La guerra ricomincia da Hiroshima. Nessuna via per il negoziato, si continua a combattere. L’unica diplomazia praticata è quella delle armi. La politica è bandita, e anche i documenti ufficiali sono militarizzati. Se svolta c’è stata a Hiroshima, è in chiave riarmista.
Joe Biden ha informato ieri i leader del G7 che gli Usa sosterranno uno sforzo congiunto con alleati e partner per addestrare i piloti ucraini su velivoli di quarta generazione, compresi gli F-16: lo ha detto alla Cnn un alto dirigente dell’amministrazione, precisando che la formazione non dovrebbe svolgersi negli Stati Uniti e probabilmente avverrà interamente in Europa. Ma il personale americano parteciperà all’addestramento insieme ad alleati e partner in Europa. Si prevede che ci vorranno diversi mesi per il completamento. A Hiroshima passa, ancora una volta, la linea della Casa Bianca, concordata con Vlodymyr Zelensky. Gli altri 6 sono stati “informati” a cose decise. Nessuna apertura sostanziale ai tentativi diplomatici del Papa e di Xi Jinping. Avanti anche sulla linea sanzionatoria. Ma resta un problema politico irrisolto: come convincere i Paesi terzi a non favorire la Russia. Problema non da poco visto che tra i “terzi” vi sono potenze di primissimo piano come Cina, India, Brasile e l’elenco potrebbe durare a lungo.
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Il G7 esorta la Russia a porre fine «alla sua aggressione in corso e a ritirare immediatamente, completamente e incondizionatamente le sue truppe e il suo equipaggiamento militare dall’intero territorio dell’Ucraina». L’aggressione della Russia contro l’Ucraina, si legge in una nota dei leader del Sette Grandi riuniti a Hiroshima, «costituisce una violazione del diritto internazionale, in particolare della Carta dell’Onu». Mentre, «una pace giusta non può essere realizzata senza il ritiro completo e incondizionato di truppe e attrezzature militari russe». Condanna, inoltre, «per la retorica nucleare irresponsabile della Russia».
Il G7 ha anche concordato nuove sanzioni per «fiaccare la macchina da guerra della Russia». Al fine di ridurre le entrate della Russia, è finito nel mirino l’export di diamanti: a tale scopo «continueremo a lavorare a stretto contatto per limitare il commercio e l’uso di diamanti estratti, lavorati o prodotti in Russia, impegnandoci con partner chiave al fine di garantire l’efficacia dell’attuazione di misure restrittive coordinate, anche attraverso tecnologie di tracciamento». La promessa dei leader del G7 è di impedire che la Russia possa prendere la tecnologia, le attrezzature industriali e i servizi dell’Occidente «che supportano la sua macchina da guerra. Continueremo a proteggere i prodotti agricoli, medici e umanitari dalle nostre misure restrittive e faremo ogni sforzo per evitare potenziali ripercussioni su Paesi terzi». La nota parla anche della stretta sull’elusione contro le sanzioni, puntando sul coordinamento per migliorare l’efficacia delle misure restrittive. Mentre, altro punto importante, è «l’invito a terze parti a cessare immediatamente di fornire supporto materiale all’aggressione della Russia», oltre alla prevenzione e alla risposta a terzi «che forniscono armi» alle truppe di Mosca. Più sforzi, inoltre, saranno profusi per evitare l’accesso della Federazione russa al sistema finanziario internazionale, bloccando la fuga di greggio e prodotti petroliferi raffinati, tracciandone la loro origine. «Continueremo anche gli sforzi per ridurre le entrate della Russia dai metalli. Inoltre, rimaniamo impegnati a sostenere i massimali di prezzo sul petrolio russo e sui prodotti petroliferi e intensificheremo i nostri sforzi per contrastare l’evasione di questi massimali, evitando al contempo effetti di ricaduta e mantenendo l’approvvigionamento energetico globale». Nessuna impunità «per i crimini di guerra e altre atrocità, come gli attacchi della Russia contro i civili e le infrastrutture civili critiche» hanno rimarcato i leader G7, promettendo sostegno ai Paesi più vulnerabili.
«Putin e i suoi sostenitori devono, e pagheranno, il prezzo dell’invasione illegale dell’Ucraina. Ecco perché attraverso le nuove sanzioni di oggi stiamo aumentando la pressione economica su Putin, rendendogli più difficile condurre la sua guerra illegale e infliggere indicibili sofferenze a innocenti ucraini». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico James Cleverly, come riporta il sito del governo. «Continueremo ad aumentare questa pressione e a reprimere le forme di elusione finché l’Ucraina non prevarrà e la pace sarà assicurata. Il nostro sostegno a Kiev è risoluto e rimarrà tale finché sarà necessario», ha detto.
Immediato il commento del presidente russo Vladimir Putin: nonostante le sanzioni e la «concorrenza sleale» dell’Occidente, ha detto, la Russia rimane uno dei leader del mercato delle armi e di equipaggiamento militare nel mondo. Il mercato mondiale dei diamanti «è fluido e ricco di destinazioni alternative», ha affermato a sua volta il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov dopo le dichiarazioni del G7, della Ue e della Gran Bretagna di volere introdurre sanzioni sul commercio dei diamanti estratti in Russia. «Se gli acquisti si fermano in un posto, cominciano in un altro» ha aggiunto Peskov, citato dall’agenzia Interfax.
Al vertice del G7 parteciperà di persona anche il presidente ucraino Zelensky, come ha confermato il Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa ucraino. Si tratta della prima visita del capo di Stato in Asia dall’inizio dell’invasione russa. «Chi avrebbe dubitato che il nostro presidente non sarebbe stato presente al vertice del G7 a Hiroshima, eravamo sicuri che il nostro presidente sarebbe stato presente, ovunque il Paese ne avesse bisogno, in qualsiasi parte del mondo, per risolvere i problemi di sostenibilità del nostro Paese», ha detto il segretario del Consiglio alla tv ucraina. A Hiroshima «saranno adottate misure molto importanti e quindi la presenza fisica di Zelensky è assolutamente importante per difendere gli interessi del Paese».
In questo scenario di guerra s’innesta il “giallo” della nube radioattiva. Si sta dirigendo verso l’Europa una «nube radioattiva» provocata dalla “distruzione” delle munizioni con uranio impoverito fornite dall’Occidente all’Ucraina. Lo ha sottolineato il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev, durante una riunione a Syktyvkar. Nel suo intervento, riporta l’agenzia Ria Novosti, Patrushev ha richiamato l’attenzione sul fatto che la presunta nube radioattiva sia diretta verso l’Europa occidentale. «E un aumento delle radiazioni è già stato registrato in Polonia», ha assicurato Patrushev. «Non abbiamo ricevuto alcuna notifica di emergenza radioattiva», ha affermato dal canto suo l’agenzia polacca per l’energia atomica in una nota sul suo sito web. Riferendo di essere «in costante contatto con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica e l’Autorità di regolamentazione nucleare ucraina», l’agenzia polacca ha accusato le autorità russe di «disinformazione sul rischio radiazioni», spiegando che «la situazione nel Paese è normale». Smentisce anche Kiev. Ma lo spettro nucleare è ormai parte di un conflitto che non conosce fine.