Il giallo dell'autrice
Chi è Elena Ferrante, il mistero dell’identità della scrittrice de “L’amica geniale” letta in tutto il mondo
Elena Ferrante è il più grande mistero della letteratura e della narrativa italiane contemporanee. L’autrice de L’Amica Geniale è stata oggetto di inchieste, indagini, protagonista di documentari e speciali: perché una degli autori italiani più noti al mondo è anonima. La sua identità è sconosciuta. È stata candidata per tre volte al Premio Strega, è stata inclusa da Time tra le cento persone più influenti al mondo nel 2016. Dai suoi libri sono stati tratti film e serie tv di grande successo.
Di Ferrante si sa che è nata a Napoli, forse nel 1943. È stata sempre pubblicata dalla casa editrice (E/O). Dal suo primo romanzo, L’amore molesto, pubblicato nel 1992, è stato tratto un film diretto dal regista Mario Martone. A quello sono seguiti I giorni dell’abbandono e La figlia oscura. A partire dal 2011 è cominciata la saga de L’Amica Geniale: una quadrilogia che racconta la storia di Lina e Lenù, due amiche nate e cresciute insieme nello stesso Rione di Napoli che attraversano gli stravolgimenti che colpiscono la città e l’Italia nel corso di almeno mezzo secolo. Il primo volume è stato seguito da Storia del nuovo cognome, Storia di chi fugge e di chi resta e Storia della bambina perduta. La saga è diventata anche una fortunata serie tv prodotta dalla Rai.
Il fenomeno Ferrante è esploso proprio con L’Amica Geniale. La scrittrice ha avuto un enorme successo in tutto il mondo, soprattutto negli Stati Uniti. Ferrante è diventata editorialista del Guardian. La vita bugiarda degli adulti è il suo ultimo romanzo, pubblicato nel 2019, anche questo diventato una serie tv uscita su Netflix. Ferrante ha scritto anche il romanzo per bambini La spiaggia di notte e i saggi La frantumaglia – in cui riflette sul suo processo di scrittura lungo vent’anni e dissemina indizi sulla sua vita: lettere all’editore, interviste, corrispondenze con lettori d’eccezione – , L’invenzione occasionale e I margini e il dettato.
Secondo alcuni, e non senza critiche, parte del sua forza e del suo successo internazionale era dovuto proprio al suo anonimato. Già nel 2016 su La Lettura, il supplemento culturale domenicale de Il Corriere della Sera, lo scrittore e dantista Marco Santagata aveva avanzato la sua ipotesi investigativa secondo cui Ferrante è Marcella Marmo, che insegna Storia contemporanea all’Università di Napoli Federico II. Marmo aveva smentito. Superiore ed enorme eco ebbe nel 2016 l’inchiesta di Claudio Gatti de Il Sole24Ore che sosteneva che Ferrante fosse Anita Raja.
Raja è la moglie dello scrittore napoletano Premio Strega Domenico Starnone, traduttrice che spesso ha lavorato per la casa editrice (E/O), figlia del magistrato Renato Raja e dell’insegnante di tedesco ebrea sopravvissuta all’Olocausto Golda Frieda Petzanbaum. Il giornalista si era basato su documenti finanziari e contratti immobiliari. L’inchiesta era stata pubblicata anche sul quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, dal sito di informazione francese Mediapart e dalla New York Review of Books.
Quell’inchiesta fu anche criticata, come un’invasione della privacy di una persona. Durissimo il comunicato di E/O: “Disgusta vedere una grande autrice italiana, amata e celebrata nel nostro paese e nel mondo, trattata alla stregua di un criminale. Di quale reato si è macchiata per giustificare una simile invasione nella sua vita? A quale superiore interesse pubblico risponderebbe l’inchiesta portata avanti dal giornalista Claudio Gatti e pubblicata contemporaneamente in quattro paesi?”.
Ferrante in La Frantumaglia parlava di un desiderio di autoconservazione della sua sfera privata dietro la sua scelta di mantenere l’anonimato. No comment, comunque, da parte di Raja. Un gruppo di professori universitari riunitisi a Padova aveva indicato invece lo stesso Starnone. Si era parlato negli anni anche del critico Goffredo Fofi, del filosofo Marcello Frixione e dei fondatori della casa editrice (E/O) Sandro Ferri e Sandra Ozzola.
“Fate del mio libro ciò che vi pare”, aveva commentato in linea di massima quando lo scrittore Roberto Saviano aveva proposto nel 2015 di candidare un romanzo dell’autrice allo Strega, il più prestigioso riconoscimento letterario in Italia. “Proporre la candidatura dell’Amica geniale al premio Strega è un tuo diritto di lettore e di Amico della domenica. Esercitalo pure, quindi, il libro è stato pubblicato apposta perché chiunque ne faccia l’uso e l’abuso che vuole. Più di venti anni fa un altro mio testo, L’amore molesto fu candidato a quello stesso premio e ci andò senza problemi. Ricordo che vinse Ninfa plebea e ne fui contenta. Non ricordo invece quali libri ebbero più voti, quali andarono a formare la cinquina.
Di certo pochissimi Amici della domenica, che allora mi immaginavo tutti lettori attenti, trovarono L’amore molesto di loro gradimento. Mi rammaricai? Avrei fatto meglio a tenermi stretto il libro? No. Anche se avessi saputo che già allora – e perché no, ben prima di allora, forse da sempre – una porzione cospicua degli Amici della domenica era amica soprattutto delle grandi case editrici“.