Sulla Rai si conferma l’asse giallo-nero composto da Fratelli d’Italia e annessa destra di governo e il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte. Con un voto a maggioranza il Consiglio di amministrazione della tv pubblica ha dato il via libera alle nomine per direzioni di testate e generi proposto dall’amministratore delegato Roberto Sergio.
Il dato politico più evidente è la spaccatura del CdA al momento del voto: le nomine di Gian Marco Chiocci al Tg1 e Antonio Preziosi al Tg2 sono passate con il voto contrario della presidente Marinella Soldi, selezionata nel 2021 dal governo Draghi ed è considerata vicina a Matteo Renzi, della consigliera in quota Partito Democratico Francesca Bria e del consigliere eletto dai dipendenti Riccardo Laganà. Si è astenuto, invece, Alessandro Di Majo, in quota 5 Stelle.
Tre i voti favorevoli, sufficienti per il via libera: quelli dell’amministratore delegato Roberto Sergio e dei due consiglieri di maggioranza, Simona Agnes e Igor De Biasio.
La strana alleanza tra meloniani e contiani si era già resa plastica tramite la benevolente astensione del consigliere Alessandro Di Majo alla proposta di nomina di Roberto Sergio come nuovo AD della tv pubblica.
Tornando alle nomine, vengono confermate le anticipazioni della vigilia: al tg della rete ammiraglia va l’attuale direttore dell’AdnKronos Chiocci, voluto personalmente dalla premier Giorgia Meloni alla guida del telegiornale anche contro pezzi del suo stesso partito, che preferiva lo spostamento su Rai1 dell’attuale direttore del Tg2 Nicola Rao. Sulla seconda rete andrà in quota Forza Italia Antonio Preziosi, dal 2018 direttore di Rai Parlamento e in passato direttore anche di Radio Raio, mentre al Tg3 resta Mario Orfeo.
L’amministratore delegato Sergio ha anche comunicato le nomine ai vertici di alcune direzioni di genere, sulle quali il parere del CdA non è vincolante: Marcello Ciannamea diventa direttore dell’Intrattenimento Prime Time, Angelo Mellone dell’Intrattenimento Day Time, Paolo Corsini dell’Approfondimento e Adriano De Maio della direzione Cinema e Serie Tv, Monica Maggioni dell’Offerta informativa, Stefano Coletta della Distribuzione, Nicola Rao della direzione Comunicazione. Inoltre Simona Sala diventa direttrice di Radio 2, mentre Francesco Giorgino dirigerà l’Ufficio Studi. Confermati invece Silvia Calandrelli a Rai Cultura, Maria Pia Ammirati a Rai Fiction, Luca Milano a Rai Kids ed Elena Capparelli a RaiPlay e Digitale. Andrea Vianello infine va a dirigere la Tv di San Marino. Rinnovati anche i vertici di Rai Com con Sergio Santo che sarà il nuovo amministratore delegato e Claudia Mazzola presidente. Per Rai Cinema, infine, confermati Paolo Del Brocco come ad e Nicola Claudio presidente.
Durissimo il commento del Partito Democratico all’infornata di nomine a viale Mazzini. Per Sandro Ruotolo responsabile nazionale informazione dei Dem e Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione parlamentare di Vigilanza, nella Rai targata Meloni “non c’è posto per le donne e non c’è posto per il pluralismo”.
“La lenzuolata di nomine appena varata dal consiglio d’amministrazione della Rai, con astensioni e voti contrari, è un pessimo segnale per il servizio pubblico. Un monocolore dove vince il punto di vista della maggioranza di governo. Senza presentare il piano editoriale e il piano industriale hanno cambiato i vertici dell’informazione e dei generi televisivi a un anno dalla scadenza naturale del consiglio d’amministrazione. Come Partito Democratico vigileremo perché vengano garantiti i punti di vista diversi e siano bandite le liste di proscrizione. Come Partito Democratico ci impegneremo, dopo aver ascoltato anche la società civile, a presentare in Parlamento la riforma della governance Rai”, scrivono in una nota i due esponenti Pd.