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Renzi e Calenda pronti alla guerra: esclusa l’alleanza alle Europee, Italia Viva verso il gruppo autonomo al Senato (con Azione nel Misto)

Renzi e Calenda pronti alla guerra: esclusa l’alleanza alle Europee, Italia Viva verso il gruppo autonomo al Senato (con Azione nel Misto)

I rapporti sono ormai ai minimi termini e il divorzio anche nei gruppi parlamentari tra le due “truppe” è ad un passo. Parliamo di Matteo Renzi e Carlo Calenda, i due leader di Italia Viva e Azione e un tempo alleati nel progetto del Terzo Polo e soprattutto del partito unico riformista.

Un progetto ormai naufragato tra reciproche accuse al veleno tra i due ex alleati: la pietra tombale l’ha posta il numero uno di Azione intervenendo a Di Martedì su La7, dove ha escluso ogni possibilità di andare assieme ad Italia Viva alle elezioni Europee previste tra il 6 e il 9 giugno del prossimo anno.

Mentre ero in giro per la campagna elettorale anche per quelli di Italia Viva, è andato da una parlamentare di Azione e l’ha convinta a passare con lui: uno fa una cosa del genere e poi ti chiede di andare insieme alla Europee? Ho già dato e mi sono sbagliato io a fidarmi, perché Renzi ha fatto Renzi“, le parole al vetriolo di Calenda, scottato dallo “scippo” da parte di Italia Viva della deputata Naike Gruppioni e dell’ormai ex coordinatrice di Azione e consigliera regionale in Emilia Romagna Giulia Pigoni, anche lei trasferitasi tra i renziani.

L’ex premier non aveva chiuso a Calenda: dall’hotel Bernini, dove martedì aveva presentato alla stampa gli ingressi delle due ex ‘azioniste’, aveva sottolineato di voler “riprendere il discorso con Calenda ma intanto noi andiamo avanti sul Terzo Polo”.

Di fronte però alla chiusura arrivata dall’ex ministro ed eurodeputato, da Italia Viva è arrivata una risposta immediata. Renzi e compagnia sono pronti a far sloggiare Calenda e i suoi senatori al gruppo Misto di Palazzo Madama: la capogruppo al Senato Raffaella Paita, racconta Repubblica, ha convocato per sabato gli eletti del gruppo di IV-Azione per un chiarimento politico sulle parole di Calenda.

Cari amici, alla luce delle dichiarazioni di Carlo durante la trasmissione di Floris su La7, penso che sia doveroso incontrarci per una valutazione franca e trasparente di noi sulla situazione politica“, scrive Paita nella convocazione. L’obiettivo è chiaro: costringere Calenda a rimangiarsi le parole sulle elezioni Europee o, senza “abiura”, creare un gruppo autonomo dei renziani grazie ai cinque eletti di Palazzo Madama, a cui si è aggiunto nelle scorse settimane l’ormai ex Pd Enrico Borghi.

Calenda così si ritroverebbe a condividere il gruppo al Senato con AVS, l’Alleanza Verdi-Sinistra di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli: un partito su posizioni agli antipodi. Ma i problemi non finirebbero qui: l’iscrizione al gruppo Misto ridurrebbe anche le possibilità di intervento in Aula, così come i soldi.

Convocazione però saltata e rinviata a lunedì, con Calenda che aveva fatto sapere a stretto giro che gli esponenti di Azione non avrebbe partecipato alla riunione di sabato. “I nostri parlamentari emiliani sabato saranno in Emilia Romagna“, le motivazioni di Calenda, che poi è tornato ad attaccare gli (ex?) alleati. “Italia Viva ha confermato la riunione dei senatori, io ho detto che non potrò partecipare. Ho proposto di fare la riunione martedì ma mi hanno detto di no: se la faranno tra di loro e ci manderanno un comunicato“, l’accusa, che ha spinto Paita a rinviare l’incontro alle 21 di lunedì, con possibilità di collegamento da remoto.

La verità è che questo modo di fare è inspiegabile. Va nei talk a insultare Renzi ma non accetta che se ne parli in riunione di gruppo. Per evitare problemi, tuttavia, ho deciso di rinviare la riunione di gruppo da sabato a lunedì“, la replica al vetriolo della fedelissima renziana Paita.

Alla Camera la ‘vendetta’ renziana è più complicata: Italia Viva al momento non ha i numeri per formare un gruppo autonomo a Montecitorio. Ma anche qui c’è la possibilità di spaccare il fronte non più tanto comune: il deputato renziano Mauro Del Barba ha chiesto al capogruppo Matteo Richetti, esponente di spicco di Azione, di convocare il gruppo per un chiarimento politico. Se Richetti confermerà le intenzioni di Calenda di andare separati al voto europeo, IV proporrà di nominare un nuovo capogruppo: il nome su cui punta forte Renzi è quello dell’ex ministra Mara Carfagna, puntando così a spaccare Azione.

Una guerra totale confermata dalle parole velenosissime di Renzi ospite a SkyTg24 dove, parlando delle ultime uscite di Calenda, ha definito il tutto “non una questione morale ma umorale”. Per l’ex premier infatti “c’è una Calenda uno e un Calenda due. Sono cinque anni che mi sento attaccato con toni giustizialisti e grillini. Io pago le tasse, non mi vergogno di farlo né di essere stato oggetto di tante indagini. Che Calenda usi gli stessi argomenti dei grillini un po’ di mi dispiace”.

Quanto all’annosa questione delle Europee e della lista comune, per Renzi “se vogliamo vivere un percorso insieme ma continuano gli attacchi, non si sta insieme. Se pensa che sia un mostro, amici come prima, ma vorrei che parlassimo di politica e di misure”.