Il cardinale e Presidente Cei
Zuppi dopo il viaggio a Kiev: “Del viaggio a Mosca dobbiamo parlarne con Papa Francesco, non si arrende alla guerra”
Il cardinale e Presidente Cei dopo il viaggio a Kiev: "Papa Francesco non si arrende, non vuole arrendersi e cercare tutto ciò che può favorire il percorso di pace"
Esteri - di Antonio Lamorte
Matteo Maria Zuppi ha spiegato in un evento di Comunione e Liberazione a Roma che al momento il viaggio a Mosca non è ancora in programma. “Dobbiamo rifletterne, dobbiamo parlarne col Santo Padre”, ha detto il cardinale e Presidente della Cei volato a Kiev per due giorni a inizio settimana come inviato di Papa Francesco per provare a sondare spiragli di trattative di pace tra Ucraina e Russia. “La nostra non è una mediazione, ma è un manifestare interesse, vicinanza e ascolto perché il conflitto possa trovare dei percorsi di pace. Tutto il resto sono attese che abbiamo tutti quanti, nello sperare che la guerra finisca, o speculazioni”.
L’iniziativa della Santa Sede potrebbe essere, secondo quanto emerso dalle parole del cardinale, frenata al momento dall’intervento chirurgico all’intestino cui è stato sottoposto il Pontefice la scorsa notte. Un’operazione portata a termine “senza complicazioni”. Papa Francesco ha reagito bene all’intervento, è “vigile e cosciente”, ha fatto anche qualche battuta. Il viaggio di Zuppi a Kiev, che all’inizio degli anni ’90 era stato tra i protagonisti della trattativa che nel 1992 ha portato agli accordi di pace in Mozambico, era stato annunciato come una sorta di missione che avrebbe dovuto portare il cardinale anche a Mosca. Doppia trasferta che a questo punto non è confermata.
“Dobbiamo parlare, riflettere sulle cose che abbiamo ascoltato e vedere i passi successivi. Chiaramente ne dobbiamo parlare con Papa Francesco, aspettando che stia meglio”, ha aggiunto a margine dell’evento. “Ho incontrato il cardinale Zuppi. Abbiamo discusso della situazione in Ucraina e della cooperazione umanitaria nel quadro della formula di pace ucraina. Solo sforzi congiunti, isolamento diplomatico e pressioni sulla Russia possono portare una giusta pace in terra ucraina“, aveva osservato dopo il faccia a faccia con l’inviato del Papa il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Zuppi si è detto anche preoccupato “per quanto successo alla diga” di Kahkovka, colpita e danneggiata nei giorni scorsi, il cui straripamento ha sommerso circa 600 chilometri quadrati, oltre duemila persone nelle aree colpite dalla distruzione sono state evacuate. “Manifestiamo tanta attenzione per questo e per l’ecosistema, viste le conseguenze che potrà portare, e tanta vicinanza al popolo ucraino e alle popolazioni che soffrono”. Continuano le accuse incrociate tra Kiev e Mosca per il disastro. “Papa Francesco non si arrende – ha aggiunto il cardinale – Tanto che ha voluto questa missione proprio perché non vuole arrendersi e cercare tutto ciò che può favorire il percorso di pace“.