Il voto a Roma del 1993

Quando Berlusconi sdoganò la destra: l’Msi fuori dal ghetto dopo l’appoggio a Fini

La sfida a Rutelli per il comune. L'allora segretario dell'Movimento Sociale incassò l'endorsment dell'imprenditore. Era ancora lontana la svolta di Fiuggi, Berlusconi non era ancora sceso in politica

Politica - di Antonio Lamorte - 12 Giugno 2023

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Quando Berlusconi sdoganò la destra: l’Msi fuori dal ghetto dopo l’appoggio a Fini

Prima delle elezioni vinte nel 1994, prima anche dell’epocale svolta di Fiuggi. A sdoganare la destra destra, destra estrema, destra sociale per alcuni, destra e basta, Berlusconi ci arrivò anche prima dello storico discorso della discesa in campo, quello dell’“Italia è il Paese che amo”, del gennaio 1994. Era il 1993 e si votava a Roma. Francesco Rutelli contro Gianfranco Fini.

Pieno momento di transizione della destra, dal Movimento Sociale Italiano ad Alleanza Nazionale. Fini era segretario del partito che era stato di Giorgio Almirante. Quell’anno cambiava la legge elettorale, si votava al ballottaggio. Sinistra contro destra. Berlusconi era l’uomo nuovo: proprietario di un complesso di aziende, monopolista della tv, presidente del Milan, edilizia e telecomunicazione. Era un imprenditore di grande successo.

Intervenne all’inaugurazione di un centro commerciale a Roma. Quando i cronisti gli chiesero: se fosse romano chi voterebbe, rispose senza esitazioni. “Io voterei Fini”. Quelle parole furono considerate lo sdoganamento della destra. Fecero il giro del mondo. Alla fine sindaco di Roma divenne Rutelli. Berlusconi però scese in campo un anno dopo, il video del suo impegno in prima persona venne registrato a Villa Macherio: prometteva un popolo delle libertà e un nuovo miracolo italiano, metteva in guardia dai “nostalgici” del comunismo. Forza Italia era il contenitore nuovo dell’uomo nuovo.

Il menage con Lega e Alleanza Nazionale e il Centro Cristiano Democratico, nord e sud insieme in una grande coalizione di centrodestra, vinse le elezioni. Nessuno pensava all’inizio degli anni Novanta che quell’imprenditore avrebbe segnato per sempre la storia d’Italia. La svolta di Fiuggi arrivò soltanto il 27 gennaio 1995. Il rapporto con Fini si chiuse in maniera burrascosa e spettacolare con l’emblatico “che fai mi cacci?” al Consiglio Nazionale del Popolo della Libertà nell’aprile 2010. Gli eredi di quella tradizione oggi rappresentano il principale partito del Paese, Fratelli d’Italia, e la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

12 Giugno 2023

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