Il “blitz” della Procura di Padova, impugnati 33 atti di nascita di bambini con due mamme: “Sono illegittimi”
News - di Redazione
Spiega di essere “tenuta a far rispettare la legge e con l’attuale normativa non posso fare altro”. Così Valeria Sanzari, procuratore di Padova, ha motivato la decisione di notificare un un atto giudiziario in cui si chiede al Tribunale di rettificare l’atto di nascita di una bambina, registrato il 30 agosto 2017, figlia di due donne.
Nell’atto viene chista la “cancellazione” del nome della madre non biologica e la “rettifica” del cognome attribuito alla figlia attraverso l’eliminazione di quello della “seconda madre”. Il prossimo 14 novembre è stata fissata l’udienza in Tribunale, quando la bambina oggetto del caso avrà compiuto sei anni.
La coppia, 40enne sposatasi all’estero, ha un secondo bimbo, figlio biologico dell’altra donna – all’anagrafe il secondo genitore della bambina – I due hanno pochi mesi d’età di differenza, e sottolinea la donna cui è indirizzato il ricorso della Procura, sono a tutti gli effetti “due fratelli”, lo stesso doppio cognome, seppur con due mamme diverse. La madre biologica della bambina ha già inviato i documenti per l’iscrizione della figlia alla prima elementare con il doppio cognome.
Ma la Procura di Padova è andata oltre. Lo scorso aprile infatti aveva richiesto gli atti delle trascrizioni dei figli di coppie omogenitoriali con due mamme a partire dal 2017 in poi, riguardanti complessivamente 33 bambini e bambine. Il destino per questi genitori è simile: “Sono casi uguali”, fanno sapere dall’ufficio della procuratrice, “non c’è nessun motivo per differenziare. Le notifiche dell’impugnazione arriveranno a tutte le 33 coppie per le quali abbiamo chiesto al Comune, ad aprile, gli atti anagrafici”.
Una vicenda, quello dei bambini con due madri, che ha avuto il suo “punto di rottura” con la sentenza della Cassazione dello scorso 30 dicembre 2022 in cui, in sostanza, si stabiliva come il solo padre biologico possa essere registrato all’anagrafe come genitore, bocciando la maternità surrogata.
A Padova si era arrivati allo scontro tra il sindaco Sergio Giordani, che dal 2017 si è impegnato a trascrivere gli atti di nascita dei figli delle coppie omogenitoriali, e la Prefettura. Il 22 marzo scorso, ricorda il Corriere della Sera,, in un incontro ad hoc il prefetto Raffaele Grassi aveva avvisato Giordani: avrebbe presto informato l’autorità giudiziaria, “affinché quest’ultima possa valutare l’eventuale esercizio, in sede civile, dell’azione di rettifica di tali atti”.
Oggi Giordani non fa passi indietro e anzi rivendica quanto fatto. “Sono sereno e convinto delle scelte fatte. Dal 2017 trascrivo gli atti di nascita delle bambine e dei bambini figli di due mamme. È un atto di responsabilità verso questi piccoli perché non accetto il pensiero che ci siano bambini discriminati fin da subito, e appena nascono, nei loro fondamentali”, spiega il primo cittadino di Padova.
“Lo abbiamo sempre tempestivamente comunicato alla Procura di Padova dopo ogni atto senza avere mai controdeduzioni – prosegue Giordani -. Ci sono momenti nei quali un sindaco è da solo con la sua coscienza e la Costituzione, e deve decidere nell’interesse primario di chi ha davanti, per me e ritengo per la Costituzione l’interesse di questi piccoli era quello da mettere al centro“. “C’è un vuoto legislativo gravissimo – conclude – rispetto al quale il Parlamento dovrebbe legiferare; ma fino ad ora non lo ha fatto, lo hanno chiesto a gran voce molto colleghi sindaci anche di parti politiche diverse. Quello che dico alle forze politiche è di mettere da parte la battaglia ideologica e pensare solo ai bambini“.