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Emilia Romagna sott’acqua, in 34mila senza elettricità: Lugo sommersa e caos sull’A1 per frana, chiuse 250 strade

Emilia Romagna sott’acqua, in 34mila senza elettricità: Lugo sommersa e caos sull’A1 per frana, chiuse 250 strade

Per l’Emilia Romagna è stata un’altra giornata da incubo. E il risveglio al terzo giorno di maltempo è ancora difficile. In alcune zone per tutta la notte è risuonato l’allarme e l’appello alla popolazione a salire ai piani alti. Molti comuni sono completamente sommersi da acqua e fango. Le immagini dall’alto sono impressionanti: una unga distesa d’acqua interrotta dai tetti delle case, da zolle di verde e qualche albero. Uno scenario apocalittico. Dopo le alluvioni che hanno sfigurato città e piccoli comuni si temono smottamenti e frane. E intanto la macchina dei soccorsi continua a lavorare senza sosta per mettere al sicuro i cittadini e trovare i dispersi. Un “nuovo terremoto”. Lo ha definito così il presidente della Regione Stefano Bonaccini, proprio a pochi giorni dall’anniversario del sisma del 2012. E intanto continua l’allerta rossa per piene di fiumi e frane su tutta la Romagna, la pianura bolognese e modenese, le colline montane dell’Emilia centrale e bolognese. Allerta arancione su pianura e costa ferrarese. E scuole ancora chiuse.

Pochi numeri raccontano l’entità della tragedia in Emilia Romagna: il bilancio per il momento è di 13 vittime, ma vi sono ancora migliaia di sfollati. Incerto il numero dei dispersi, anche perché sono ancora in corso molti interventi di verifica, specie in aree dov’è saltata la linea telefonica, dopo le segnalazioni arrivate ai Comuni o direttamente ai soccorritori. Sono 21 i fiumi esondati anche in più punti e 22 i corsi d’acqua che hanno superato il livello 3, massimo allarme. Aumentano a 35 i Comuni con allagamenti tra la Romagna e il bolognese e a 48 quelli con frane, anche importanti, tra Reggio Emilia e Rimini. Registrate punte fino a 70 millimetri di pioggia, con una media di 50 millimetri sulla montagna e collina romagnola e bolognese e 20 millimetri in media nella montagna e collina emiliana centrale (Parma, Reggio e Modena). Praticamente in 36 ore è caduta tutta insieme la pioggia di sei mesi.

A metà mattinata la pioggia ha dato un po’ di tregua ma continua l’allerta per le frane e i fiumi che continuano a straripare. L’allerta è in particolare in provincia di Ravenna dove ci sono paesi come Lugo e Sant’Agata sul Santerno allagati a causa della frattura del Lamone fra Reda e Fossolo che ha fatto tracimare i canali consortili. La viabilità è resa più complicata dalle frane sull’Appennino dove molte strade sono chiuse e ci sono paesi isolati.

Ben 34mila persone in tutta la regione sono senza elettricità, come reso noto dall’Enel.

Una frana sull’A1 a Sasso Marconi ha provocato code di chilometri. Terminate nel primo pomeriggio di giovedì – sulla A1 Milano-Napoli – le attività per la messa in sicurezza di un importante smottamento, dovuto alle forti piogge nel tratto compreso tra Sasso Marconi nord e il bivio con la A1 Direttissima in direzione Firenze: alle 14,30 si registravano 6 km di coda in diminuzione. Sono almeno 250 gli eventi franosi censiti sull’Appennino in questi giorni. E i disagi sulla circolazione non riguardano solo la A1. La strada statale 67 Tosco Romagnola è stata infatti temporaneamente chiusa in entrambe le direzioni a San Godenzo (Firenze) al km 136 a causa di una frana. Lo rende noto l’Anas aggiungendo che il suo personale è intervenuto per “valutare gli interventi necessari per ripristinare la circolazione nel più breve tempo possibile”.

La Regione, con la vicepresidente Irene Priolo, ha fatto il punto questa mattina all’incontro nella sede della protezione civile a Bologna con il ministro Pichetto Fratin. I comuni coinvolti dall’ondata di maltempo sono saliti da 23 a 42. A Lugo, Cervinara, Ravenna, Medicina e Molinella si sta lavorando per riportare le persone nelle case. Sono oltre 10mila gli sfollati, 2.600 nei palazzetti. Si registrano smottamenti continui che rendono difficile la viabilità: sono 250 le strade chiuse. Le piogge annunciate nei prossimi giorni preoccupano molto per la tenuta del territorio.

Impegnati nelle operazioni di salvataggio circa 700 vigili del fuoco, mobilitato il Battaglione San Marco. È finita sott’acqua Faenza, una parte di Cesena e di Forlì e molti altri grandi centri abitati. In alcune zone, in pochi minuti l’acqua è salita, raggiungendo anche i primi piani delle case. Sommersi alcuni quartieri di Bologna. Stato d’emergenza anche a Rimini. Fermi i treni. Chiuse alcune strade e riaperte altre. stato possibile riaprire il tratto compreso tra Rimini Nord e Cesena Nord in direzione Bologna e il tratto compreso tra Forlì e Cesena Nord in direzione Ancona. Lo comunica Autostrade per l’Italia. Restano invece chiusi al traffico i tratti autostradali della A14 Bologna – Taranto tra il bivio con la diramazione di Ravenna e Forlì in direzione Ancona oltre a quello tra Cesena Nord e Faenza in direzione Bologna. Resta sulla A14, in direzione nord per i veicoli con massa complessiva superiore 7,5 tonnellate, l’uscita obbligatoria ad Ancona Nord, per poi proseguire lungo la strada statale 76 in direzione Fabriano/Perugia

Durante la notte il Comune di Ravenna ha chiesto ai residenti di alcune zone di salire ai piani alti a causa di nuovi allagamenti. Nella notte situazione ancora drammatica a Ravenna. Il Comune ha lanciato un messaggio tramite i canali social agli abitanti della frazione di Villanova: “Si raccomanda di salire ai piani alti, si stanno registrando innalzamenti dei livelli dell’acqua che stanno generando allagamenti delle aree circostanti”. Il sindaco di Forlì nella notte avverte i cittadini: “In tantissimi ci segnalate la mancanza di energia elettrica in numerose vie e aree della città. Siamo costantemente in contatto con il gestore per accelerare il ripristino di contatori e quadri elettrici. Stiamo facendo il massimo ma non dipende tutto da noi”, spiega Gian Luca Zattini. Intere zone della Romagna sono ancora isolate con black ut elettrici e difficoltà anche nelle comunicazioni per l’interruzione delle linee telefoniche.

“Martedì sarà dichiarato lo stato di calamità perché è evidente che ci vuole un atto normativo per farlo e si risponderà ai primi interventi con il blocco dei mutui e delle riscossioni tributarie, tutti interventi che necessitano di un provvedimento per decreto. Nel contempo c’è uno strettissimo rapporto con le autorità locali con la Regione prima di tutto e tra oggi e domani e si cercherà di capire lo stato della gravità dell’emergenza e i primi interventi e poi le valutazioni complessive”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervenuto a Radio Anch’io.