Europa League
Alla sua laurea il padre preferisce la finale della Roma: “Per lui viene prima la sua squadra di calcio”
Dopo il “caso Rovelli”, le polemiche per l’assegnazione della comunicazione assegnata a una società in cui lavora il figlio di Levi. “Questione assolutamente inesistente e su cui nemmeno c’è da discutere, messa in dubbio la mia professionalità”
Sport - di Redazione Web
Fino a dove si può spingere una passione? Quanto tempo può togliere alla famiglia, agli affetti? Marta e la sua delusione, il suo sconforto, stanno facendo il giro dei media. Marta ha telefonato a una trasmissione radiofonica e ha espresso tutto il suo rammarico perché la sua laurea, per suo padre, vale meno della sua squadra del cuore. O almeno così la vede lei. L’uomo, a quanto pare, tra il traguardo della figlia e la finale di Europa League a Budapest tra Roma e Siviglia ha scelto la partita, il calcio, la maggìca.
“Mi chiamo Marta e vorrei raccontarvi una cosa che mi sta facendo rimanere male – ha raccontato la ragazza alla trasmissione “I Lunatici” nella puntata andata in onda ieri su Radio 2 – Mercoledì mi laureo in biologia ma mio padre non sarà alla cerimonia perché mi ha detto di aver trovato dei biglietti per la finale di Europa League della Roma a Budapest. Per un uomo di 60 anni la laurea della figlia viene dopo la sua squadra di calcio”. Le sue parole hanno scatenato un vivace dibattito. Gli ascoltatori, il pubblico, si è diviso, spaccato in due.
Da una parte chi trova intollerabile che un uomo, un padre, metta davanti la propria squadra del cuore davanti a un traguardo così importante raggiunto dalla figlia. Dall’altra chi sostiene che anche i genitori abbiano il diritto di portare avanti le proprie passioni, soprattutto per eventi più unici che rari come in questo caso in particolare. Alcuni hanno proposto alla figlia di spostare la data della discussione, altri hanno sinceramente esortato l’uomo a non andare in Ungheria.
La Roma giocherà contro gli spagnoli del Siviglia la finale di Europa League mercoledì 31 maggio. A Budapest, in Ungheria. Un traguardo che sarebbe storico per i giallorossi, per la squadra di José Mourinho che l’anno scorso aveva centrato la conquista della Conference League a Tirana, in Albania. Questa volta si tratterebbe davvero di un’impresa, senza esagerazioni, considerando anche la stagione altalenante dei giallorossi. I biglietti sono già introvabili. Perfino l’ex capitano dei giallorossi Daniele De Rossi ha dovuto scrivere sui social un post per mettere fine alle richieste di biglietti che lo stavano bombardando da giorni.
“Buongiorno a tutti … No, non ho biglietti per la finale di Budapest. Non posso rimediarli, non posso comprarne, non ho agganci e non chiamerò i giocatori perché presumo che riceveranno mille messaggi al giorno anche loro. La Roma tramite Vito Scala mi ha gentilmente invitato e con grande dispiacere ho dovuto rifiutare, ma quando un pezzo del tuo cuore si diploma tu non puoi mancare, non c’è finale che tenga. Fate i bravi, ve prego”. Per ironia della sorte è per un motivo analogo che De Rossi ha rinunciato alla finale a Budapest: per un diploma.