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Direzione Pd, Schlein lancia “l’estate militante” e tira dritto: “Da soli non si vince, chi non condivide la linea lo ammetta”

Direzione Pd, Schlein lancia “l’estate militante” e tira dritto: “Da soli non si vince, chi non condivide la linea lo ammetta”

Attacchi al governo di Giorgia Meloni, mano tesa nonostante le polemiche al Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte e un avviso alla minoranza interna: sì alle critiche, ma serve lealtà sui temi che uniscono. Sono i messaggi che arrivano dalla relazione della segretaria Elly Schlein nella Direzione del Partito Democratico, rinviata due volte per la scomparsa di Silvio Berlusconi e di Flavia Franzoni.

Incontro che si è fatto sempre più atteso e teso in particolare per le polemiche sorte con la partecipazione di Schlein alla manifestazione indetta dal Movimento 5 Stelle a Roma contro il precariato, che ha però dato spazio anche all’intemerate anti-Nato di Moni Ovadia e all’uscita sui “passamontagna” e sulle “brigate di passamontagna” di Beppe Grillo, che hanno fatto insorgere l’area riformista Dem e spinto l’ex assessore di Zingaretti nel Lazio e candidato presidente alla Regione Alessio D’Amato a dire addio all’Assemblea nazionale Dem.

La sconfitta alle Comunali

Si parte dall’analisi della sconfitta, un grande classico della sinistra italiana, tornando così alla batosta presa alle scorse Comunali. Per la segretaria “c’è stato un forte psicodramma attorno alla sconfitta alle amministrative. Noi oggi non abbiamo una coalizione e non vinciamo da soli, così come non abbiamo perso da soli: non attiriamoci più demeriti di quelli che abbiamo”.

Il Pd, rivendica Schlein, ha ricevuto “un’apertura di credito che ci ha permesso di riportare il partito dal 15 al 21%” nei sondaggi. Poi cita i risultati della destra: “La Lega è passata da 107 a 37 consiglieri e altre forze ne hanno eletti 5 in tutto. La destra ha una coalizione che si ricompatta e noi non ce l’abbiamo oggi quella coalizione e non pensiamo di essere autosufficienti“.

L’estate militante e la festa dell’Unità

Per riconnettere il partito col territorio Schlein propone quindi alla Direzione “un’estate militante”. È il momento, secondo la leader Dem, di “mobilitare tutto il partito sulla nostra agenda per l’Italia e l’Europa. Ho ricevuto un mandato chiaro, ricostruire una identità chiara del partito, che ci renda riconoscibili. Se si tenta di rappresentare tutto e il contrario di tutto si rischia di non rappresentare nessuno e lasciare spazi agli altri”.

In campo ci sono già diverse battaglie e anche alcune date. Schlein annuncia infatti “un grande appuntamento il 14 e 15 luglio con i sindaci contro l’autonomia differenziata di Calderoli“: “Alessandro Alfieri e Marco Sarracino stanno già preparando un ordine del giorno”, spiega. Quindi il 30 giugno la manifestazione sulla casa, organizzata da Pierfrancesco Majorino e alla presenza dei sindaci Dem per presentare le idee del Pd e per far partire una “campagna di ascolto e tirare le fila a settembre” per elaborare un nuovo piano casa.

Dal 6 luglio invece “cominceremo un ciclo di incontri con le nostre proposte per il piano industriale che serve al Paese”, mentre si guarda “con attenzione alla manifestazione della Cgil sulla sanità il 24 giugno, saremo al loro fianco”.

Quanto alla festa nazionale dell’Unità, la proposta di Elly Schlein è quella di tenerla in Romagna, a Ravenna, territorio gravemente colpito dall’alluvione. “Fidiamoci dell’Emilia Romagna, il governo nomini al più presto un commissario per quel territorio“. In vista delle Elezioni europee, invece, sarà programmata una segreteria nazionale a Ventotene, dove ha appena aperto un circolo Pd.

I rapporti con i 5 Stelle

Dopo le critiche per la partecipazione alla manifestazione pentastellata di Roma, non poteva ovviamente mancare un richiamo alla questione dei rapporti con i 5 Stelle. Schlein ricorda come in Molise, dove si va al voto per la Regione la prossima settimana, Pd e Movimento sono alleati contro la destra e “lo eravamo anche prima della manifestazione” di Roma.

