L’SSC Napoli il 4 giugno 2023 sarà proclamato ufficialmente campione d’Italia per la terza volta nella storia. All’ultima di campionato una partita passerella contro la Sampdoria, già retrocessa, a un mese dalla conquista matematica dello Scudetto fuoricasa sul campo dell’Udinese. Alla fine del match la premiazione ufficiale con la Coppa della Serie A Tim 2022/2023 allo stadio Diego Armando Maradona. La partita alle 18:30, la premiazione in onda a partire dalle 21:00, in onda anche su Rai Due. Cavalcata trionfale della squadra azzurra che non ha mai avuto rivali nella conquista del titolo. Oltre al primo posto ai partenopei anche il maggior numero di gol fatti, il minor numero di gol subiti, la percentuale più alta di possesso palla, il premio di miglior allenatore a Luciano Spalletti, di miglior difensore a Kim Min-jae, di miglior attaccante al capocannoniere della stagione a Victor Osimhen, di miglior calciatore in assoluto del campionato a Kvicha Kvaratskhelia.
La stagione era cominciata con i fischi e la contestazione al ritiro estivo. Parte dei tifosi (non tutti) avevano criticato il piazzamento nella stagione appena finita – terzo posto, dopo due anni nuova qualificazione in Champions League – e il calciomercato messo a punto da parte della società. Secondo i contestatori le bandiere Lorenzo Insigne (il capitano originario di Fratta Maggiore), Dries Mertens e Kalidou Koulibaly e il centrocampista spagnolo Fabian Ruiz non erano stati adeguatamente rimpiazzati. A Napoli erano arrivati l’attaccante georgiano Kvicha Kvaratskhelia, il difensore sudcoreano Kim Min-jae, il terzino sinistro Matias Olivera, l’attaccante italiano Giacomo Raspadori e l’attaccante argentino Giovanni Simeone. Parte della contestazione si era unita sotto la targa A16, dal nome dell’autostrada che porta a Bari, dove la famiglia De Laurentiis ha rilevato il club della città, al momento nella serie cadetta. Un invito a lasciare.
Al debutto in campionato il Napoli si era presentato con un 5 a 2 sul campo del Verona. Primo gol del campionato di Kvaratskhelia con stacco di testa su cross dall’altra fascia di Hirving Lozano. In rete anche Osimhen, Lobotka, Zielinski e Politano. La prima allo Stadio Diego Armando Maradona era finita 4 a 0: doppietta ancora dell’attaccante georgiano e gol di Osimhen e Kim Min-jae. Dopo i pit stop – due pareggi – a Firenze e in casa con il Lecce era arrivato un filotto di undici vittorie consecutive. Prestazioni esaltate da un gioco spettacolare che aveva sconvolto mezza Europa. Il Napoli ha chiuso il proprio girone di Champions League da primo con una serie vittorie clamorose contro il Liverpool in casa (4-1) e ad Amsterdam contro l’Ajax (1-6) e a Glasgow contro il Rangers (0-3).
Le vittorie in Campionato erano arrivate per manifesta superiorità, con goleada, in rimonta, di un solo gol di scarto. La netta percezione di una squadra che potesse puntare da favorita al titolo era arrivata il 18 settembre 2022, nel 2 a 1 ai danni dei campioni d’Italia del Milan, di cui gli azzurri avevano sofferto la migliore prestazione ma senza mai perdere compattezza. Al momento della sosta per i Mondiali in Qatar gli azzurri erano in vantaggio di otto punti sulla seconda in classifica. E proprio alla prima al ritorno dalla sosta, contro l’Inter a Milano, era arrivata la prima sconfitta in campionato: 1 a 0.
Senza alcun contraccolpo erano seguite otto vittorie consecutive, tra cui il pirotecnico 5 a 1 contro la Juventus al Maradona. Il Napoli ha superato agilmente gli ottavi di finale di Champions contro l’Eintracht Francoforte: 2 a 0 in Germania, 3 a 0 a Napoli. Altro record storico in quanto il Napoli non si era mai qualificato ai quarti di finale della massima competizione europea. Al doppio scontro per la semifinale arrivava però più determinato e in forma il Milan, che con un 1 a 0 in casa e un 1 a 1 a Napoli si qualificava per l’Euroderby d’Europa con l’Inter.
