Fino al 27 giugno
Salvi gli orsi JJ4 e MJ5, il Tar sospende l’uccisione: “Pericolosità non accertata”
Ambiente - di Antonio Lamorte
L’abbattimento degli orsi JJ4 e MJ5 disposto dai decreti di cattura ed abbattimento della Provincia Autonoma di Trento è stato nuovamente sospeso dal Tar di Trento. Il tribunale amministrativo ha accolto la domanda cautelare proposta da diverse associazioni animaliste per la sospensione dell’ordinanza. Lo stop all’abbattimento sarà efficace fino al 27 giugno, il termine ultimo per le parti per proporre motivi aggiuntivi. L’udienza di merito è stata fissata per il 14 dicembre. “La vita degli orsi per ora è salva”, esulta la Lav.
JJ4 è l’orsa ritenuta responsabile dell’uccisione di Andrea Papi, il 26enne aggredito lo scorso 5 aprile nei boschi di Caldes. Era stata catturata nella notte tra il 18 e il 19 aprile. Al momento si trova in uno dei recinti per orsi del centro di Casteller. Per il Tar di Trento la sua pericolosità non è stata pienamente accertata. “La misura dell’abbattimento consegue all’affermazione della pericolosità dell’animale, ma tale affermazione non trova spiegazione nell’impugnato decreto, né nei due pareri dell’Ispra” visto che “nel caso in esame non sono stati eseguiti seri accertamenti al riguardo”, hanno precisato i giudici amministrativi. Il tribunale ha chiesto di accertare la dinamica dell’aggressione mortale.
“Sebbene vi sia motivo di ritenere che l’aggressione del giovane Andrea Papi sia dipesa dalla presenza di cuccioli al seguito dell’orsa – aggiungono – tuttavia non v’è traccia degli accertamenti posti in essere dalla Provincia al riguardo, perché non è stata prodotta in giudizio la documentazione richiesta (…) tanto più necessaria se si considera che anche il consulente di parte nella propria relazione, a seguito dell’esame autoptico effettuato sul cadavere del giovane, ha evidenziato la necessità di ulteriori verifiche”.
MJ5 è invece ritenuto aggressivo. È un esemplare di orso maschio, pesa oltre 300 chilogrammi. È ritenuto il responsabile di un’aggressione ai danni di un escursionista di 39 anni lo scorso 5 marzo in Val di Rabbi. I legali del ministero dell’Ambiente avevano rilevato come la gestione degli esemplari problematici sia “di esclusiva competenza della Provincia autonoma di Trento”, riferendo come al momento non siano stati individuati spazi idonei ad accogliere l’esemplare.
La Lav, Lega Anti Vivisezione, aveva presentato ricorso contro le ordinanze di abbattimento con altre associazioni come Enpa e Oipa. Sembrano concrete al momento le possibilità di trasferire gli animali. La Lav depositerà l’approfondimento richiesto per portare in salvo gli animali in un rifugio sicuro, sostenendone interamente le spese. I difensori della provincia di Trento avevano invece evidenziato l’assenza di altre soluzioni percorribili, dato che l’ipotesi di trasferimento non è prevista dalla normativa. Avevano contestato anche le ricostruzioni di alcune associazioni animaliste secondo cui le aggressioni non erano state causate dagli orsi.
La Lav nei giorni scorsi aveva anche presentato i risultati di un’indagine demoscopica condotta da Doxa, dalla quale era emerso che il 57% degli abitanti di Trento (era stato intervistato il 22% della popolazione) e il 47% che vivono nelle vallate (era stato intervistato il 78%), si era espresso contro l’uccisione degli orsi. Secondo il 53% dei trentini poi, negli anni la Provincia, dopo aver reintrodotto gli orsi sul territorio, si è impegnata “poco o per nulla” per fornire ai cittadini tutte le informazioni necessarie a prevenire ed eventualmente gestire gli incontri con gli orsi.