A Sesto Calende ormai nessuno crede più all’ipotesi del pranzo o della gita tra amici a bordo della house boat “Gooduria”, la nave che si è inabissata nel lago Maggiore domenica 28 maggio provocando la morte di quattro persone, Anya Bozhkova, Tiziana Barnobi, Claudio Alonzi e l’israeliano Erez Shimoni.
La nave guidata dallo skipper Claudio Carminati, 60enne indagato dalla Procura di Busto Arsizio per omicidio e naufragio colposi, è affondata durante una tromba d’aria: a bordo, come successivamente ricostruito, c’erano 19 “spie”, agenti dell’Aise (l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna) e del Mossad israeliano.
Come rivela oggi l’Agi, non sarà svolta alcuna autopsia sulle quattro vittime: il medico legale ha accertato che sono morti per ‘annegamento’ e che non presentano segni di lesioni e la Procura ha ritenuto di non effettuare ulteriori accertamenti. Quanto ai superstiti, i carabinieri nelle ore immediatamente successive al naufragio si sono sentiti dire dagli otto italiani di essere “funzionari della Presidenza del Consiglio” o “parte di una delegazione governativa israeliana”, hanno fatto eco i dodici cittadini d’Israele.
Il Corriere della Sera spiega che lo stesso skipper, Carminati, sia “un prezioso e fidato contatto dei Servizi per la logistica” per questo la sua presenza sulla house boat non era affatto anomala. Stesso discorso vale per la moglie, la 50enne russa Anna Bozhkova, tra le vittime del naufragio assieme agli agenti Tiziana Barnobi e Claudio Alonzi, 53 e 62 anni, e all’ex Mossad Shimoni Erez, anch’egli di 53 anni, la cui salma è già tornata in Israele: probabilmente la donna serviva da traduttrice.
A seguito della tragedia l’intelligence israeliana ha attivato una rapida operazione di esfiltrazione, ovvero il recupero del personale rimasto coinvolto nell’incidente: sono state impedite le identificazioni dei soggetti rimasti coinvolti, mentre i tempi di sosta negli ospedali sono stati ridotti al minimo, liberando il primo possibile le case prese in affitto oppure di proprietà governativa dove avevano sostato gli agenti.
“Nei bar ci si chiede come sia possibile che siamo diventati un crocevia di ‘spie’ addirittura di tre Stati: Italia, Israele e, ora, come scrivono alcuni media, anche Russia ai cui servizi sarebbe stata vicina una delle vittime. È vero che ospitiamo realtà importanti come la Leonardo ma quello che è accaduto ci sorprende molto”, racconta all’Agi il vicesindaco di Sesto Calende Edoardo Favaron, che definisce i suoi concittadini “frastornati”.
L’interesse della Procura di Busto Arsizio è focalizzato per ora solo sulla ricostruzione della sciagura, per stabilire eventuali responsabilità dello skipper Carminati o se la “Gooduria” navigasse in condizioni di sicurezza quando è stata colpita dalla tromba d’aria: secondo quanto ricostruito Carminati era partito la mattina di domenica dal cantiere Piccaluga di Sesto Calende e aveva raggiunto l’Isola dei Pescatori, una delle Borromee. Alle 17 la “Gooduria” era ripartita per tornare al cantiere Piccaluga. Al largo di Angera, Carminati aveva chiamato il cantiere, preoccupato per i nuvoloni neri che si stavano accumulando in cielo. Ma avrebbe avuto il via libera dai suoi interlocutori a terra: invece la buriana è stata improvvisa e fortissima, tanto da provocare il rovesciamento della barca.
Nessuno interesse per ora, da parte della Procura, sulle ragioni per cui una ventina di agenti dei servizi segreti italiani e israeliani si trovassero lì assieme, se si è trattato realmente di una festa tra vecchi amici in occasione di un compleanno o di un incontro “di lavoro” in una location anomala come le isole Borromee.
Su questo punto si concentrano le attenzioni dei quotidiani. Sempre il Corriere della Sera evidenzia come sulla sponda piemontese del lago Maggiore, nell’area di Verbania, siano aumentati negli ultimi tempi gli arrivi di “pesanti” personaggi russi interessati in particolare nell’acquisizione, riqualificazione e apertura di hotel di lusso: il divieto dall’inizio del conflitto in Ucraina per i cittadini di esportare capitali dalla Russia viene infatti generalmente aggirato con facilità con i depositi in Svizzera o a società “amiche”. L’ipotesi, ovviamente impossibile da confermare, è che i Servizi italiani ed israeliani stessero seguendo qualcuno in particolare.