“In politica, come nella vita, non c’è nulla di più volgare dei radical-chic senza chic”, scrive sul suo profilo Facebook il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Non c’è un chiaro riferimento ma il post arriva all’indomani della elezione del nuovo ufficio di presidenza del gruppo Pd alla Camera, con il passaggio di Piero De Luca, figlio del governatore campano, dal ruolo di vicepresidente a quello di segretario con strascico di polemiche. Un’uscita, di prima mattina, che sembra a tutti gli effetti un riferimento sibillino al partito e alla segretaria Schlein che tuttavia non viene citata.
Poi in giornata il presidente campano ha incontrato i cronisti a margine della presentazione di un evento culturale. Al cronista che gli chiedeva di Elly Schlein è uscito allo scoperto: “In questa stanza sono vietate le brutte parole”, ha detto, eludendo altre domande in merito. L’umore sembra essere al vetriolo dopo il declassamento del figlio Piero, primogenito del governatore da vicecapogruppo a segretario del gruppo Pd alla camera. Piero De Luca, poco dopo la decisione avvenuta martedì sera, in un post aveva parlato di “vendetta trasversale”.
“È chiaro a tutti – ha scritto Piero De Luca in un post su Facenbook – che le logiche che hanno prevalso in questa vicenda, per quanto mi riguarda, non sono state fondate né su dinamiche politiche, né sulle competenze, né sul contributo al lavoro parlamentare, ma risentono di scorie ancora non smaltite delle ultime primarie. Si è consumata una sorta di vendetta trasversale che non fa onore. Io credo che un grande partito come il PD debba rilanciarsi parlando di temi, di contenuti, di idee, di progetti, anche di sogni per il futuro del Paese. Debba in sostanza parlare di qualcosa, non lavorare contro qualcuno; debba impegnarsi per aggregare e costruire, non disgregare o distruggere e debba farlo possibilmente con una linea politica chiara, non ambigua o equivoca, sulle grandi questioni di attualità. Ma forse ad alcuni di rafforzare il partito interessa davvero poco”.
Intanto uno dei nuovi vice-capogruppo del Pd, Paolo Ciani, intervistato da Repubblica sulla questione Piero De Luca ha detto: “Non ho preso il suo posto, tecnicamente, perché prima erano 3 i vice-capigruppo, ora siamo in 4. Con Piero ho un buon rapporto, c’è stata una scelta della presidente Braga. Continueremo a lavorare insieme, anche perché avrà un ruolo importante, come segretario con delega al Pnrr”. Nell’intervista Ciani ha spiegato che non è iscritto e non si iscriverà al Pd: Demos “è un partito a tutti gli effetti, chiederemo il 2xMille. E non mi iscrivo al Pd, a differenza dei colleghi di Articolo 1. Non saremo ovviamente in contrapposizione, anzi. Ma sono convinto che il centrosinistra debba avere un’area plurale in grado di arrivare al 51% e il Pd da solo, mi auguro, può arrivare al 30%, ma non basta”. E conferma la sua linea sull’Ucraina: “Sono contrario all’invio di armi, anche il Pd ora può cambiare linea”.