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Alluvione in Emilia Romagna, acqua contaminata e rischio batteri: “Rischi sanitari per gli abitanti”

Alluvione in Emilia Romagna, acqua contaminata e rischio batteri: “Rischi sanitari per gli abitanti”

A una settimana da quando l’acqua ha iniziato ha invadere strade e case in Emilia Romagna, alcune zone restano allagate. E all’emergenza fango e frane se ne aggiunge un’altra: quella per la salute della popolazione a stretto contatto con l’acqua che da giorni ristagna. Particolare allerta c’è a Conselice, nella provincia di Ravenna dove la paura è che le acque possano essere contaminate da sostanze chimiche, da rifiuti agricoli e industriali o dai reflui che provengono dalle fogne. Con rischi per la salute. Venerdì 26 maggio sono in programma vaccinazioni antitetaniche per tutta la popolazione.

“L’acqua sale su dalle fogne e in casa non si respira. Dopo giorni in queste condizioni e senza nulla da mangiare siamo andati via. Ora ci ospitano dei parenti”, raccontano al Corriere della Sera alcuni abitanti. Alcune persone hanno deciso di rimanere nelle loro case e aspettano che passi il canotto dei volontari che distribuiscono acqua e cibo. I rischi per la salute della popolazione e per chi li assiste è alto. Il rischio sono potenziali pericoli per infezioni della pelle e gastrointestinali. Poi ci sono i rischi derivati dal ristagno di acqua: “Dopo un’alluvione — avverte il presidente dalla Società italiana di medicina ambientale Alessandro Miani — aumenta il rischio di infezioni, specie per anziani e bambini. Dall’epatite A alle infezioni batteriche dovute a escherichia coli o salmonella”. L’acqua stagnante attira poi zanzare che “incrementano il rischio di trasmissione di altre malattie”.

Secondo la sindaca di Conselice ci vorranno almeno 10 giorni prima che l’acqua riesca a defluire del tutto e per questo motivo ipotizza che le persone possano essere accolte in bungalow o in u camping. Il Comune di Ravenna ha diffuso sui social un vademecum dell’Ausl, come riportato da Repubblica: “Indicazioni e norme di comportamento sanitarie per cittadini e volontari”. Si raccomandano il lavaggio frequente delle mani e l’utilizzo delle mascherine Ffp2. E ancora: “”Indossare sempre stivali o calzatura robusta per proteggervi. Evitare ciabatte e infradito”. Inoltre “indossare i guanti quando si prevede il contatto e aver cura di lavare bene le mani con sapone e acqua corrente, al termine. Evitare di toccare viso, bocca e occhi con le mani non pulite. Lavare sempre le mani dopo ogni contatto con acqua e terreno, compreso animali bagnati”. Un’altra regola: “Evitare che i bambini giochino col fango e con l’acqua”, “i vestiti contaminati da fango e liquami devono essere lavati in acqua calda”. Alla voce “pericoli potenziali”, l’Ausl romagnola segnala che “è necessario essere in possesso di vaccinazione antitetanica in corso di validità (ultima dose di richiamo entro gli ultimi 10 anni)”.

L’Ausl spiega poi che quando l’alluvione “impatta” sulle fogne, c’è un maggior rischio di contrarre infezioni gastrointestinali: vomito e diarrea. Anche per questo è importante lavarsi le mani con acqua e sapone ogni volta che è possibile e non bisogna toccarsi occhi, naso e bocca con le mani sporche di fango. I medici raccomandano di seguire le indicazioni dei Comuni in merito alla potabilità dell’acqua. Inoltre “con il passare dei giorni l’acqua e l’umidità possono dare origine a muffe e spore pericolose per la salute. Cercare di arieggiare il più possibile le zone della casa colpite dall’alluvione, per favorire l’asciugatura di pareti e pavimenti. E’ importante mantenere una corretta ventilazione anche durante le attività di pulizia e ricorda di proteggere, quando possibile isolandole, eventuali zone incontaminate dalla diffusione di polvere, muffa e spore. Nel caso di contatto ravvicinato con superfici coperte da muffe copriti naso e bocca con un panno o meglio con una mascherina meglio se FFP2”.