Quarantacinquemila arresti nel 2022, uno su tre in carcere: azioni disciplinari verso i magistrati? Una sola, archiviata
Giustizia - di Angela Stella
Nell’anno 2022 sono state emesse 81.568 misure cautelari personali coercitive; di queste, 24.654 in carcere, oltre 500 in più rispetto al 2021 (erano 24.126). Diminuiscono invece i domiciliari senza braccialetto elettronico: nel 2022 sono stati 16.507 rispetto ai 18.036 del 2021. Ma crescono quelli con braccialetto: 3.357 nel 2022 rispetto ai 2.808 del 2021. Pertanto una misura cautelare coercitiva su tre emesse è quella carceraria (32%), mentre una misura cautelare coercitiva su quattro è quella degli arresti domiciliari (25%). Complessivamente sono state circa 45 mila le persone messe in custodia cautelare nel 2022.
Questi sono solo alcuni dei dati contenuti nelle 51 pagine della Relazione del Governo sullo stato di applicazione delle misure cautelari personali in Italia. La percentuale di risposta dei Tribunali (sezioni GIP e sezioni dibattimentali) interessati al monitoraggio dei dati dell’anno 2022 è stata dell’80%, con la precisazione che hanno risposto quasi tutti i 29 Tribunali distrettuali; i dati degli uffici non rispondenti sono stati stimati. Sette distretti, congiuntamente considerati, detengano più della metà del totale nazionale delle misure emesse. E sono: Roma (12%), Milano (10,6%), Napoli (9,5%), Torino (7,6%), Bologna (7,5%), Firenze (5,8%), Bari (5,8%). Un altro dato interessante mostra come i 3/4 circa delle misure vengano emessi dalle sezioni GIP, mentre solo il restante 1/4 venga emesso delle sezioni Dibattimentali. In particolare, per ciò che riguarda l’utilizzo della custodia cautelare in carcere, la differenza appare molto significativa: il GIP utilizza la misura carceraria con frequenza quasi doppia (34,7%) rispetto al giudice dibattimentale (17,6%.). Purtroppo, come sempre, seppur sollecitato, manca il dato percentuale rispetto alle richieste dei pubblici ministeri di misure cautelari e l’accoglimento da parte dei gip. Ad un certo punto si legge anche che rispetto alle misure coercitive emesse “9 misure su 10 sono state emesse in un procedimento che ha avuto poi come esito la sentenza di condanna”. Ma attenzione: quelli sono i definiti nel 2022 che hanno avuto misure nel 2022. Sono per la maggior parte patteggiamenti, direttissime e immediati. E gli altri? Che destino hanno avuto negli anni successivi?
Il secondo capitolo della Relazione è dedicato alla riparazione per ingiusta detenzione. I distretti più significativi quanto ad entità numerica di richieste sono quelli di Napoli, Reggio Calabria, Catanzaro e Roma. Nel 2022 su 1.180 domande per ottenere la riparazione per ingiusta detenzione, ne sono state respinte il 52% ed accolte 556 (irrevocabili 482). Record di accoglimenti nel distretto di Reggio Calabria (103). “Finalmente il ministero della Giustizia ha reso noti i dati ufficiali delle ordinanze di custodia cautelare emesse nel 2022 e delle somme sborsate dal Mef per le ingiuste detenzioni”, ha commentato il responsabile giustizia di Azione, l’onorevole Enrico Costa che li aveva sollecitati più volte. “Quanto ai pagamenti, lo Stato nel solo 2022 ha pagato 539 casi per un totale di 27.378.085 euro, di cui oltre 10 milioni solo nel distretto di Reggio Calabria”. Nella relazione c’è poi scritto che “il riconoscimento del diritto alla riparazione per ingiusta detenzione – così come, del resto, del diritto alla riparazione dell’errore giudiziario di cui all’art. 643 c.p.p. – non possa essere ritenuto, di per sé, indice di sussistenza di responsabilità disciplinare a carico dei magistrati che abbiano richiesto, applicato e confermato il provvedimento restrittivo risultato ingiusto”. “Nel 2022 – chiede sarcasticamente Costa – quante iniziative disciplinari per emissione di provvedimenti restrittivi della libertà personale con negligenza grave e inescusabile? 1 (una). Esito? Non doversi procedere”, critica alla fine il parlamentare.