Siamo d’accordo su tutto? No. Sull’Ucraina siamo molto distanti. Se mi invitasse Calenda a una manifestazione andrei anche lì, ma non cambierei idea sul sindaco d’Italia”, spiega nella Direzione Schlein.

Quanto a Matteo Renzi, ex alleato proprio di Calenda che da mesi attacca quotidianamente il nuovo corso Dem, Schlein non si è fatta mancare una replica alle critiche dell’ex premier: “Mi dispiace per quello che ha detto. Parla di subalternità: ma non mi sembra la persona adatta per farlo, visto che appena arrivato al Nazareno ha invitato Berlusconi per stringerci un patto“.

Ed è proprio in merito ai rapporti con i 5 Stelle che la segreteria torna anche sulla questione della linea del partito a proposito della guerra in Ucraina e del sostegno a Kiev. “Siamo stati sempre chiari e lineari sul pieno supporto al popolo ucraino anche fornendo aiuti militari – spiega Schlein – continueremo a tenere un atteggiamento coerente con i nostri alleati“. “Ciò non significa che rinunciamo a ricercare un approdo di pace, in questo siamo con Mattarella. E sosteniamo lo sforzo della Chiesa e del Cardinal Zuppi“, aggiunge. “L’appello è quello di non lasciare l’internazionalismo ai nazionalisti“.

L’attacco a Meloni

Durissimo quindi l’attacco alla premier Giorgia Meloni su due temi: il fisco e il Pnrr. “Sulle tasse è vergognoso che Meloni parli di pizzo di stato, è una vergogna per l’ideologia che sottende. Noi continueremo a batterci per la progressività fiscale“, sono le parole di Schlein in Direzione, ricordando che l’agenda Pd “racchiude una visione di Paese, che tiene conto del fatto che siamo all’opposizione senza sconti al governo Meloni”.

Quindi l’altra battaglia sul Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza: “È come se questo governo vivesse come un peso il Pnrr, quasi 200 miliardi che sono una occasione irripetibile per ammodernare il Paese. Da mesi chiediamo al governo di riferire in Aula quali modifiche intenda fare al Piano. Siamo a giugno, sveglia. Noi monitoreremo tutto da vicino: dagli studentati ai presidi di legalità, il contrasto alle mafie è nel nostro Dna. Chiedo a tutte le nostre parlamentari e i nostri parlamentari di promuovere nei nostri territori almeno un appuntamento sul Pnrr, coinvolgendo le altre forze politiche ed economiche. Corriamo il rischio di avere un paradosso, con la prima donna premier che taglia i nidi dal Pnrr”.

Le divisioni interne

Infine il delicato tema dei rapporti interni al partito, con la possibile “fronda” dell’area riformista, i rapporti con la “corrente” di Stefano Bonaccini e gli “ex renziani”.

Utilizzando una metafora ‘musicale’, Schlein ha chiesto ai compagni di partito di “lavorare tutti insieme, in maniera corale, serve un’orchestra che suona lo stesso partito. Vanno bene le discussioni e le critiche, ma anche la lealtà sui temi che ci uniscono”. Lealtà che non deve essere personale, all’Elly Schlein segretario Pd, ma “rispetto per elettori ed elettrici quello sì”.

Quindi prova a chiarire la sua posizione: “Non mi dovrete mai convincere che la segretaria non basta da sola, l’ho detto io fin dall’inizio. Io credo nel gioco di squadra, nella leadership collettiva. A me tocca provare a tenervi insieme nella chiarezza della linea politica uscita dal congresso“. Quindi manda anche un messaggio più duro: “Il logoramento dei segretari non funzionerà. C’è chi magari spera di sortire qualche effetto con il giochino del logoramento dei segretari. Non funzionerà, mettetevi comodi. Siamo qui per restare e restare insieme“. E a chi le contesta l’assenza di linea politica replica: “Quando sento dire che manca una linea politica sorrido, perché di proposte siamo pieni, ma siamo anche abili a coprirli con polemiche interne. Il fatto è che questa linea c’è, forse non piace a qualcuno che dovrebbe trovare il coraggio di dirlo“.