L'eurodeputata Palop
Cos’è Sumar, la nuova piattaforma della sinistra spagnola: “Tutti insieme tranne Podemos”
News - di Massimiliano Smeriglio
C’è una novità nella sinistra in Spagna dove a dicembre si vota per le politiche. Si chiama Sumar (che vuol dire sommare, aggiungere). Ne sarà alla guida Yolanda Diaz, ministra del lavoro del governo presieduto dal Sánchez. I sondaggi dicono che Sumar si attesta tra il 10 e il 15% dei consensi. Ne parliamo con Maria Eugenia Rodriguez Palop, eurodeputata, docente universitaria, femminista ed ecologista, tra le fondatrici del nuovo movimento.
Cosa è Sumar? Come sta andando la fase costituente?
“Sumar è una piattaforma in cui stanno convergendo i partiti e i movimenti della sinistra spagnola. In questo momento, tutti hanno mostrato la loro volontà di integrarsi in Sumar con l’eccezione di Podemos che ha proposto di confederarsi attraverso una coalizione. I negoziati sono attualmente fermi perché è in corso la campagna elettorale per le elezioni regionali e comunali (28 maggio 2023), riprenderanno immediatamente dopo, in vista delle elezioni politiche di dicembre. Sumar si presenterà alle politiche sotto la guida di Yolanda Díaz, ministra del lavoro, vicepresidente del governo e, ad oggi, la leader più apprezzata nel nostro Paese”.
È una confederazione di movimenti, di partiti nazionali regionali e locali? È un movimento municipalista?
Sumar non è un movimento municipalista ma include formazioni di origine municipalista come “Barcelona en Comú” della sindaca Ada Colau. Non è nemmeno una confederazione, una confluenza o una coalizione. In questo momento è una piattaforma a disposizione dei cittadini la cui definizione organizzativa ed elettorale è ancora da definire. Ciò che è chiaro è che questa definizione dovrà essere il prodotto di un accordo multilaterale tra le sue parti in cui, essendo sensibile al peso specifico e all’identità di ciascuna, non si perda di vista la confederalità, la solidarietà, né il senso di responsabilità.
Quali sono le battaglie e i temi che porterete nella prossima campagna elettorale?
Sumar sta approfondendo il suo programma elettorale. Abbiamo 35 gruppi di lavoro che hanno lavorato per mesi su vari assi tematici. Di questi gruppi hanno fatto parte più di 1000 volontari di diverse provenienze geografiche, sensibilità e ideologie politiche. Ha funzionato in totale libertà e secondo il principio dell’autogestione. Il programma si rivolge molto in particolare alle condizioni di lavoro e ai diritti dei lavoratori, incorporando sempre la prospettiva di genere e l’elemento generazionale. I contenuti femministi, in linea con il femminismo degli ultimi anni, sono di enorme rilevanza. E, naturalmente, tutto ciò che ha a che fare con la transizione ecologica, la sovranità energetica e alimentare. Il pilastro sociale del programma ha un peso molto importante: diritto all’alloggio, salute e istruzione, forti politiche sociali e un modello economico in linea con il principio della redistribuzione della ricchezza, cioè con misure fiscali ridistributive.
Cosa pensa del governo Sánchez?
Beh, non è il “governo di Sánchez”, è un governo di coalizione che ha significato una svolta di 180 gradi nella politica spagnola degli ultimi tempi. Ed è importante tenerne conto perché è stata una parte di quel governo a svolgere il ruolo di contrappeso e motore delle misure più progressiste che sono state adottate. C’è stata un’enorme produzione legislativa e sono stati fatti passi molto importanti in relazione ai servizi pubblici, ai diritti sociali, ai diritti delle donne, alla politica della memoria e alla politica energetica. Un programma di governo progressista che ha rappresentato un muro di contenimento contro la crescita dell’estrema destra che nel nostro Paese è ancora proto franchista. Sono stati fatti progressi importanti nella società nonostante i partiti e i media di destra si siano barricati nel rifiuto, senza proposte reali o realistiche, esercitando un’opposizione distruttiva e atroce. In altre parole, nonostante questo contesto politico veramente tossico, sono andate avanti misure molto intelligenti. Il dialogo sociale è stato potenziato nell’attuazione degli Erte (dossier per il disciplinamento dell’occupazione temporanea) e nella riforma del lavoro ed è stata approvata la legge sui rider che ci ha messo in prima linea nella regolamentazione e stabilizzazione del lavoro in relazione all’economia delle piattaforme. Oggi la Spagna è un esempio europeo nella gestione di Next generation e per riforma delle pensioni. Ci sono ovviamente tante cose da migliorare e su cui lavorare come la politica estera soprattutto sul piano commerciale e di difesa, la gestione dei flussi migratori e ad un’eccessiva vicinanza al potere economico delle grandi multinazionali. Chiaramente, essendo un governo di coalizione, ci sono cose che generano disaccordo e che devono, dal nostro punto di vista, essere migliorate. C’è stata una riforma del lavoro molto favorevole ai lavoratori e che inverte completamente la direzione tradizionale delle riforme nel nostro Paese. Abbiamo fermato lo sviluppo del lavoro temporaneo. Abbiamo approvato dei decreti sulla trasparenza salariale per combattere il divario salariale di genere, applicabili alle aziende con cinquanta e più lavoratori, con i piani di uguaglianza, novità legislativa assoluta in tutta Europa. Il salario minimo è stato aumentato. E, la legge sui rider, che si cerca ora di imitare nella direttiva europea sull’economia delle piattaforme, ha imposto la presunzione di lavoro subordinato e quindi il riconoscimento dei diritti per coloro che prima erano totalmente non protetti. Ora si sta lavorando anche su uno statuto del borsista.
Dopo le politiche in Spagna ci saranno le elezioni europee, che ruolo avrà Sumar in relazione ai movimenti della sinistra ambientalista e femminista europea? Quale Europa hai in mente? Come possiamo battere la destra?
Dobbiamo continuare con molte delle iniziative su cui abbiamo lavorato e che prefigurano un’Europa sociale, verde e femminista. La destra si può battere con l’articolazione di proposte sulla coesione sociale, rafforzando i nostri legami, guardando al futuro con gioia e speranza, e resistendo al discorso della paura che favorisce solo il capitalismo del disastro e il conservatorismo. La paura alimenta solo la frammentazione e l’individualismo, isola i più vulnerabili e li indebolisce.