Le manovre in famiglia
La “dinastia” Berlusconi, Paolo possibile candidato al Senato: sullo sfondo il patto Marina-Marta-Giorgia
Politica - di Carmine Di Niro
Su Forza Italia “partito azienda” o “partito padronale” sono stati scritti dal 1994 ad oggi migliaia di articoli, ma con la scomparsa di Silvio Berlusconi il quadro potrebbe effettivamente configurarsi con una successione dinastica.
Sono sempre più forti i rumours sulla possibile “discesa in campo”, per utilizzare un termine caro al quattro volte presidente del Consiglio, di Paolo Berlusconi.
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Il fratello del leader assoluto degli azzurri, secondo un’ipotesi ventilata oggi da Repubblica che si farebbe facendo strada all’interno del partito, potrebbe candidarsi al Senato nel collegio lasciato vuoto a Monza con la scomparsa lunedì 12 giugno del Cavaliere.
L’impegno politico di Paolo Berlusconi, che ha recentemente trovato l’accordo per cedere alla famiglia Angelucci il quotidiano “Il Giornale”, servirebbe anche a garantire l’impegno del “clan Berlusconi” nel partito, che dipende dalle donazioni della famiglia alla luce dei debiti accumulati negli anni.
Berlusconi che giudica la notizia “destituita di qualsiasi fondamento“, è il virgolettato utilizzato dal Corriere della Sera a proposito della possibile candidatura. Ma in realtà la smentita è solo a metà: “Immagino che Forza Italia e il suo gruppo dirigente, a cominciare dal dottor Tajani, troveranno per quel posto un nome che sia espressione del ricordo di Silvio“, le altre parole riportate dal quotidiano che paiono non mettere la parola fine alla questione.
Sullo sfondo c’è poi un secondo membro della famiglia che sta intrattenendo i rapporti col partito fondato dal Cavaliere. È la primogenita Marina, i cui rapporti con Marta Fascina, ultima compagna di Silvio e che da mesi sta accumulando un sempre maggiore potere decisionale nel partito, sono risultati evidenti proprio nelle esequie di Stato. La deputata azzurra manterrebbe un ruolo di primo piano nell’organigramma di Forza Italia.
Non solo Fascina. Marina sarebbe già in stretto contatto con la premier Giorgia Meloni: la leader di Fratelli d’Italia e dell’esecutivo teme il fuggi-fuggi da Forza Italia nelle file in particolare della Lega, col partito guidato da Matteo Salvini potrebbe così accumulare eccessivo potere in maggioranza, o in Italia Viva da Matteo Renzi.
La presidente del Consiglio avrebbe mandato un segnale alla primogenita del Cavaliere sulla protezione delle aziende di famiglia, anche alla luce delle mire del finanziere francese Vincent Bolloré, patron di Vivendi, nei confronti di Mediaset. Il governo sarebbe pronto ad estendere il raggio d’azione della Golden Power: gli assetti proprietari delle imprese italiane non si toccano senza l’assenso del governo.
In cambio Marina Berlusconi, assieme a Marta Fascina e ad Antonio Tajani, garantirebbe la tenuta di Forza Italia quantomeno fino alle prossime elezioni europee del 2024, così da permettere il grande disegno di Giorgia Meloni e Manfred Weber, capogruppo tedesco del Partito Popolare Europeo: l’alleanza a Strasburgo (e Bruxelles) tra Popolari e Conservatori, guidati in Europa proprio dalla Meloni.