"Giornata nera"
Sei vittime sul lavoro in un giorno solo, la strage delle morti bianche: “È una guerra continua”
L'anno scorso, nel 2022, le morti bianche erano state 1.500. Per i sindacati sono già centinaia nel 2023. Una delle sei vittime era al suo primo giorno di lavoro, un'altra aveva un figlio di otto mesi
Cronaca - di Antonio Lamorte
Sei vittime in un giorno solo, sei morti nel giro di sole 24 ore. Giornata nera, come si scrive sui giornali. Una strage, pure si scrive, che però continua, che sembra inevitabile. L’anno scorso, nel 2022, le morti bianche erano state 1.500. Dati prudenziali dei sindacati. Secondo i numeri parziali sono già centinaia le morti bianche nei primi mesi del 2023. Una delle sei vittime era al suo primo giorno di lavoro, un’altra aveva un figlio di otto mesi.
Abdul Raman lavorava in un’azienda tessile a Trezzano sul Naviglio. Era al suo primo giorno di lavoro. È rimasto schiacciato sotto un pesante macchinario. È morto nel pomeriggio all’ospedale Niguarda di Milano per le gravi ferite riportate. La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, sono stati disposti i sequestri del macchinario e l’autopsia sul corpo. Abdul Raman aveva 25 anni.
Daniele Salvini era padre di un bambino di appena otto mesi, si era sposato da poco. Lavorava per un’azienda locale. Stava potando degli alberi in strada a Bagolino, in provincia di Brescia. Sarebbe stato travolto dalla pianta che stava tagliando. Aveva 33 anni.
Pietro Mazzuca aveva 62 anni ed era impegnato in alcuni lavori di tinteggiatura in un’azienda nella zona industriale di Rende, in provincia di Cosenza. Era su un ponteggio quando è precipitato nel vuoto dall’altezza di almeno tre metri. Stava sistemando una passerella in legno necessaria a completare la tinteggiatura di un box. È morto in ospedale a Cosenza poco dopo il ricovero a causa delle gravissime ferite che aveva riportato nella caduta. Disposta l’autopsia.
Rosario Frustaci aveva 61 anni, era originario di Catanzaro ma residente a Cantù. Stava lavorando su un’impalcatura per la costruzione di una piscina a Macherio, in provincia di Monza. Aveva una lunga esperienza nel suo lavoro. La vasca su cui stava lavorando era alta quattro metri. L’operaio è precipitato e ha battuto la nuca a terra. È morto nel tragitto verso l’ospedale di Desio.
Carmelo Crusco aveva 84 anni, era al lavoro in un terreno sul suo trattore a Scalea, in provincia di Cosenza. L’anziano era un dipendente del Comune in pensione. Per cause ancora da accertare il mezzo si è ribaltato e l’uomo è stato travolto dal trattore. A scoprire il corpo il figlio dell’uomo che non aveva più sentito il rumore del trattore. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, i vigili del fuoco e i carabinieri.
Francesco Santarsiero aveva 60 anni ed era un pensionato. Secondo le prime ricostruzioni stava aiutando il proprietario di un’abitazione a Ruoti, in provincia di Potenza, a fare alcuni lavori sul tetto. Per lui non c’è stato niente da fare dopo che è precipitato da un’altezza di circa cinque metri. Sul posto sono intervenuti gli operatori sanitari del 118 “Basilicata soccorso” che hanno potuto soltanto constatare la morte dell’uomo.
A questi si aggiunge Fabrizio Cherchi, 58 anni. Aveva lavorato in casa e all’esterno dell’abitazione. Voleva disfarsi di alcuni sfalci di erba all’Ecocentro di Portoscuso, nel Sulcis. È caduto in un compattatore di rifiuti ed è morto stritolato, all’istante. Gli operai hanno subito fermato il macchinario ma non c’era già più niente da fare. I medici del 118 intervenuti con un’ambulanza e l’Elisoccorso non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Cherchi non era un operaio.
Dopo la “giornata nera” esprimono sconcerto e rabbia i sindacati: la Cub punta l’indice contro la precarietà e chiede controlli “veri” e l’istituzione del reato di ‘omicidio sul lavoro’, la Cgil pretende “interventi immediati e non solo parole: è una guerra continua”.