L'indagine per omicidio
Trovato morto nel bagagliaio, il mistero sulle ultime ore di Conforti: la notte al night e il bonifico a una donna
I buchi nella storia ci sono ancora, ma qualcosa inizia ad emergere nel giallo della morte di Marco Conforti, l’imprenditore di 56 anni trovato morto nel bagagliaio della sua Range Rover abbandonata in via Rovigo a Torino, nel quartiere Aurora, domenica sera.
Gli inquirenti, le indagini sono coordinate dal pm torinese Antonella Barbera che ha aperto un fascicolo per omicidio, stanno ricostruendo le ultime ore di vita di Conforti, imprenditore di Castagneto Po titolare di una scuola guida con varie sedi nel Chivassesse: la denuncia di scomparsa è stata effettuata ai carabinieri dall’ex mogli Serena venerdì 26 maggio, ma di Conforti le tracce si erano perse già nella notte tra martedì 23 e mercoledì 24 maggio.
Quel giorno Conforti accompagna la figlia maggiore Carola a scuola, poi è con un amico a Varazze per poi tornare nella sua casa di Castagneto Po: la sera a cena in un ristorante di piazza Gran Madre, poi al Samara, lo storico night club di Torino. Da qui lo hanno visto uscire intorno a mezzanotte: “Ci siamo salutati e ognuno è andato per la sua strada“, ha raccontato l’amico che era con lui, sentito dalla polizia.
In quelle ore, scrive il Corriere di Torino, Conforti avrebbe ricaricato con 500 euro una carta prepagata intestata a una donna straniera.
Il lavoro degli investigatori, oltre nel sentire le testimonianze di amici e conoscenti, è focalizzato sull’acquisizione dei filmati delle telecamere di sorveglianza vicino al locale per capire se Marco possa aver incontrato qualcuno prima di arrivare all’auto, così come delle telecamere presenti nella zona di via Rovigo a Torino, dove è stata trovata l’auto dell’imprenditore.
Gli interrogativi sono proprio sull’orario in cui l’auto è comparsa nel capoluogo. “Mercoledì sera non c’era, eravamo tutti in strada per la processione di Maria Ausiliatrice e l’auto non c’era”, racconta un commerciante della via a Repubblica. Resta da capire se, quando il Range Rover è stato parcheggiato, Conforti fosse già morto nel bagagliaio.
La figlia maggiore Carola, colei che è riuscita a localizzare il gps dello smartphone del padre, non crede all’ipotesi dell’omicidio: Nessuno gli ha voluto fare del male – dice parlando ai microfoni dei cronisti – credo che si sia sentito male, non abbia potuto chiedere aiuto e se non era da solo, qualcuno non lo ha soccorso“. Il suo è un appello: “Se qualcuno ha visto qualcosa parli – dice – Io non so come possa essere finito in quel bagagliaio ma so che conoscevo mio padre ed era una bella persona, mordeva la vita nel bene e nel male. Mi ha insegnato il coraggio”.
C’è quindi l’altro mistero ancora da chiarire nella vicenda: Conforti è stato ritrovato in un bagagliaio chiuso, mentre le chiavi si trovavano all’interno dell’abitacolo. Come evidenzia il Corriere di Torino, unna possibile spiegazione è che chi ha abbassato il portellone abbia riaperto il Range Rover e che nel quadro comandi fosse stata impostata l’opzione di sicurezza che consente lo sblocco della portiera del guidatore, lasciando chiuse le altre. Così però la vettura resta aperta e l’allarme antifurto non dovrebbe entrare in funzione: invece questo ha sicuramente suonato domenica mattina, durante un misterioso tentativo di furto della vettura.
Oggi è attesa l’autopsia sulla salma: il corpo di Conforti è stato trovato in avanzato stato di decomposizione, non permettendo di valutare dall’esterno eventuali segni di violenza. La Procura di Torino ha anche disposto un esame tossicologico: l’ex moglie ha rivelato a La Stampa che l’uomo faceva uso di cocaina “per divertirsi”, ma “non era un tossico”.