Sette anni dopo
Disgelo Iran-Arabia Saudita: Teheran riapre la sua ambasciata a Riad
Dalla condanna a morte del religioso sciita Nimr al Nimr nel 2016 le relazioni erano interrotte. La rivalità tra i due giganti del Medio Oriente, capofila della corrente sciita e di quella sunnita dell'Islam, era perfino peggiorata. La firma degli accordi in Cina
Esteri - di Antonio Lamorte
A sette anni dalla brusca e violenta interruzione delle relazioni , l’Iran ha annunciato che riaprirà alcune delle sue sedi diplomatiche in Arabia Saudita. È un passo storico, che segue lo storico accordo di tre mesi fa con cui i due Paesi punto di riferimento del credo sciita e di quello sunnita musulmani avevano ufficializzato l’intenzione di ristabilire le proprie relazioni diplomatiche. A dare la notizia un portavoce del ministero degli Esteri iraniano.
Oggi, martedì 6 giugno sarà riaperta l’ambasciata iraniana nella capitale saudita. Domani saranno riaperti il consolato a Gedda e l’ufficio di rappresentanza all’Organizzazione della Cooperazione islamica, l’organizzazione internazionale che riunisce più di 50 Paesi a maggioranza musulmana. Le relazioni diplomatiche tra i due Paesi erano state interrotte nel 2016 dopo la condanna a morte in Arabia Saudita dell’importante religioso sciita Nimr al Nimr. A Teheran l’ambasciata saudita venne incendiata, proteste enormi si allargarono tutto il Paese.
La rivalità tra Arabia Saudita e Iran ha definito molte delle tensioni e dei conflitti che hanno infiammato il Medio Oriente. Dal 2016 era stata perfino esacerbata dagli eventi, con le parti ad appoggiare fazioni contrapposte nei conflitti nella Regione come quello in Yemen. Le tensioni avevano portato anche a un avvicinamento informale dell’Arabia Saudita a Israele, di cui l’Iran non ha mai riconosciuto l’esistenza. La rivalità è esplosa dopo la morte di Maometto, profeta dell’Islam, a partire dagli scontri per la successione. L’Iran è governato da una teocrazia sciita, l’Arabia Saudita è una monarchia assoluta sunnita. Rappresentano rispettivamente i Paesi dei punti di riferimento, per svariate ragioni, per le due correnti dell’Islam.
L’accordo firmato in primavera prevedeva la riapertura delle ambasciate e il ritorno dei diplomatici, la riattivazione di un accordo di sicurezza sospeso sette anni fa, un’intesa su principi di rispetto della sovranità degli stati e di non interferenza negli affari interni. I negoziati erano andati avanti anche in Iraq e in Oman. L’accordo del marzo scorso è stato siglato in Cina, alla presenza del capo della diplomazia cinese Wang Yi. Pechino gode di buoni rapporti con entrambi i Paesi, a differenza degli Stati Uniti alleati di Riad ma acerrimi nemici di Teheran.