Sentenza rinviata al 26 giugno
Cospito, si riapre il processo per l’attentato ai Carabinieri: “Processo usato come clava da governo Meloni contro l’opposizione”
Giustizia - di Carmine Di Niro
Si riapre oggi il processo nei confronti di Alfredo Cospito, l’anarchico che attende il verdetto dei giudici sull’attentato alla caserma dei Carabinieri di Fossano (Cuneo) del 2006, quando Cospito e la sua compagna Anna Beniamino piazzarono due ordigni a basso potenziale nei pressi della struttura nella notte tra il 2 e il 3 giugno, esplosioni che non causarono vittime o feriti.
Saranno la Corte d’Assise d’Appello, presieduta dalla giudice Alessandra Bassi, e una nuova giuria popolare a esprimersi circa il reato di strage politica contestato a Cospito. Strage che per il legale dell’anarchico, Flavio Rossi Albertini, non ha motivo di essere contestata: quegli ordini non ferirono o uccisero nessuno. Di diverso avviso l’accusa, che sostiene come la trappola non si rivelò mortale solo perché i Carabinieri confusero il boato della prima esplosione con un incidente d’auto, restando quindi in caserma.
A decidere su Cospito sarà la Corte d’Assise d’Appello, presieduta dalla giudice Alessandra Bassi, e una nuova giuria popolare. Discussione che torna in Aula dopo uno stop di sei mesi dovuto all’attesa della decisione della Consulta sull’ergastolo ostativo. I giudici della Corte Costituzionale si sono espressi a favore dell’imputato, autorizzando la possibilità di riconoscergli l’attenuante della lieve entità.
Proprio contro l’ergastolo ostativo e il 41 bis Cospito aveva proclamato un lungo sciopero della fame: dal 20 ottobre al 19 aprile, per 182 giorni, l’anarchico aveva fatto parlare di sé e delle condizioni dei detenuti al 41 bis interrompendo la sua alimentazione. Un digiuno interrotto solo dopo il verdetto della Consulta, che aveva ritenuto illegittimo l’articolo del codice che vietava al giudice “di considerare eventuali circostanze attenuanti come prevalenti sulla circostanza aggravante della recidiva nei casi in cui il reato è punito con la pena edittale dell’ergastolo”.
Il procuratore generale di Torino Piero Saluzzo aveva chiesto l’ergastolo per Cospito, che ora rischia dopo la scelta della Consulta una condanna tra i 20 e i 24 anni di reclusione.
Nella sua richiesta di ergastolo per l’anarchico, il pg Saluzzo ha rimarcato che Cospito “non merita sconti” sottolineando che se l’attentato a Fossano non ebbe “l’effetto voluto, che era colpire un numero indeterminato di carabinieri, fu solo per un caso“. “La Corte costituzionale – ha aggiunto – ha aperto la strada alla possibilità di bilanciare attenuanti e aggravanti anche per il reato di strage politica. Ma nessuno di noi è obbligato a praticare sconti che non siano dovuti. E Cospito non merita nulla“. Per l’imputata Anna Beniamino, detenuta nel carcere di Sanremo, la richiesta è stata di 27 anni e un mese di reclusione
Cospito e la compagna Anna Beniamino dovrebbero comparire in video collegamento dal carcere: Beniamino, difesa dall’avvocato Gianluca Vitale, è detenuta a Rebibbia mentre Cospito, dopo il trasferimento nel periodo più critico per la sua saluta nel carcere milanese di Opera, è tornato a Sassari.
Nel suo intervento, nove minuti di dichiarazioni spontanee, Cospito ha sottolineato che il 41 bis che gli è stato inflitto “è un trattamento sanzionatorio incostituzionale che contraddice le vostre stessi leggi, che stravolge il senso stesso della mia carcerazione imponendomi la censura insensata che limita il mio diritto alla difesa – ha osservato – è evidente a tutti come la mia vicenda processuale sia stata usata come una sorta di clava da parte politica, il governo, contro un’altra parte politica, la cosiddetta opposizione“.
“Il mio trasferimento all’ultimo momento da una sezione ad un’altra in previsione dell’arrivo dei parlamentari Pd ne è un esempio lampante che – ha aggiunto Cospito nelle sue dichiarazioni – dimostra come sta stata strumentalizzato il Dap e il 41 bis per fini politici“. “Questi fatti sono strettamente legati a questo processo perché sono il prodotto delle dinamiche politiche passate che hanno portato alla nostra accusa e a una condanna spropositata per strage politica. Tapparmi ora la bocca nell’unico momento in cui mi posso difendere vorrebbe dire avallare questa deriva pericolosa e totalitaria“, ha detto ancora l’anarchico ricordando, poi, le morti di detenuti che erano richiusi anch’essi in regime di 41 bis morti che “sono legate all’impunità del regime in cui da un anno mi tocca lottare e sopravvivere per non soccombere“, ha concluso l’anarchico.
Cospito ha infine dichiarato che “il 41 bis è un regime carcerario utilizzato per mettere il bavaglio a una generazione di mafiosi che lo Stato ha usato e poi tradito rinchiudendoli qui sino alla morte per tappare loro la bocca ed evitare che emergano i segreti oscuri della Repubblica“.
La sentenza era attesa per la giornata odierna, ma è stata rinviata invece al 26 giugno.