L'assalto della destra
Gestazione per altri e famiglie arcobaleno, diritti sotto assedio: in discussione il principio di autodeterminazione delle donne
Politica - di Angela Azzaro
La destra va avanti senza remore nell’azione di schiacciare i diritti e di favorire una cultura omofoba. Ieri in commissione Giustizia della Camera si sono iniziati a votare gli emendamenti alla proposta di legge di Fratelli d’Italia che introduce il reato universale contro chi accede alla gestazione per altri. Tutti quelli presentati da Pd e +Europa sono stati bocciati: sia quello soppressivo dell’articolo unico della pdl (14 contrari, 12 a favore) sia quello che introduceva la trascrizione per i figli delle coppie omogenitoriali (13 a 11). Nel primo caso ha votato anche il presidente della Commissione Ciro Maschio (Fdl) scelta fortemente criticata da Alessandro Zan del Pd. Assurda la replica di Maschio: “Ho votato ma resto imparziale”. Sì alla soppressione della proposta di legge anche da parte di Enrico Costa di Azione: “Ho votato a titolo personale perché sono contrario dal punto di vista giuridico al testo”.
Molto più netta la contrarietà del Pd e di +Europa all’introduzione del reato. “I partiti della maggioranza – ha commentato Riccardo Magi di +Europa, presente in commissione Giustizia – hanno nuovamente dimostrato l’analfabetismo giuridico che li contraddistingue, proponendo di perseguire penalmente chi, in un Paese estero, mette in atto una pratica del tutto lecita e regolamentata ai sensi della normativa di quel Paese”. Durissimo Zan, anche lui in commissione, sul no alla trascrizione: “La maggioranza ha bocciato il nostro emendamento per tutelare tutti i figli di questo Paese, come chiedono Consulta, Corte di Giustizia Ue e centinaia di sindaci al Parlamento. Hanno confermato la loro volontà persecutoria contro le famiglie arcobaleno”. Aggiunge Magi: “Stiamo provando a chiarire che i bambini, una volta nati, indipendentemente da come e dove siano venuti al mondo, debbano essere riconosciuti anche in Italia come figli dei genitori che si sono assunti la responsabilità genitoriale”.
L’esame degli emendamenti continuerà la prossima settimana, ma ieri – per l’ennesima volta – è emerso con chiarezza come l’obiettivo è quello punitivo nei confronti della comunità lgbtqia+. Il reato universale, evidentemente anticostituzionale, viene usato da una parte per attaccare il diritto delle donne a scegliere liberamente sul proprio corpo – pur sostenendo il contrario – dall’altra si vogliono minare i diritti delle famiglie arcobaleno e attraverso questa breccia ricreare un clima da caccia alle streghe nei confronti di tutte le soggettività non eterosessuali. Si chiama omofobia. Un’omofobia che mette l’Italia, come ha denunciato più volte anche l’Ue, sullo stesso piano dell’Ungheria e della Polonia. “Europa, Europa” si grida in questi giorni davanti all’esigenza di ricostruire dopo la tragedia dell’Emilia Romagna. Una richiesta d’aiuto legittima, giusta, urgente. Ma che non può essere solo a senso unico: prendere i soldi e dimenticare che stare in Europa significa anche aderire a una idea di democrazia, fare propri principi che non posso essere messi in discussione.
A destra la gpa viene volgarmente definita “utero in affitto”. Perché volgarmente? Perché la donna attraverso questa definizione viene ridotta a una parte dell’organo riproduttivo. Si dice di voler contrastare la gpa perché sfrutterebbe le donne, poi le si tratta non come soggetti senzienti, ma come “apparati riproduttivi”. Non le si considera tanto minus habentes/incapaci – il che sarebbe già grave – ma veri e propri organi staccati dalla coscienza – fatto gravissimo. Il tema della gestazione per altri è un tema delicato che divide anche il Partito democratico. Ma la discussione va fatta seriamente e non seguendo la proposta di legge del centrodestra: perché non è applicabile e perché fondamentalista. Si può essere contrari alla gpa, ma non si può certo impedire a chi vuole, anche come gestante per altre/altri, di potervi accedere là dove sia legale (in Italia non lo è). Magi, visto anche il livello del dibattito, ha proposto la depenalizzazione. In altri Paesi la gpa è consentita a scopo gratuito impedendo lo sfruttamento. Paradossalmente è proprio dove si moltiplicano i divieti che lo sfruttamento può avvenire senza controlli.
Lo scopo della destra è un altro. Passando dall’attacco ai diritti della comunità lgbtqia+ – anche se la gpa nel 90 per cento dei casi viene fatta dalle coppie eterosessuali – arriva direttamente a mettere in discussione il principio di autodeterminazione delle donne, quello che è la base concettuale e giuridica della legge sull’aborto, la 194. Se le donne, non sono capaci di scegliere – come le descrive il centrodestra e non solo – perché dovrebbero poter avere la prima e l’ultima parola nella procreazione? Quando l’altro giorno la ministra Eugenia Roccella ha provato a provocare le giovani femministe che la contestavano al Salone del Libro dicendo che dovrebbero essere per forza contro “l’utero in affitto”, non ha capito che c’è una giovane generazione che su questi temi non vuole tornare indietro e che non si fa ingabbiare in questi giochetti. I femminismi non sono tutti d’accordo. Ma sono tante le femministe che non vogliono che si parli a loro nome. Non vogliono che fingendo di difendere i diritti delle donne, si attacchino le famiglie omogenitoriali e soprattutto i loro figli. Alla fine di tutta questa battaglia fatta dalla destra, il reato universale sarà solo una pagina ridicola del Parlamento, mentre su quei bambini e su quelle bambine peserà una forte discriminazione sia giuridica che sociale. Almeno sia chiaro quale è la vera posta in gioco.