F. ha 49 anni e ha passato un anno e tre mesi in carcere. Ha conosciuto tutto il dolore di quella esperienza. Soprattutto per una mamma che lascia a casa i suoi figli. “Mi era stato tolto il mio ruolo di mamma”, ha detto. Ma poi è riuscita a reagire e a riprendere in mano la sua vita grazie al supporto dei volontari e degli psicologi. Il diritto di essere mamma e femmina non dovrebbe toglierlo nessun carcere. Eppure avviene ancora ed è un dolore che può lasciare tracce per sempre anche nei bambini che non hanno alcuna colpa. F. Ha raccontato la sua esperienza in una lettera a Sbarre di Zucchero. Riportiamo qui di seguito le sue parole.
Mi chiamo F, ho 49anni. Un anno e tre mesi passati in carcere per errori del 2006 legati ad una persona che nella mia vita non c’è più. Ora ai domiciliari. Ho passato mesi e mesi a vedere ciò che non dovevo… ho lottato per non cadere. Mi attaccavo alla telefonata ai miei bimbi, il più piccolo 8 anni. Ho avuto 3 infarti nella carcerazione, ho perso 54kg… sì 54!
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Mi era stato tolto il mio ruolo di mamma e non volevo subito reagire. Poi ho lottato… grazie ai volontari. Ma ripeto ciò che ho visto e vissuto… non potrò mai dimenticarlo. Sì, ho sbagliato nel mio passato e lo riconosco, ma anche a chi sbaglia va dato il diritto e la possibilità di rimanere donna e mamma. Io ringrazio tanto i volontari, gli psicologi, ma la vita in carcere non è da augurare a nessuno. Il Natale, i compleanni dei tuoi figli lontana da loro… è stato straziante.
Grazie per ciò che fate e, anche se mi sono giocata la salute (dovrò a breve operarmi al cuore), ho ritrovato la luce, la voglia di respirare; a chi ha famigliari dentro dico: “non mollate”, perché non solo per chi è detenuto c’è la pena, ma anche per chi è fuori.
Ringrazio mio marito, i miei figli e gli amici che, malgrado tutto, non mi hanno fatto sentire UNA DONNA NELL OMBRA. CON AFFETTO…A VOI DI SBARRE DI ZUCCHERO.