Silvio Berlusconi è morto. Il leader di Forza Italia è scomparso all’età di 86 anni all’ospedale San Raffaele di Milano. Nella struttura sanitaria milanese il fondatore di Mediaset era stato ricoverato venerdì scorso per essere sottoposto ad “accertamenti programmati” legati alla leucemia mielomonocitica cronica di cui soffre da tempo.
Le sue condizioni erano precipitate nelle ultime ore: non a caso questa mattina si sono precipitati in ospedale il fratello Paolo intorno alle 9:30 raggiunto, poco dopo, dai figli dell’ex premier Marina, Eleonora, Barbara e Pier Silvio.
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Berlusconi era tornato nella struttura sanitaria venerdì dopo un primo lungo ricovero — di 45 giorni — terminato poche settimane fa, a causa di una polmonite e di una forma di leucemia.
Negli ultimi anni il presidente di Forza Italia aveva avuto diversi problemi di salute, subendo anche alcune operazioni delicate: nel 2016 su sottoposto ad un intervento al cuore per la sostituzione della valvola aortica, e nel 2019 un’operazione d’urgenza per un’occlusione intestinale. Nonostante i ripetuti problemi di salute, aveva sempre mantenuto il timone del partito, che per i critici era da considerare più una seconda “azienda”: non è un caso in fondo che nella quasi trentennale esperienza politica, ed in particolare negli ultimi anni, non sia mai emerso in Forza Italia un suo possibile successore. Furono anzi celebri gli scontri e le fuoriuscite di quelli che venivano considerati i suoi ‘delfini’ o possibili successori, da Gianfranco Fini a Angelino Alfano.
Nato a Milano il 29 settembre 1936, iniziò la sua attività imprenditoriale nell’edilizia per poi costituire nel 1975 la società Fininvest e nel 1993 la società di produzione multimediale Mediaset, nelle quali convergono altre società come Arnoldo Mondadori Editore e Silvio Berlusconi Communications. L’anno seguente, è il gennaio 1994, fonda Forza Italia, nuova casa dei moderati italiani che porterà ad una clamorosa vittoria elettorale contro l’allora Partito Democratico della Sinistra di Achille Occhetto.
Forza Italia ottenne più del 20 per cento dei voti, ottenendo la maggioranza con una coalizione formata assieme ai secessionisti della Lega Nord di Umberto Bossi e i postfascisti di Alleanza Nazionale, di Gianfranco Fini.
Quella del 1994 è l’elezione della celebre “discesa in campo”, come la definì lui stesso: un video che Berlusconi diffuse tramite le sue stesse televisioni per presentare la sua candidatura alla guida del Paese, diventato negli anni il reperto politico più famoso della storia politica recente italiana.
Forza Italia che poi farà confluire nel 2008 nel Popolo della libertà, salvo poi rifondarla nel 2013. Il 2013 è anche l’anno della sua unica condanna definitiva, quattro anni di carcere per il cosiddetto processo Mediaset: sin dalla sua “discesa in campo” Berlusconi fu travolto da un numero incredibili di processi e inchieste, ma quella fu l’unica condanna definitiva dopo una miriade di assoluzioni, prescrizioni e archiviazioni, alcune anche a seguito dell’approvazione delle “leggi ad personam” che il leader di Forza Italia fece approvare dalle sue maggioranze parlamentari.
Berlusconi fu interdetto per due anni dai pubblici uffici, decadendo da senatore e risultando incandidabile per alcuni anni. Scontò la sua pena di un anno ai servizi sociali, lavorando in una clinica per anziani a Cesano Boscone. Ricandidato nel 2019, al Parlamento europeo, fu eletto diventando il più anziano eurodeputato di sempre. Nel settembre 2022, nelle elezioni che hanno visto il trionfo del centrodestra a trazione meloniana, Berlusconi è rientrato in Parlamento, al Senato.
Negli ultimi anni, in cui la destra italiana si è spostata su posizioni sempre più estreme e populiste, Berlusconi ha tentato di mostrarsi come “padre nobile” e rappresentate dell’elettorato più moderato, anche se con scarso successo elettorale. Forza Italia è stata infatti superata prima dal boom della Lega di Matteo Salvini e poi da Fratelli d’Italia, che oggi guida la coalizione con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi.
Nella sua quasi trentennale esperienza politica è stato per quattro volte Presidente del Consiglio: la prima volta nella XII legislatura (1994-1995), due consecutive nella XIV (2001-2005 e 2005-2006) e, infine, nella XVI legislatura (2008-2011). Con 3339 giorni complessivi è il politico che è rimasto in carica più a lungo nel ruolo di presidente del Consiglio dell’Italia repubblicana.
Con Berlusconi si chiude un’epoca politica, di fatto la cosiddetta “Seconda Repubblica”. Un personaggio divisivo che ha polarizzato il Paese ma che soprattutto ha avuto l’onore e l’onere di aver segnato la storia politica, il costume, i media e lo stile dell’Italia intera.
Tra i tanti commenti politici arrivati nei minuti successivi alla scomparsa del Cavaliere, come era conosciuto Berlusconi avendo ricevuto nel 1977 l’ordine al merito del lavoro, al quale ha rinunciato a seguito di una condanna penale nel 2014, spicca quello di Romano Prodi, che per due volte è riuscito a batterlo nelle urne elettorali, nel 1996 e nel 2006. “Partecipo al profondo cordoglio per la scomparsa di Silvio Berlusconi. Lo ricordo come un leader politico che, nel suo lungo e intenso impegno pubblico, ha esercitato una grande influenza nella vita del nostro paese, incidendo non solo sulle istituzioni, ma anche nella vita di tutti i cittadini. Nel nostro lungo confronto politico abbiamo rappresentato mondi diversi e contrapposti, ma la nostra rivalità non è mai trascesa in sentimenti di inimicizia sul piano personale, mantenendo il confronto in un ambito di reciproco rispetto. Ho apprezzato il suo sostegno alla causa europeista, soprattutto perché confermato e ribadito in un periodo in cui il nostro comune destino europeo era messo duramente e imprudentemente sotto accusa. Porgo alla sua famiglia e a tutti i suoi cari le mie più profonde condoglianze“.
Sulla scomparsa di Berlusconi si è espressa anche Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio in un videomessaggio ha ricordato che Berlusconi “era soprattutto un combattente, era un uomo che non aveva mai avuto paura a difendere le sue convinzioni e sono state esattamente quel coraggio e quella determinazione a farne uno degli uomini più influenti della storia d’Italia, a consentirgli di imprimere delle vere e proprie svolte nel mondo della politica, della comunicazione e dell’impresa”. “Con lui – continua Meloni – l’Italia ha imparato che non doveva mai farsi imporre dei limiti. Ha imparato che non doveva mai darsi per vinta. Con lui noi abbiamo combattuto, vinto, perso molte battaglie. E anche per lui porteremo a casa gli obiettivi che, insieme, ci eravamo dati. Addio Silvio”.
I funerali di Berlusconi si terranno nel Duomo di Milano mercoledì, come confermato dalla Curia.