Appena qualche giorno dopo la collisione sfiorata tra una nave cinese e una statunitense, la tensione torna a salire a Taiwan. “Dalle 5 del mattino di oggi sono entrati nello spazio aereo di Taiwan 37 velivoli militari cinesi“. Ad annunciarlo il ministero della Difesa di Taiwan. Lo spazio aereo sarebbe stato violato, l’accesso è regolamentato e monitorato per ragioni di sicurezza nazionale. È soltanto l’ultimo episodio della tensione che continua a salire attorno all’isola. Taipei ha risposto all’azione allertando le proprie forze e inviando aerei di combattimento.
L’annuncio è arrivato alle 5 del mattino, ora italiana. “Questa mattina 37 velivoli PLA, inclusi J-11, J-16, H-6, YU-20 e AWACS, sono entrati successivamente nello spazio aereo sud-occidentale di Taiwan. Le forze armate taiwanesi stanno monitorando la situazione da vicino e in risposta hanno inviato aerei CAP, navi militari e sistemi missilistici terrestri”. La Cina sta compiendo da tempo esercitazioni militari attorno a Taiwan, Pechino ha regolarmente fatto volare la sua forza aerea nei cieli vicino all’isola, anche se non nello spazio aereo territoriale di Taiwan.
Taiwan di fatto è uno stato indipendente, è appoggiato dagli Stati Uniti. Aspetto che inasprisce perfino le posizioni in una tensione geopolitica che supera il Mar cinese. A Hiroshima, in Giappone, dove si è tenuta la tre giorni di riunione dei Paesi del G7 la Cina aveva lanciato accuse di diffamazione e interferenze nei suoi confronti, in risposta al comunicato molto duro diffuso dai Paesi del G7 contro le operazioni militari cinesi intorno a Taiwan. I 7 si erano detti “seriamente preoccupati per la situazione nel Mar cinese orientale e nel Mar cinese meridionale” e avevano voluto opporsi “fermamente a qualsiasi tentativo unilaterale di cambiare lo status quo con la forza o la coercizione”.
Pechino aveva anche convocato l’ambasciatore del Giappone nella Capitale, per riferire di quelle dichiarazioni in qualità di Paese ospitante del G7. La Cina rivendica il territorio dell’isola. Dallo scorso aprile ha cominciato a utilizzare anche droni nelle sue incursioni. Il 28 di aprile un velivolo senza pilota di combattimento IB-001 aveva sorvolato attorno all’isola dal versante sud-ovest passando alla parte meridionale, sud-orientale e orientale prima di lasciare lo spazio aereo a nord di Taiwan. Lo stesso giorno Taipei aveva individuato un drone nella parte meridionale della zona aerea di Difesa dell’isola (Aziz).
C’era un drone da ricognizione e combattimento anche nell’incursione di tredici aerei militari cinesi del 12 maggio scorso, che aveva sorvolato attorno a gran parte dell’isola. Le autorità di Taipei lo scorso 27 maggio avevano parlato di “una flotta dell’Esercito popolare di liberazione composta da tre navi, guidata dalla portaerei Shandong” che aveva attraversato “lo Stretto di Taiwan intorno a mezzogiorno di oggi a ovest della linea mediana in direzione nord. Stiamo monitorando attentamente i loro movimenti e risponderemo di conseguenza”. Le esercitazioni erano aumentate nei mesi scorsi dopo la visita negli Stati Uniti della presidente di Taiwan Tsai Ing-wen.