Trovato un cadavere nel muro
“Finchè non mi diranno che quel corpo è di Sibora, continuerò a sperare che torni”, il dolore della mamma
Cronaca - di Redazione Web
Il misterioso ritrovamento di un cadavere chiuso in una cassa, a sua volta incastonata nella parete di un appartamento di Torremolinos, in Spagna, hanno riacceso i riflettori sulla scomparsa di Sibora Gagani, 22enne italo albanese scomparsa da Nettuno 9 anni fa. Aveva seguito lì il fidanzato, un 45enne di Nettuno, ma da lì è come svanita nel nulla. Il fidanzato aveva detto alla famiglia che era andata via dopo una lite. Ora il misterioso ritrovamento proprio nella casa in Spagna che l’uomo condivideva con Sibora. E sarebbe stato lui stesso a fare una confessione ufficiosa agli agenti, poi ritrattata, nel momento in cui si è trovato in stato di arresto con l’accusa di omicidio di un’altra donna, Paula, 28 anni, la sua nuova compagna spagnola, uccisa a coltellate. Per il momento quella che il corpo trovato sia di Sibora è solo un’ipotesi: bisognerà aspettare le concrete prove del Dna. Ma in tanto il dolore della mamma di Sibora si riaccende e la speranza non diminuisce: “fino a quando non mi diranno che quel corpo è della mia Sibora, io spero che lei ritorni a casa”, ha detto in una intervista a Repubblica.
LaPresse riporta che il subdelegato del governo a Malaga, Javier Salas, parlando con i media spagnoli del caso di Sibora Gagani, ha affermato che tutto fa pensare che il corpo ritrovato dalla polizia, murato in un appartamento di Torremolinos, appartenga alla ragazza italo-albanese, scomparsa nove anni fa all’età di 22 anni, ma che la certezza assoluta si avrà solo dopo un test del Dna, preferibilmente prelevando un campione dalla madre, che si trova in Italia. Salas ha affermato che la polizia è già in possesso di alcuni campioni del Dna della ragazza che però sono stati raccolti da effetti personali forniti dal presunto assassino, e che per questo non hanno completa affidabilità. Per avere la certezza completa che i resti ritrovati siano della ragazza bisognerà aspettare il confronto del Dna del corpo con quello dei familiari di Gagani, e in particolare con quello della madre, ha confermato a LaPresse il legale della famiglia.
E intanto crescono i sospetti sul 45enne. “Ha sempre negato, io stessa gli avevo fatto la domanda anni fa e lui guardandomi negli occhi mi aveva negato. Ha sempre detto di non avere fatto male a mia figlia. Ricordo i suoi occhi 9 anni fa, aveva un viso imperturbabile”, ha raccontato la madre di Sibora. La donna racconta di aver avuto la notizia e che presto invierà il campione del suo dna per i test ufficiali. Ricorda l’ultima volta che ha visto sua figlia: “Ricordo che un mese prima di partire, mia figlia lo voleva lasciare, anzi lo aveva proprio allontanato, e mi ha detto che voleva che sparisse. Poi, invece, da donna innamorata ha deciso di seguirlo. Sperava di sposarlo, di formare con lui una famiglia. Mi ha abbracciata e da allora non l’ho più vista”, continua.
Sibora alla mamma non aveva mai raccontato di eventuali comportamenti violenti da parte del partner. “Alle sue amiche invece sì. Glielo disse in una telefonata prima di partire per la Spagna. Ma loro hanno parlato solo adesso, a 13 anni dall’inizio di questa storia maledetta”. Poi una volta in Spagna la mamma non avrebbe più avuto notizie di sua figlia. “Ho pensato subito che avesse ucciso mia figlia, ho fatto una denuncia alla polizia spagnola. Loro sono andati a casa sua e hanno trovato un pettine, un paio di mutandine e i vestiti di mia figlia. Ma non hanno fatto più niente. Sono arrabbiata con quei poliziotti”, ha raccontato.
E conclude con un ricordo di sua figlia Sibora: “Voleva fare la maestra e faceva già la modella. La chiamavano farfallina perché era sempre sorridente e leggera. Questi nove anni di buio hanno cancellato tutto di lei, anche i suoi social. E a farlo è stato lui, ovviamente. Ha cancellato mia figlia”.