Il processo sportivo

Caso Juventus, per le plusvalenze chiesti 11 punti di penalizzazione: a rischio la qualificazione in Europa

Sport - di Redazione - 22 Maggio 2023

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Caso Juventus, per le plusvalenze chiesti 11 punti di penalizzazione: a rischio la qualificazione in Europa

Milioni di tifosi bianconeri, e non solo, in trepidante attesa. Il mondo del calcio aspetta la decisione che verrà presa in serata dalla Corte federale d’appello chiamata a ridisegnare ancora una volta la classifica della Serie A di calcio: il motivo è sempre lo stesso, il caso plusvalenze che vede coinvolta la Juventus.

Il capo della Procura federale Giuseppe Chinè ha chiesto per la società della famiglia Agnelli-Elkann 11 punti di penalizzazione, due punti in più rispetto alla richiesta avanzata il 20 gennaio scorso nel primo processo, poi diventati 15 con la sentenza della Corte rinviata però dalla decisione del Collegio di garanzia del Coni.

Quest’ultimo aveva da una parte confermato in toto la sentenza per quanto riguarda i dirigenti apicali del club, Andrea Agnelli, Maurizio Arrivabene, Fabio Paratici e Federico Cherubini, confermando inoltre la mancata lealtà sportiva, dall’altra aveva chiesto di valutare nuovamente il ruolo dei dirigenti minori e di considerare il loro impatto nel computo della penalizzazione.

Chinè ha chiesto, oltre agli 11 punti di penalizzazione, l’inibizione di 8 mesi per i dirigenti minori senza potere di firma, ovvero Pavel Nedved, Paolo Garimberti, Assia Grazioli – Venier, Caitlin Mary Hughes, Daniela Marilungo, Francesco Roncaglio.

Il -11 in classifica farebbe precipitare la Juventus dal secondo posto a quota 69 punti ad un settimo posto a 58 punti (ma col match contro Empoli da disputare stasera): il club bianconero sarebbe così fuori da qualsiasi piazzamento utile per la qualificazione alle coppe europee. Chinè nella determinazione della nuova pena ha applicato il concetto di afflittività: la pena deve essere concretamente penalizzante per il club, in questo con la perdita della qualificazione a Champions League, Europa League o Conference League.

La Juventus potrebbe ovviamente puntare alla qualificazione ad una delle coppe europee con un filotto di vittorie nelle ultime tre partite della stagione di Serie A, ma su questa strada c’è il rischio di uno “stop” imposto dalla Uefa, con cui i rapporti sono già ai minimi termini per la questione della Superlega, la “Champions League” privata di cui i bianconeri sono stati grandi promotori. La Uefa ha già avviato un procedimento autonomo per violazione del fairplay finanziario e comportamenti antisportivi: potrebbe decidere in maniera autonoma per una squalifica del club da tutte le sue competizioni.

Sul cammino della Juventus c’è poi un secondo processo sportivo da celebrare, quello derivante dal filone d’indagine sulla cosiddetta manovra stipendi, gli accordi privati tra club e calciatori sottoscritti durante la pandemia Covid in base ai quali i giocatori recuperavano le mensilità di stipendio “rinunciate”, non iscritti a bilancio né depositati in Lega e Federcalcio, per posporre negli esercizi successivi i costi correlati agli importi rinunciati dai calciatori, violando così il principio contabile di competenza economica.

Su questo punto venerdì 19 maggio erano arrivati i deferimenti per i dirigenti apicali del club: alla Juventus viene contestata la responsabilità diretta e oggettiva (articolo 6) per i comportamenti dei propri dirigenti deferiti per violazione dell’articolo 4.1, e dunque della lealtà sportiva.

 

di: Redazione - 22 Maggio 2023

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