L'addio al leader FI
Le opposizioni riabilitano Berlusconi: “Amore per l’Ue e grande umanità”
Da Schlein a Conte, tutti riconoscono al leader di Forza Italia un ruolo da protagonista nell’ultimo trentennio. L’omaggio di Prodi, Veltroni e D’Alema
Politica - di Giulio Seminara
Alla fine il “caimano” si è trasformato in un “affabile europeista” e lo “psiconano” si è rivelato un “coraggioso e appassionato avversario”. La morte di Silvio Berlusconi, deceduto ieri mattina all’ospedale San Raffaele di Milano per i postumi di una leucemia mielomonocitica all’età di 86 anni, ha improvvisamente costretto i suoi numerosi avversari a fare pubblicamente i conti con una figura molto complessa e a rivivere un trentennio di furente lotta politica.
E il coro dei rivali, antichi e recenti, ha fornito un racconto del leader di Forza Italia privato da riferimenti giudiziari e critiche feroci ma al contrario fitto di riconoscimenti. In un largo, sebbene sfumato, commiato che sotterra quasi di fretta la lunga stagione dell’antiberlusconismo e sembra travalicare la semplice pietas e il rispetto, in un sussulto che sa di riconciliazione, di riabilitazione politica. A cominciare dalle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “antiberlusconiano” già ai tempi della Dc e presente mercoledì ai funerali di Stato presso il Duomo di Milano, sigillo di avvenuta riabilitazione: “Berlusconi ha contribuito a plasmare una nuova geografia della politica italiana e ha favorito continuità nell’indirizzo atlantico ed europeista della nostra Repubblica”. Ma oltre l’indirizzo geopolitico il capo dello Stato loda la persona, “dotata di grande umanità, un imprenditore di successo, un innovatore”.
Il punto è che il saluto del Colle a Berlusconi è simile a quello del centro-sinistra italiano, M5s incluso. Elly Schlein sancisce che con la morte del leader di Forza Italia “si è chiusa un’epoca” e nonostante le “divisioni sulla visione politica” c’è “il rispetto” per colui che è stato “un protagonista della storia del nostro Paese”. E in segno di quel rispetto i democratici hanno rinviato la pur delicata direzione nazionale prevista proprio ieri pomeriggio. Al Nazareno hanno da tempo sotterrato l’ascia di guerra con Arcore, come dimostra anche il deputato Pd e già segretario dei Ds Piero Fassino che definisce l’ex premier un “protagonista della storia dell’imprenditoria, della politica e dello sport, che ha segnato la vita del paese per trent’anni”.
Nel ricordarlo l’esponente dem evoca il “rispetto, la lealtà e la franchezza tenuti da avversario”. E il sindaco Pd Dario Nardella esprime “cordoglio e vicinanza alla famiglia Berlusconi” a nome della pur rossa Firenze. Anche i padri nobili del centrosinistra hanno usato toni concilianti verso l’antico rivale, seppure in modo diverso. Achille Occhetto, il rivale nelle decisive elezioni politiche del 1994, pur rivendicando il “rapporto personale sempre civile” ritiene che il suo sfidante abbia di fatto “sdoganato il populismo nella politica italiana”. L’ex segretario dei Ds Massimo D’Alema parla di “indiscutibile contributo che Berlusconi ha dato alla edificazione di un nuovo sistema e alla creazione, in Italia, di una destra legata al sistema democratico europeo”. E cita il “tratto umano affabile e cordiale”. L’ex segretario del Pd e sfidante di Berlusconi nelle elezioni politiche del 2008 Walter Veltroni sottolinea “l’ancoraggio” del leader di FI “all’europeismo e ad una idea di bipolarismo”.
Concede l’onore delle armi anche Romano Prodi, l’eterno avversario: “La nostra rivalità non è mai trascesa in sentimenti di inimicizia sul piano personale, mantenendo il confronto in un ambito di reciproco rispetto. Ho apprezzato il suo sostegno alla causa europeista, soprattutto perché confermato e ribadito in un periodo in cui il nostro comune destino europeo era messo duramente e imprudentemente sotto accusa”. Riconoscimenti importanti da parte dei protagonisti di una stagione di lotta politica vissuta senza esclusione di colpi da entrambi gli schieramenti. Una storia diversa quella del leader di Italia Viva Matteo Renzi che saluta chi “è stato capace di rinnovare in modo straordinario” e auspica il “riconoscimento anche da parte anche di chi l’ha odiato che è comunque un uomo che ha scritto una storia, che credo sarà innanzitutto difficile da capire, perché è una storia che si intreccia con l’Italia in maniera strepitosa”.
A stupire è il commiato di Giuseppe Conte, il leader del Movimento 5 stelle, fondato da quel Giuseppe Grillo che definiva “psiconano” e accusava di ogni nefandezza Berlusconi. L’ex premier ha così definito e salutato il leader di Forza Italia “un imprenditore e un politico che in ogni campo in cui si è cimentato ha contribuito a scrivere pagine significative della nostra storia. Ha acceso e polarizzato il dibattito pubblico forse come nessun altro, e anche chi lo ha affrontato da avversario politico deve riconoscere che non gli sono mai mancati il coraggio, la passione, la tenacia”. Svariati complimenti che cozzano con i “vaffanculo” e le offese pronunciate dal Movimento nella sua storia, contro Berlusconi e altri, e così questo saluto all’avversario sembra quasi una piroetta e un’abiura involontaria per le vecchie pratiche usate dai pentastellati nella lotta politica.
C’è la coerenza di Nicola Fratoianni che rivendica la posizione di “lontanissimi” dalle scelte politiche del leader di Forza Italia, pur nel “rispetto e cordoglio” e c’è la singolare coerenza del Fatto Quotidiano che nella home del sito ieri aveva una copertina con Berlusconi raffigurato nell’aldilà alle prese con “l’ultimo giudice”. Un’eccezione di cattivo gusto che conferma il clima al contrario rispettoso, da riconciliazione e riabilitazione politica, vissuto ieri. Probabilmente la sinistra ora teme che senza Berlusconi il governo e la coalizione di maggioranza si spostino ancora più a destra. E chissà se nel futuro prossimo qualcuno tra gli ex nemici non possa provare perfino nostalgia per il “caimano”.