Neanche una settimana dopo gli azzurri ipotecavano la conquista del titolo con una storica vittoria a Torino contro la Juventus: il gol di Raspadori al volo al 93esimo contro sarà ricordato molto probabilmente come il gol Scudetto. Festa rimandata – le autorità cittadine avevano disposto un piano apposito per i festeggiamenti e la partita era stata spostata dal sabato alla domenica – dopo l’1 a 1 con la Salernitana in casa. La certezza matematica è arrivata il 4 aprile con l’1 a 1 a Udine – celebrazioni rovinate dalle violenze di alcuni tifosi friulani a danno dei napoletani.
Quella del Napoli è stata una vittoria schiacciante, una dittatura, a 33 anni dall’ultimo titolo vinto dalla squadra di Diego Armando Maradona, considerato da tanti il più grande calciatori di tutti i tempi. Una squadra che è ripartita in estate completando il rinnovamento avviato un anno prima con l’arrivo dell’allenatore Luciano Spalletti. Il tecnico toscano ha recuperato e valorizzato giocatori come Rrahmani e Lobotka, sviliti dalle precedenti gestioni a mere comparse, diventati titolari inamovibili. Ha raffinato il centrocampista Anguissa ma soprattutto l’attaccante nigeriano Osimhen, l’acquisto più caro della storia del Napoli, sfortunato per gli infortuni e incostante negli anni precedenti, che ha chiuso la stagione come calciatore africano che ha segnato più gol in serie A, superando il Pallone d’Oro George Weah. Il portiere Alex Meret, messo in discussione a inizio stagione, ha dimostrato affidabilità e sicurezza. Kvaratskhelia ha avuto un impatto fenomenale dalla prima partita. Spalletti a inizio campionato ha scelto come capitano Giovanni Di Lorenzo, difensore protagonista di una lunga gavetta dimostratosi leader in campo e fuori.
Il tecnico ha saputo valorizzare una rosa forte ma priva di campioni assemblata dalle intuizioni del direttore sportivo Cristiano Giuntoli. Il Napoli ha vinto con una rosa che rappresenta il quinto monte ingaggi della Serie A e il quarto club per valore complessivo della rosa. È stato l’unica favola del calcio nei campionati europei dopo i naufragi alle ultime giornate di Arsenal e Borussia Dortmund in Premier League e Bundesliga. La vittoria della Serie A rappresenta il punto più alto, il capolavoro della gestione De Laurentiis che da anni si batteva ai vertici del campionato – da 14 anni è l’unica italiana sempre in Europa – senza mai riuscire a centrare l’obiettivo più ambito. Un successo che ha abbattuto anche la scaramanzia in una città considerata tradizionalmente scaramantica: già da febbraio la città aveva cominciato a colorarsi e riempirsi di addobbi che celebravano il terzo Scudetto.
La serata di festa in onda su Rai 2. A condurre il presentatore e ballerino Stefano De Martino. Gli ospiti: Gigi D’Alessio, Clementino, Nino D’Angelo, Emma, Arisa, Stash ed Enzo Avitabile. Il secondo tempo del match in diretta sui maxischermi installati in diverse piazze della città dopo l’accordo con il sindaco Gaetano Manfredi, il prefetto Claudio Palomba e DAZN. I maxischermi sono stati installati a Piazza del Plebiscito, Piazza Mercato e Piazza Ciro Esposito a Scampia, Spazio Comunale Piazza Forcella. Maxischermi presenti anche nei comuni dell’area metropolitana: Quarto, Pozzuoli, Portici, Meta, Marigliano, Giugliano, Cardito, Calvizzano, Bacoli, Casalnuovo, Frattamaggiore, Nola, San Giorgio a Cremano, Qualiano, Castello di Cisterna, Palma Campania e Castellammare di Stabia.
La prossima stagione Luciano Spalletti non sarà più l’allenatore del Napoli: l’addio è stato confermato dal presidente De Laurentiis e dallo stesso tecnico toscano. Ai saluti, secondo voci di mercato, anche Cristiano Giuntoli, corteggiato dalla Juventus. Ambiti sul mercato alcuni dei migliori calciatori della stagione, come il difensore sudcoreano Kim Min-Jae e l’attaccante nigeriano Victor Osimhen. L’impressione è che il Napoli dovrà ripartire, sapersi re-inventare ancora una volta, dopo una stagione che ad ogni modo resterà nella storia.