Sorpresa: nel campo delle connessioni internet il Sud supera il Nord. Bari è al primo posto in Italia tra le città metropolitane con il 98% di copertura della fibra ottica a un Gigabit. Manca poco, in sostanza, per rendere la città completamente connessa. Ottima prestazione anche per Napoli, con il 93% di copertura.
Nel capoluogo campano, Open Fiber – società nata nel 2015 con la mission del progresso tecnologico e dell’innovazione, oggi posseduta da Cdp Equity (60%) e Gruppo Macquarie (40%) – ha già connesso oltre 417mila unità immobiliari grazie a un investimento privato di circa 120 milioni di euro. Da tempo in città è attiva una rete di telecomunicazioni realizzata in modalità FTTH (Fiber To The Home, fibra fino a casa), l’unica soluzione tecnologica in grado di garantire velocità di connessione fino a 10 Gigabit per secondo e latenza inferiore ai 5 millisecondi. Prestazioni che agevolano la fruizione di numerosi servizi: dalla telemedicina allo smart working, fino alla didattica a distanza.
La rete ultrabroadband consente inoltre di connettere i servizi pubblici comunali, abilitando la cosiddetta Smart City che rende i centri urbani moderni, tecnologicamente all’avanguardia e a prova di futuro. I nuovi cantieri di Open Fiber legati al Pnrr nell’ambito del “Piano Italia a 1 Giga” permetteranno di connettere alla rete ultraveloce in fibra ottica oltre mille numeri civici del capoluogo partenopeo. Al termine dell’intervento, la città sarà coperta dalla fibra ottica d’ultima generazione praticamente nella sua interezza.
Insomma, a dispetto dei luoghi comuni che vogliono il Mezzogiorno in perenne ritardo oggi dobbiamo riconoscere che, dal punto di vista delle telecomunicazioni, l’Italia appare rovesciata. Il famigerato digital divide non è più una questione Nord-Sud, semmai riguarda le aree interne più svantaggiate rispetto a quelle metropolitane. In un mondo in cui le informazioni viaggiano sempre più rapidamente e chiunque ha bisogno di connessione stabile e veloce per svolgere le normali attività in ambito privato e professionale è diventato fondamentale avere accesso a internet ad alta velocità direttamente a casa.
La fibra FTTH serve proprio a questo: garantisce la massima velocità durante lo scambio in entrata e in uscita dei dati, le massime prestazioni e un’alta efficienza durante ogni operazione. Sotto questo profilo, quella di Open Fiber è sicuramente una delle operazioni di sistema in campo infrastrutturale con il più importante impatto in termini finanziari degli ultimi anni: al Sud parliamo di 1,2 miliardi.
La riscossa del Sud sul fronte digitale non si ferma qui. Secondo il report “2012-2021: dieci anni di imprese digitali in Italia” realizzato da Infocamere, dal 2020 ad oggi, in Italia sono state registrate oltre 7.500 imprese digitali ogni anno, gran parte delle quali nel Mezzogiorno.
Se la Lombardia mantiene stabile il suo primato di regione con il maggior numero di imprese digitali – ben 31.263 registrate nel 2022, per un aumento del 42,7% nel corso del decennio – è la Campania ad aver registrato la crescita più alta: dalle 8.396 imprese del 2012 è passata a oltre 14mila nel 2022, con un incremento del 72%. Questo risultato porta la regione a conquistare il terzo posto in classifica nazionale per numero di imprese digitali. Il boom della digitalizzazione riguarda l’intero Sud con una crescita notevole delle PMI, che costituiscono la maggior parte delle aziende registrate nel Mezzogiorno impegnate nel settore digitale.
Nell’ambito del Pnrr, Open Fiber si è aggiudicata complessivamente 8 lotti in gara, per un totale di 3.881 comuni in 9 regioni: oltre alla Campania, anche Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Puglia, Sicilia, Toscana e Veneto. Il Piano prevede la realizzazione di reti di telecomunicazioni ad alta velocità con una copertura di 3,9 milioni di numeri civici. Con oltre 14,5 milioni di unità immobiliari già connesse in Italia alla sua nuova rete a banda ultralarga, l’azienda guidata dall’Amministratore delegato Mario Rossetti punta a coprire circa 25 milioni di unità immobiliari, pari al 94% dei comuni italiani.