Lo scontro con viale Mazzini

“Meno gay in Rai, Fazio un farabutto e da Annunziata solo propaganda”, la svolta sovranista di Claudio Lippi

Politica - di Redazione

9 Giugno 2023 alle 10:39 - Ultimo agg. 9 Giugno 2023 alle 17:28

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“Meno gay in Rai, Fazio un farabutto e da Annunziata solo propaganda”, la svolta sovranista di Claudio Lippi

Le possibilità di un ritorno in Rai di Claudo Lippi, 78enne storico conduttore tv, sembrano essere ridotte al lumicino. Lo fa intendere una nota di viale Mazzini che evidenzia come le sue affermazioni “sono lesive della reputazione della Rai e dei propri dirigenti. Pertanto è da escludere qualsiasi tipo di collaborazione con il conduttore”. Troppo sovranista anche per la nuova Rai virata a destra.

Oggetto delle polemiche sono le parole riportate da La Stampa del celebre volto tv, giovedì presente alla Camera dei Deputati assieme ad alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, il partito della premier Giorgia Meloni che sta lavorando ad una svolta in salsa sovranista della tv pubblica, a partire dai telegiornali ma soprattutto dalle conduzioni dei vari programmi di punta.

Lippi non nasconde una certa vicinanza, anche ‘storica’, con i due leader trainanti della destra-centro italiana, la premier Meloni e il suo vice e segretario della Lega Matteo Salvini. Il conduttore rivela infatti che cinque anni i due gli aveva chiesto una mano: “Volevano avere un parere, uno sguardo esterno sulla Rai, da chi la tv la conosce”. Lui ha risposto “che ci vuole il sorriso. La Rai deve entrare nelle case degli italiani dicendo ‘buonasera’. Con leggerezza e intelligenza, non con la propaganda”.

Su questo tema, la propaganda, Lippi usa parole al vetriolo: si riferisce infatti “a Fazio e Littizzetto, non ho problemi a far nomi. Se ne sono andati loro. Fazio ha raccontato bugie, dicendo che la pubblicità faceva incassare il triplo di quanto costava il programma. Ma se costava 450 mila euro a puntata, incassava 1 milione e 200 mila di pubblicità? Ma dai…”. Fazio che per il conduttore tv è addirittura “un farabutto: lui e la sua sorellina avevano già pronto un contratto milionario con Discovery. Ma sa che c’è? Basta pigiare il nove sul telecomando per vederli ancora, qual è il problema?”.

Ma Lippi ne ha anche per Lucia Annunziata, la giornalista che ha detto addio a viale Mazzini per le ‘divergenze’ col nuovo corso: “Propaganda, “kultura” con la k. Ora basta. L’ha vista l’intervista alla ministra Roccella? Cattiva, aggressiva. Non è Rai quella”.

Il conduttore spiega poi che “è il momento di portare il talento in Rai. Finora non è andata così. Casalino, per esempio, si crede un grande ufficio stampa? Stefano Coletta, il direttore che per fortuna non c’è più, ha fatto lavorare gay e gaie solo per il motivo di esserlo. Tanti e tante che non avevano alcuna competenza, la Rai usata per fare coming out. Allora anche noi etero dovremmo fare coming out, no?”.

Lippi spiega poi di seguire con assiduità la politica, della premier Meloni dice che è “generosa” e che è “una ‘popolana di Garbatella’. Ha vinto le elezioni parlando agli italiani e alle italiane. Serve quel linguaggio lì”. Al contrario le opposizioni “litigano tutte. Il Pd prende ancora il 20%, incredibile. Ma chi li vota? Boh. Calenda si mette nelle mani di Renzi. Sembrano il gatto e la volpe. Poi, sinceramente, Calenda può fare politica? Al massimo può fare l’opinionista al bar”.

Tirato in ballo, Calenda ha risposto al celebre volto tv su Twitter: ““Basta con i gay in TV” è una frase che a nessuna persona con una “voce pubblica” verrebbe in mente di pronunciare in un paese occidentale. Il fatto che questo figuro non provi vergogna a farlo in Italia dimostra che c’è un enorme lavoro culturale da fare”.

La ‘difesa’ del conduttore

Ho subito un attacco alla mia privacy in modo maldestro e una grave lesione della mia immagine: sto valutando con il mio ufficio stampa e con i miei legali come contrattaccare“. Così all’Ansa Claudio Lippi risponde al mare di polemiche nate dopo la pubblicazione del suo “colloquio” con La Stampa, parole ritenute dalla Rai “lesive della reputazione” dell’azienda e dei suoi dirigenti.

Non mi riconosco nelle affermazioni che mi sono state attribuite: non userei la parola farabutto neanche per il mio nemico più acerrimo e difendo con una lotta continua la libertà di scelta sessuale“, sottolinea Lippi. “Sono una persona perbene. E sono anche un cittadino libero e decisamente schierato con il nuovo governo, formato da persone che conosco personalmente, a partire da Berlusconi, e dal rapporto personale con Salvini e Meloni. Conosco la capacità, la passione, l’onestà di questa coalizione nel proporre programmi che si possano mettere in pratica, cosa che, da cittadino, non ho rilevato negli ultimi anni con i precedenti governi, né nell’attuale opposizione in cui non c’è coesione. Ma non credo che si possa essere condannabili per queste idee“. “Ho 59 anni di lavoro alle spalle, un pubblico che crede in me e nella mia onestà intellettuale e la difenderò fino alla morte“, conclude Lippi.

 

di: Redazione - 9 Giugno 2023

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