La modernizzazione
Aiutateci a salvare il Pnrr dalla destra
Inefficienze e il disinteresse di governo e Regione Lazio rischiano di mandare al macero le grandi risorse stanziate dall’Europa e non solo.
Politica - di Emanuela Droghei
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha costituito una svolta epocale nelle politiche europee mostrando una volontà delle Istituzioni comunitarie di agire in modo coeso e condiviso per affrontare le sfide post pandemia. In questi mesi, tuttavia, i ritardi e le incertezze mostrate a più riprese dal Governo Meloni rischiano di compromettere questa grande opportunità. Nonostante preannunciate revisioni da concordare con le Istituzioni Europee, in realtà stiamo assistendo ad un disegno di ridimensionamento della portata del PNRR col rischio di cancellare importanti progetti e perdere una occasione irripetibile.
Questa prospettiva va scongiurata. Il PNRR, è stato sottolineato a più riprese da molti, non è solo un meccanismo di ripresa post-pandemia, ma anche un’opportunità per rafforzare l’economia e la comunità territoriali. Gli investimenti mirano alla transizione ecologica, alla digitalizzazione e alla coesione sociale, rappresentando un segno tangibile di solidarietà e sviluppo. Queste scelte del Governo, rischiano di far perdere anche al Lazio, come ad altre Regioni italiane, un’opportunità unica.
Progetti attesi da tempo e con una forte valenza interregionale, come la ferrovia Orte-Falconara con un finanziamento di 510 milioni di euro e la ferrovia Roma-Pescara con un investimento previsto di 620 milioni di euro, potrebbero essere bloccati. Queste infrastrutture sono fondamentali per migliorare la connettività e la mobilità tra le regioni e bloccarle significherebbe minare la crescita di un territorio oltre ad ostacolare l’accessibilità alle aree interne del Lazio.
Il PNRR ha cercato di affrontare la cronica mancanza di asili nido nel nostro Paese, che rende difficile conciliare i tempi tra lavoro e famiglia. Nel Lazio sono stati stanziati 219,4 milioni di euro per affrontare questo problema, ma a causa dei ritardi, queste risorse sono ora a rischio. La gravità di perdere queste risorse che servono per sollevare le famiglie dall’annoso problema dei posti insufficienti negli asili, sembra non interessare minimamente non solo al governo di Giorgia Meloni, ma anche alla giunta Rocca che non una parola ha speso in questi primi mesi di amministrazione.
Anche importanti progetti per la transizione ecologica potrebbero essere penalizzati da queste incertezze. L’implementazione di infrastrutture di ricarica elettrica nei centri urbani ed extraurbani, con un investimento di 61 milioni di euro, rischia di essere compromessa. Altro tema cruciale che sarà influenzato da ritardi è quello delle comunità energetiche: nonostante un accordo raggiunto nella scorsa consiliatura in conferenza delle Regioni per una dotazione di 88 milioni di euro per il Lazio, a distanza di mesi manca ancora il decreto di assegnazione.
Ritardi che pesano enormemente soprattutto sulla Capitale. Il PNRR rappresenta per Roma una occasione fondamentale nella preparazione ai grandi eventi dei prossimi anni. Stiamo parlando di circa 2 miliardi di investimenti, che superiamo abbondantemente se ci aggiungiamo i 500 milioni di “Caput Mundi”, il progetto pensato in vista del Giubileo 2025, e i 300 milioni per il rilancio di Cinecittà. Ora entrambi fortemente a rischio a causa dei ritardi accumulati a livello nazionale. Per queste ragioni è necessario che a Roma e nel Lazio nelle prossime settimane oltre all’opposizione, si mobiliti un vasto arco di forze sociali, imprenditoriali, associative con l’obiettivo di spingere affinché l’occasione del PNRR non venga sciupata e che si incardini in una credibile prospettiva di cambiamento con tempi e risorse certe.
* Consigliera regionale del Partito Democratico del Lazio