L'addio della nipote

Chi era Astrud Gilberto, la ragazza di Ipanema scomparsa a 83 anni

Dopo anni trascorsi nel dimenticatoio fu George Michael a riaccendere la sua stella con Desafinado

Cultura - di Graziella Balestrieri - 7 Giugno 2023

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Chi era Astrud Gilberto, la ragazza di Ipanema scomparsa a 83 anni

«Vengo a portare la triste notizia che mia nonna oggi è divenuta una stella ed è accanto a mio nonno Joao Gilberto. Astrud è stata la vera ragazza che ha portato la Bossa Nova da Ipanema nel mondo. Era la pioniera e la migliore». Con queste affettuosissime e delicatissime parole, la nipote Sofia Gilberto, ha annunciato su Instagram la morte della nonna Astrud Evangelina Weinart, 83 anni, divenuta famosa nel mondo come la ragazza di Ipanema e per essere stata il simbolo femminile nell’epoca della Bossa Nova.

Tutto ha inizio quando a metà degli anni Sessanta, Astrud incide la versione in inglese del famoso brano composto da Vinicius de Moraes e Antonio Carlos Jobim Garota de Ipanema che diventa The Girl from Ipanema e che non solo le regala una fama planetaria ma anche un Grammy Award. Basti pensare che dopo Summertime di George Gershwin, La ragazza di Ipanema diventerà la seconda canzone più registrata nel mondo della musica. Poco più che ventenne, Astrud si ritrova il brano in mano solo perché il marito non riesce a cantarla in inglese: è così, per un banalissimo caso, che inizia la carriera della ragazza nata nel 1940, a Salvador De Bahia, da madre brasiliana e padre tedesco, che una volta trasferitasi con la famiglia a Rio De Janeiro, conosce quello che presto sarà suo marito, ma anche una delle figure centrali nella musica brasiliana, ovvero Joao Gilberto.

Ma il Brasile nel quale si affacciano i giovani musicisti è un Paese in preda al caos, che presto verrà sotterrato e insanguinato dalla dittatura militare che imperverserà dal 1964 fino al 1985 e non darà ai giovani nessuna chance per pensare al futuro e lascerà poco spazio all’immaginazione e alla fantasia dei movimenti che sotto la superficie stavano nascendo e che porteranno poi, fortunatamente venti di libertà. E così se da un lato la Bossa Nova perderà la sua leggerezza che l’aveva contraddistinta sin dagli inizi, tramutando i testi d’amore e spensieratezza in testi impregnati di voglia di libertà e di protesta contro la dittatura in artisti come Chico Buarque o Clara Nunes agli inizi degli anni 70, la Bossa Nova interpretata e incarnata da Astrud nella prima metà degli anni 60 troverà nelle morbide corde vocali di quest’artista leggiadra e singolare l’espressione di un Brasile che anche se non parla e canta di dittatura cerca e vuole trovare un modo nella sofisticata arte della Bossa Nova, una forma di espressione artistica per essere leggeri.

Una forma che, detto per inciso, non è mai stata sinonimo di stupidità. Al contrario, quella particolare maniera di essere leggeri, fatta propria da Astrud. è una forma di protesta contro chi ti vuole zittire. Sta di fatto però che Astrud Gilberto sarà molto più apprezzata e famosa fuori dal suo Brasile che imparerà ad amarla e giustamente ad apprezzarla come un’icona e simbolo femminile di quegli anni solo dopo la fine della dittatura. Ha ragione la nipote, da questo punto di vista, quando la definisce una pioniera.

In un contesto così terrificante e brutale come quello del regime dei Gorillas la grazia di Astrud e il suo modo sensuale di interpretare The Girl From Ipanema si sono guadagnati la giusta fama in patria con il tempo. Ne è dovuta passare di acqua sotto i ponti, prima che tutti comprendessero appieno che cosa raccontavano le sue movenze, la sua lentezza. Non era nient’altro che l’identificazione totale con la bellezza della sua terra.  Orgogliosa, fiera, bella, Astrud deve al marito il fatto di averle ceduto un brano che poi lei renderà così importante, e quindi a lui il fatto di averla introdotta negli ambienti musicali.

Ma la riconoscenza verso Joao Gilberto si ferma davvero qui, perché passo dopo passo, esacerbata dalle innumerevoli infedeltà del coniuge, deciderà di rompere e chiedere il divorzio. Oltre la siepe, ad attendere Astrud, c’è la collaborazione con il famoso jazzista Stan Getz, che però presto si rivelerà anche lui non proprio uno stinco di santo. Dopo aver affrontato continui rimproveri e maltrattamenti durante la tournée, finalmente la nostra riesce a separarsi anche da lui ma scoprirà ben presto a che prezzo. nel senso che mister Getz che non le darà nemmeno un soldo. E a poco vale la successiva collaborazione con uno dei suoi veri idoli, ovvero Chet Baker alla fine degli anni Settanta, che per quanto di spessore, come spesso accade nel mondo della musica, non ridarà a miss Weinart la stessa fama ottenuta con “The Girl from Ipanema”.

Passeranno molti anni, prima che la campanella del mainstream tornerà a suonare per Astrud. Succede solo alla fine degli anni 90, precisamente nel 1998, con l’album Ladies and Gentlemen, quando una delle voci più belle e intense in assoluto del panorama maschile musicale, il mai troppo compianto George Michael la vorrà con sé per reinterpretare il brano Desafinado. Ne vien fuori una versione intensa e sensualissima, sofisticata, baciata dall’unione di due tra le più belle voci che il panorama della musica internazionale possa vantare a quell’epoca. E così l’astro di Astrud Gilberto torna a brillare, complice l’intuizione di George Michael, che per un verso riesce ad omaggiare la sensualità brasiliana e per un altro riesce a cogliere tutta la portata simbolica della parabola della ragazza di Ipanema: una stella che era sorta tanto velocemente e in tutto il mondo e che poi con altrettanta velocità si era spenta.

La ragazza dai capelli neri con il fiocco in testa e gli occhi grandi, che teneva lo sguardo fisso verso un pubblico di donne sedute e sorridenti ad ammirarla e a seguire il suo modo lento e disincantato di interpretare una nazione tutta, si riprende in qualche modo il suo posto, con quella voce ferma e delicata, tanto sensuale da non far notare la sua non perfetta intonazione. Chi meglio di lei avrebbe potuto rappresentare la sua terra? Chi meglio di lei ha saputo intonare la leggerezza di un popolo che ha subito una feroce e brutale dittatura? Chi meglio di lei con la sua placidezza ha saputo rappresentare quelle sconfinate spiagge brasiliane che ti assalgono con quella saudade di cui la voce di Astrud è impregnata?

È così che se ne è andata la ragazza che passeggiava sulla spiaggia, che cantava, che sapeva di essere osservata ma che manteneva lo sguardo dritto verso di sé, non curandosi degli altri, non curandosi della tristezza intorno a sé: andando avanti, guardando in avanti, come poi avrebbe fatto la sua terra finalmente liberata. “La leggerezza è propria dell’età che sorge”, diceva Marco Tullio Cicerone. E con Astrud Gilberto stava nascendo una nuova età. Peccato che ce ne se ne renda conto sempre troppo tardi.

7 Giugno 2023

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