A poche ore dal ritrovamento dell’ultima vittima dell’alluvione in Emilia Romagna, scatta la giornata di lutto nazionale per la tragedia che ha investito la Regione dalla notte tra il 16 e il 17 maggio scorsi. 15 le vittime, oltre 23mila gli sfollati. Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto-legge che ha stanziato circa due miliardi di euro, le “prime importanti risposte ai territori colpiti dall’allucione in Emilia Romagna”, ha detto la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
L’ultima vittima è un uomo, di 68 anni, un agricoltore ritrovato nella zona di Belricetto a Lugo, in provincia di Ravenna. Cominceranno oggi i funerali delle quindici persone morte. Alle esequie dei coniugi Delio Foschini e Dorotea Dalle Fabbriche, di 73 e 71 anni, deceduti nella loro abitazione a Russi, parteciperà in rappresentanza del governo la ministra Anna Maria Bernini. A Cesena venerdì si terra un corteo per i coniugi Palma Maraldi e Sauro Manuzzi, morti nel quartiere Ronta dopo l’esondazione del Savio. All’ospedale di Faenza si potrà rendere omaggio alla salma di Giordano Feletti, 69enne morto nel giardino della sua abitazione, presso la camera morturaria.
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Non si fermano intanto gli interventi di soccorso e assistenza alla popolazione colpita. Secondo i dati della Regione al 23 maggio sono 23.067 le persone che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione: la maggior parte 16.445, nel ravennate, poi 4.462 in provincia di Forlì-Cesena e 2.160 nel bolognese. 2.694 i cittadini accolti tra alberghi e strutture allestite da Comuni come scuole, palazzetti e palestre mentre altri hanno trovato sistemazioni presso seconde case, amici e parenti.
Restano 603 le strade chiuse, di cui 197 chiuse parzialmente e 406 totalmente. Complessivamente 210 a Bologna, 230 in provincia di Forlì-Cesena, 119 nella provincia di Ravenna e 44 nel riminese. I volontari continuano a spalare il fango mentre alcune zone sono ancora sott’acqua. A preoccupare anche le previsioni meteorologiche: da oggi dovrebbe ricominciare a piovere. I Comuni raccomandano di non girare in infradito o a piedi scalzi per il rischio di acqua contaminata.
Sono 1.634 i volontari al lavoro in questo momento in Emilia-Romagna. Di questi, 289 sono volontari dell’Emilia-Romagna, 670 appartengono alle organizzazioni nazionali di volontariato e 675 alle colonne mobili regionali di Trento, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Alto Adige, Lombardia, Lazio, Toscana, Abruzzo, Liguria, Valle d’Aosta e Umbria. Nel ravennate sono operativi 57 volontari attivati nell’ambito del Meccanismo europeo di mobilitazione (Dipartimento nazionale di Protezione civile): si tratta di 25 operatori provenienti dalla Slovacchia e 32 dalla Slovenia, attrezzati con potenti pompe di aspirazione e kit idraulici. Sempre oggi, la colonna mobile regionale ha messo a disposizione dei servizi sanitari di Solarolo (Ra) e Sant’Agata sul Santerno (Ra) due strutture modulari con funzione di ambulatori mobili. Il trasporto sul luogo viene operato dai volontari di Anpas. Tutte le persone che vogliano dare un aiuto fattivo nelle aree colpite dal maltempo debbono rivolgersi ai comuni per poter organizzare al meglio le attività.