacomo Possamai (PD ed ex Terzo Polo) e quello a Edoardo Bortolotto, da parte invece dei pentastellati.
Meloni e soci puntano molto invece nello strappare Brescia e Ancona alla sinistra. Nel capoluogo della Marche si sono spesi in prima persona la stessa premier, oltre a Salvini e Tajani: l’obiettivo è terminare l’esperienza di governo del centrosinistra dopo il doppio mandato di Valeria Mancinelli. Per farlo la destra candidata Daniele Silvetti, mentre dall’altro lato della barricata ci sarà Ida Simonella.
Situazione simile anche a Brescia dove il sindaco uscente Dem Emilio Del Bono, eletto in Regione Lombardia con un record di preferenze, lascia il testimonie alla sua vice Laura Castelletti: il centrodestra schiera invece il leghista Fabio Rolfi.