Paesi isolati e strade rotte
Alluvione, pioggia e sottopassi allagati a Brescia: inizia la conta dei danni delle mille frane dell’Appennino
Cronaca - di Rossella Grasso
La pioggia record caduta nei giorni scorsi ha dato vita a un numero impressionante di frane. In pochi istanti molte strade sono state spaccate, interi paesi sono rimasti isolati e in alcuni punti l’incredibile colata di fango che si è generata è rimasta appesa alla montagna, minacciando di piombare su intere comunità all’improvviso e senza alcun modo per arginare i danni. Lungo la dorsale appenninica si contano circa mille frane avvenute che hanno creato danni ancora non precisamente quantificabili. E come annunciato il maltempo ha continuato ad abbattersi al Nord Italia, non soltanto sull’Emilia ma anche in Lombardia dove la paura è stata tanta a Brescia: in poche ore di pioggia incessante strade e sottopassi si sono allagati, è crollata la sponda del Naviglio e alcune auto sono finite in acqua.
Danni nel Bresciano
Il meto lo aveva annunciato: mercoledì pomeriggio sarebbero tornate le piogge violente, e così è stato. in un’ora e mezza sono scesi 65 millimetri di acqua. Le zone più colpite sono Caino, Nave, Concesio in Val Trompia con le strade trasformate in torrenti di fango. A Rezzato è anche crollato l’argine del naviglio e due auto parcheggiate sono finite nel canale, fortunatamente senza causare feriti. Nella zona le strade in breve tempo si sono trasformate in fiumi di acqua, inondati i sottopassi. I vigili del fuioco insieme alla protezione civile hanno lavorato per ore e per tuta la notte per ripristinare almeno la viabilità.
Le frane lungo la dorsale appenninica
Intanto si cerca di fare il punto sui danni delle frane sulla dorsale appenninica. Una zona vastissima che va dai colli bolognesi fino alle montagne della provincia di Modena, Reggio Emilia, Rimini, Forlì, Cesena e Ravenna. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera che riporta i numeri del censimento fatto dalla Protezione Civile, per il momento sono oltre 376 le frane considerate “molto significative” su 56 comuni. Centosettanda movimenti franosi poi gravano su 18 comuni della provincia di Forlì-Cesena e 90 minacciano solo due comuni del ravennate, Casola Valsenio e Brisighella. Le 376 censite dalla Regione sono quelle ritenute di impatto con i centri abitati, le altre sono ancora in fase di verifica ma sono in tutto circa un migliaio.
Una emergenza, quella delle frane, forse ancora più pericolosa di quello che stanno affrontando i comuni a valle ancora invasi di acqua. “La nostra priorità al momento è decisamente mettere al sicuro le persone, stare molto attenti a eventuali movimenti franosi che possono coinvolgerle” conferma Rita Nicolini, direttrice dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la Protezione civile dell’Emilia-Romagna. “Il fronte dei Comuni interessati da frane è molto lungo e abbiamo territori con frane enormi e tantissimi evacuati”, dice, citando per esempio Monzuno, ma anche Modigliana, Casola Valsenio, Brisighella, Dovadola.
”Dai nostri rilievi sul territorio e dalle informazioni disponibili, le frane sono molto molto numerose, probabilmente nell’ordine di diverse migliaia” si spinge a dire Matteo Berti, professore di geologia all’Università di Bologna nonché capo della task force che (con un accordo regione-università) sta lavorando proprio alla mappatura delle frane. “Sono in movimento – dice – quindi gli sforzi del momento sono per la salvaguardia di chi vive in quei territori”. L’esperto spiega che era difficile prevedere un numero così elevato di fenomeni. “In certe zone è cambiata proprio la morfologia dei versanti. Una cosa così non l’abbiamo mai vista e non ci sono notizie storiche recenti di questo tipo”.