Temperature un grado e mezzo superiore alla media può sembrare cosa da poco, quasi impercettibile. Invece potrebbe cambiare di molto le cose, condizionando la vita della Terra. Non è un caso se limite di 1,5 °C era stato fissato come obiettivo più ottimista dall’Accordo sul clima di Parigi del 2015, il più importante trattato internazionale degli ultimi anni per contrastare il riscaldamento globale. Secondo il rapporto di Wmo, l’Organizzazione meteorologica mondiale, pubblicato appena ieri, esiste il 66% di possibilità di superare entro il 2027 la soglia di+ 1,5 gradi centigradi. “Il Pianeta sperimenterà nei prossimi cinque anni temperature mai raggiunte prima. E tutto questo condizionerà la vita del Pianeta e manderà il mondo in territori inesplorati. Soltanto dopo i cinque anni si dovrebbe tornare ad una situazione accettabile”, si legge nella nota degli scienziati del Wmo apparsa su The Guardian. Tutto questo renderebbe vani anche gli accordi di Parigi che non riteneva possibile il superamento di questa soglia in 5 anni.
Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa del clima, l’innalzamento delle temperature è dovuta a comportamenti e attività dell’uomo. Il rischio è che il surriscaldamento dia il via a una serie di fenomeni catastrofici che difficilmente l’uomo può fronteggiare. Un esempio è l’arrivo di “El Nino”. Si tratta di un fenomeno meteorologico che si sviluppa nel Pacifico e che genera ondate di calore in tutto il mondo. Il fenomeno è già stato sperimentato, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, ma in forma più mite, “La Nina”, appunto, che negli ultimi 3 anni avrebbe fatto registrare le temperature sopra la media. Il Pianeta potrebbe presto conoscere “El Nino”che nei prossimi 5 anni potrebbe portare le stagioni più calde mai registrate.
“E’ perfettamente inutile girarci attorno: nei prossimi mesi El Niño dovrebbe agire con tutta la sua forza, si riscalderà in maniera spropositata e in combinazione con il cambiamento climatico subiremo delle temperature mai registrate prima. Con conseguenze serissime per la salute dell’uomo, la sicurezza alimentare e l’ambiente”, ha detto Petteri Taalas, segretario dell’agenzia meteorologica dell’Onu. Per il segretario “dobbiamo farci trovare pronti”, consapevole che l’Artico si sta surriscaldando e che le precipitazioni potrebbero scarseggiare in Indonesia, America Centrale e Australia. E le piogge scarseggeranno anche in Amazzonia, dove gli scienziati temono da tempo che si possa trasformare da foresta pluviale a savana.
Precipitazioni al di sopra della media, secondo il report, invece, ci saranno nel Nord Europa, in Alaska e nella Siberia settentrionale. La temperatura nei prossimi 5 anni oscillerà annualmente, tra 1,1 e 1,8 gradi centigradi, al di sopra quindi della media delle temperature dell’era preindustriale, ovvero dal 1850 alle soglie del Novecento. Quando nel 2015 furono siglati gli accordi di Parigi, la possibilità che si sarebbero superati i 1,5 gradi era ritenuta impossibile. E questo fa capire quanto il Pianeta sia lontano dal traguardo di ridurre del 43 per cento le emissioni gas serra in questo decennio.