La fake news virale
Diga di Ridracoli e tracimazione: il complottismo anche sull’alluvione in Emilia Romagna
Curiosità - di Rossella Grasso
“Qualcuno ha causato l’alluvione in Emilia Romagna aprendo le paratie della diga di Ridracoli”. E’ questa la falsa teoria a cui gruppi di complottisti hanno dato credito. Circola sui social da giorni e continua a essere incessantemente rilanciata anche su quei gruppi dove convergono le richieste di aiuto e gli appelli legati all’emergenza. Sotto accusa è finita la diga di Ridracoli, vicino Forlì, che avrebbe provocato l’allagamento. Non solo, per i complottisti, non si tratterebbe di un fatto accidentale ma di una precisa volontà di qualcuno. Ovviamente è tutto falso anche se sono in tanti ad averci creduto. Romagna Acque, l’autorità che gestisce la diga di Ridracoli, ha annunciato che intende denunciare e chiedere l’identificazione di chi ha messo in giro questa voce falsa: “Abbiamo il dovere di tutelare il nome della società e non possiamo accettare né le calunnie né la diffamazione”, spiega Tonino Bernabè, presidente di Romagna Acque.
La fake nesw sulla diga di Ridracoli
Sui social circolano video con voci allarmate, foto e didascalie fuorvianti che suggeriscono che a causare l’alluvione in Emilia Romagna ci sia stata un precisa volontà di qualcuno che prima voleva avvalorare la tesi della siccità e per questo motivo avrebbe chiuso la diga di Ridracoli che poi sarebbe disastrosamente straripata perché troppo colma. C’è anche chi sostiene che in Emilia negli ultimi giorni non ha piovuto talmente tanto da giustificare che i fiumi vicini a Forlì, Cesena e Ravenna si siano ingrossati esondando. “Non si è trattato di una calamità naturale”, asseriscono. Ma è tutto falso.
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Cosa c’entra la diga di Ridracoli
Innanzitutto non è possibile far tracimare una diga, un sistema che fa straripare la diga o un ‘pulsante’ che qualcuno di proposito può attivare per far cadere l’acqua. Si tratta invece di un evento naturale, o meglio fisico. Praticamente è lo stesso fenomeno che avviene quando si riempie il lavandino e l’acqua inizia a scendere giù per il buco di scolo scavato nella ceramica sotto l’orlo per non allagare il bagno. Stessa cosa avviene alla diga di Ridracoli: otto fori consentono all’acqua di scivolare giù se l’acqua nel bacino è troppa, restituendo risorse idriche all’ambiente. L’operazione avviene in modo controllato in modo da evitare danni.
“Una cascata di 103 metri che si getta sul Bidente con la neve intorno: è uno spettacolo meraviglioso quello che regala la Diga di Ridracoli dopo le ultime abbondanti precipitazioni di inizio febbraio – si legge sul sito della Romagna Acque, ente gestore della diga che in un articolo del 2018 spiegava il fenomeno – L’invaso, dopo il clima secco dell’estate, si è riempito a poco a poco, in base ai ritmi stagionali con le piogge dell’autunno e le nevicate in quota. Proprio la prima abbondante perturbazione di febbraio ha portato il livello dell’invaso a oltre 557,30 metri (pari a un volume di circa 33 milioni e 150 mila metri cubi), generando il fenomeno della tracimazione. Si tratta di un evento felice, perché garantisce un apporto di risorsa idrica abbondante in vista dei mesi primaverili”. Dunque un evento non solo felice ma anche naturale. Un processo tuttavia controllato e che non ‘entra nulla con le teorie del complotto che circolano sui social. La tracimazione è un fenomeno trasparente, tanto che il sito della diga ne segnala prontamente le azioni come le tracimazioni o la capienza.
“Senza la diga il disastro sarebbe stato ancora più terribile, molto più di quanto possiamo immaginare”, ha sottolineato Bernabè a SkyTg24. La diga infatti garantisce l’acqua potabile a un milione di persone e rispondere alle esigenze delle province di Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini e Repubblica di San Marino, grazie alla sua capacità di oltre 33 milioni di metri cubi e non può nulla contro o per gli eventi atmosferici gravi. La diga fu costruita per attenuare i colmi di piena dei fiumi a valle rallentando la discesa di acqua e rendendo più gestibile a valle il flusso.