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Il mistero di Kata, la bimba scomparsa a Firenze: l’ipotesi del sequestro e del racket

Il mistero di Kata, la bimba scomparsa a Firenze: l’ipotesi del sequestro e del racket

Continuano i controlli e i sopralluoghi anche con i cani in uno stabile vicino al palazzo occupato dove abita Kata, la bimba di origini peruviane di 5 anni scomparsa da sabato scorso. Da quanto appreso i sopralluoghi avrebbero avuto esito negativo. Intanto la madre della piccola ha trascorso la notte in ospedale, al pronto soccorso, dove è stato trasportata nel tardo pomeriggio di ieri perchè, secondo quanto appreso, avrebbe ingerito una piccola quantità di candeggina. E continuano le fiaccolate e le richieste di aiuto da parte di parenti e amici della piccola. Un mistero che non trova ancora nessuna soluzione.

Kata viveva nel palazzo dell’ex hotel Astor, una struttura abbandonata e occupata abusivamente dallo scorso settembre , insieme alla mamma, al fratello di 8 anni e agli zii. Da domenica la stanno cercando 225 volontari suddivisi in 94 squadre, coordinati dalla Protezione civile. I sommozzatori hanno anche perlustrato l’Arno e il Mugnone ma di Kata sembra non esserci più traccia. Le indagini dei carabinieri proseguono senza sosta. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la pm della Procura distrettuale antimafia Christine Von Borries che ha aperto il fascicolo per sequestro di persona a scopo di estorsione. Dietro la misteriosa scomparsa della piccola ci sarebbe il racket dei posti letto nell’albergo occupato.

Lunedì 12 Katherine, la madre di Kata, e la sua amica Isabel sono state ascoltate per un paio di ore dalla pm come persone informate sui fatti. L’amica ha racconta to di aver ricevuto una telefonata da unnumero anonimo: una voce maschile con accento spagnolo le diceva che Kata era con lui. Ma gli investigatori avevano già ipotizzato che si potesse trattare di un mitomane. A questo si aggiunge che la mamma di Kata ha raccontato delle liti nell’ex hotel occupato e della difficile situazione abitativa in cui versano numerose famiglie. Avrebbe anche fatto nomi di persone che potrebbero essere coinvolte in quelle difficili dinamiche e quindi avere forse qualche responsabilità nella misteriosa scomparsa della bambina.

Una volta rientrata a casa, la mamma di Kata, colta dalla disperazione avrebbe ingerito della candeggina ed è stata subito soccorsa. Il giorno prima anche il padre di Kata aveva fatto lo stesso dal carcere di Sollicciano dove è detenuto, finendo in ospedale. Portato all’ospedale di Torregalli è stato sottoposto a lavanda gastrica ed è controllato a vista dalla polizia penitenziaria. Nelle prossime ore sarà probabilmente sentito anche lui dagli inquirenti.

Mentre si con sumava il dramma familiare, la comunità peruviana ha continuato a scendere in piazza per chiedere aiuto a ritrovare Kata. “Aiutateci a trovare Kata”, “Invochiamo alla legge italiana, aiutateci a trovare Kataleya” e “48 ore senza risposte”, recitano i numerosi cartelli esposti. Insieme a loro anche la mamma della bambina. Sopra la maglietta tiene appiccicato un foglio con la foto della figlia e i numeri di telefono da chiamare in caso di ritrovamento. Stringe in mano il panda di peluche amatissimo dalla bambina. “Non farò denuncia, non farò niente, ma lasciatela tornare a casa” dice.