La polemica
Roma Pride, la “farsa” della destra alla Regione Lazio: revoca il patrocinio perché “promuove utero in affitto”
Politica - di Carmine Di Niro
Le parole più dure e nette arrivano da Mario Colamarino portavoce del Roma Pride, che parla di “debito elettorale” del governatore del Lazio Francesco Rocca nei confronti di ‘Pro Vita & Famiglia’, l’associazione ultracattolica nota per le sue posizioni contrarie ai diritti lgbt.
È la polemica furiosa innescata dalla scelta del presidente della Regione Lazio Rocca di revocare il patrocinio alla manifestazione “Roma Pride 2023” prevista sabato 10 giugno nella capitale, che quest’anno avrà come madrine Paola e Chiara.
Una scelta arrivata, sottolinea l’ente guidato dall’ex presidente della Croce Rossa Italiana, eletto col centrodestra e candidato scelto dalla premier Giorgia Meloni, perché la Regione “non può, né potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto”.
In particolare, osserva la Regione Lazio, “il testo viola le condizioni di rispetto esplicitamente richieste nei confronti delle sensibilità dei cittadini del Lazio e rivendica l’imposizione della legalizzazione di azioni illegali e vietate dall’ordinamento italiano. La firma istituzionale della Regione Lazio non può, né potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto. E ciò anche alla luce di quanto dichiarato da Mario Colamarino, presidente del Circolo Mario Mieli e portavoce del Roma Pride“.
Inoltre, spiega ancora la Regione nella sua nota, “si esprime altresì rammarico per il fatto che il patrocinio, concesso in buona fede da Regione Lazio, sia stato strumentalizzato. Quanto avvenuto rappresenta un’occasione persa per costruire un dialogo maturo e scevro da ogni ideologia, fortemente voluto e sentito da questa Amministrazione, per promuovere una reale inclusione e combattere ogni forma di stigma e discriminazione“.
Di diverso avviso la ‘lettura’ di Colamarino, che evidenzia le “motivazioni pretestuose” adottate da Rocca e soci “dato che la Regione Lazio conosceva le rivendicazioni e i contenuti politici della manifestazione”.
Si”amo ormai alla farsa ‘Pro Vita ordina e la politica esegue‘ – aggiunge il portavoce del Roma Pride. Con l’ironia che ci contraddistingue ringraziamo Pro Vita per averci offerto un servizio di ufficio stampa gratuito. Grazie a loro siamo certo che sabato 10 giugno alla grande parata che partirà da piazza della Repubblica alle ore 15 ci sarà una folla oceanica che crede nei diritti, nell’uguaglianza e nella laicità. Per quanto riguarda il governatore Francesco Rocca, lo rassicuriamo che visto che la Regione Lazio è delle cittadine e dei cittadini, quindi anche nostra e non di un manipolo di talebani cattolici, non toglieremo il logo della Regione Lazio dal nostro sito. Il governatore può tranquillamente rivolgersi a Pro Vita, che viste le affinità sicuramente potrà consigliargli qualche hacker russo, ungherese o polacco per farlo rimuovere”.
In mattinata era stato proprio Pro Vita & Famiglia, tramite il suo portavoce Jacopo Coghe, a criticare la scelta iniziale della Regione di aderire col patrocinio al Pride, in programma tra piazza della Repubblica e l’ippodromo delle Capannelle. “Mentre in Parlamento il centrodestra propone di rendere l’utero in affitto un reato universale, il presidente del Lazio concede il patrocinio al Gay Pride che vuole legalizzare la “maternità surrogata”. Ci chiediamo se il centrodestra non sia in preda ad una schizofrenia...”, era stato “l’avvertimento” di Coghe alla Regione, che è subito tornata sui suoi passi.
“La revoca del patrocinio al Pride di Roma da parte della Regione Lazio è atto grave – spiega Cecilia D’Elia, senatrice Pd -, un passo indietro sul terreno dell’impegno dei diritti, della lotta alle discriminazioni. Inutile agitare lo spettro della GPA, il Pride è da sempre il momento in cui la comunità lgbtq+ si mostra con tutto l’orgoglio delle sue battaglie per una piena cittadinanza, a partire dal doveroso riconoscimento dei diritti delle bambine e dei bambini delle famiglie arcobaleno“. Per Emanuela Droghei, consigliera regionale e vicepresidente della Commissione bilancio alla Pisana, “la decisione della Regione Lazio di revocare il patrocinio al Roma Pride è inspiegabile. Il centrodestra, ancora una volta, conferma la sua posizione purtroppo irremovibile su diritti e inclusione. Per governare è necessario avere il coraggio di fare delle scelte e di scontentare qualcuno, anche all’interno del proprio partito, pur di fare la cosa giusta per tante cittadine e tanti cittadini che aspettano ancora di vedere riconosciuti i propri diritti“.
“Dopo averlo concesso, la Regione Lazio ritira il patrocinio a Roma Pride – scrive su Twitter il deputato del Pd, Alessandro Zan -. Una schizofrenia di odio e discriminazione che la destra vuole diffondere usando le istituzioni. Non permetteremo che continui questa crociata contro la cittadinanza lgbtqia+. Tuttə al Roma Pride!“.