La variante XBB di Omicron
Nuova ondata Covid, la Cina prevede un boom da 65 milioni di contagi a settimana: l’Oms chiede di “aggiornare” i vaccini
Esteri - di Redazione
Altro che fine della fase emergenziale della pandemia di Covid-19, come dichiarato lo scorso 5 maggio dal direttore dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus.
Segnali di allarme di nuovi contagi ‘esplosivi’ arrivano dalla Cina, lì dove tutto è iniziato nel gennaio 2020: la variante XBB di Omicron, diventata prevalente nel Paese, sta causando 40 milioni di contagi a settimana e raggiungerà il picco a fine giugno, con 65 milioni di casi a settimana. I numeri sono stati forniti dal professore Zhong Nanshan, l’esperto del governo cinese più rispettato nel campo delle malattie respiratorie.
Numeri che comunque non sono paragonabili al caos di contagi che si è avuto lo scorso gennaio a seguito della decisione del regime di Xi Jinping di ritirare improvvisamente la politica “Covid Zero” che, a costo di restrizioni delle libertà senza precedenti con lockdown militari, aveva ridotto il rischio contagi: allora ci furono fino a 37 milioni di contagi in un solo giorno e un numero di morti mai precisato, ma stimato da metodi matematici in circa un milione in tre mesi. I 65 milioni di casi previsti a fine giugno significano circa 9 milioni al giorno, dunque meno di un quarto rispetto all’ondata post rimozione dei lockdown.
Secondo il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (China Cdc), il tasso di infezione della variante Xbb è passato dallo 0,2% di metà febbraio al 74,4% di fine aprile e poi all’83,6% di inizio maggio. Per fare fronte ad una possibile nuova emergenza l’industria farmaceutica cinese ha messo a punto due nuovi vaccini che dovrebbero agire contro la nuova variante: Zhong Nanshan ha anche annunciato l’approvazione prossima di altri tre o quattro vaccini.
Sullo sviluppo dei vaccini anti-Covid è intervenuta anche l’Organizzazione mondiale della sanità: il gruppo consultivo dell’Oms ha infatti rilanciato sulla necessità di “aggiornare” i vaccini già approvati contro il virus perché, pur funzionanti contro la malattia grave e la morte, perdono la loro efficacia nel caso di malattia sintomatica.
L’organizzazione sottolinea infatti che i vaccini attualmente approvati contro il Covid “continuano a fornire una protezione sostanziale contro la malattia grave e la morte, che è l’obiettivo primario della vaccinazione Covid” e devono continuare ad essere utilizzati. “La protezione contro la malattia sintomatica è limitata e meno duratura – precisa l’Oms – e sono necessarie nuove formulazioni dei vaccini per migliorare la protezione contro la malattia sintomatica“.
Allarme che arrivato nei giorni scorsi alla Casa Bianca da un gruppo di scienziati statunitensi, che hanno messo in guardia l’amministrazione di Joe Biden dal rischio che il Sars-Cov-2 torni a bussare alla porta con una nuova variante che potrebbe provocare una nuova ondata di contagi “in grande stile”.
Lo biologo Trevor Bedford, scienziato del Fred Hutchinson Cancer Center di Seattle, aveva rivelato il Washington Post, ha consegnato alla Casa Bianca un dettagliato studio-previsione sulla possibilità di una nuova ondata di casi di coronavirus. “Le probabilità che ciò accada, ossia che ci si trovi a fronteggiare un’ondata di infezioni come quelle causate dalla variante Omicron da oggi al 2025 – ha detto lo scienziato – sono circa del 40%“. “Non vedo perché un evento simile abbia meno probabilità di verificarsi oggi che nei primi due anni della pandemia – ha aggiunto Bedford -. E anche se oggi quest’ultima appare finita, un Covid endemico resta una forte preoccupazione per la salute”.