L’appuntamento, secondo indiscrezioni, è già fissato: lunedì 26 giugno, esattamente 14 giorni dopo la sua scomparsa, dovrebbero essere lette dal notaio le ultime disposizioni di Silvio Berlusconi, il testamento del Cavaliere.
Sono proprio le date ad avere un ruolo chiave nelle vicende relative alle ultime volontà del leader di Forza Italia e quattro volte presidente del Consiglio: il notaio Arrigo Roveda dello studio Rlcd di Milano aprirà il testamento di Berlusconi tre giorni prima dell’assemblea ordinaria di Fininvest convocata per l’approvazione del bilancio 2022 e il rinnovo del Consiglio di amministrazione.
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Come spiega oggi il Corriere della Sera, la riunione dei soci Fininvest potrebbe diventare l’occasione per dare corso alle ultime volontà del fondatore dl gruppo riguardo la cassaforte di famiglia.
Quanto all’eredità, i beni del Cavaliere rientrano in un perimetro piuttosto ampio: si vada dalle ville alle barche, fino alle centinaia di opere d’arte acquistate nel corso degli anni da Berlusconi fino agli investimenti personali. Ma ovviamente la parte più “succosa” restano le quote dell’azienda: il 61% in mano a Silvio verrà diviso tra gli eredi, dai figli del primo matrimonio con Carla Elvira Dall’Oglio, Marina (56 anni) e Pier Silvio (54), nati prima della costituzione della holding (1975), fino a quelli del secondo matrimonio con Veronica Lario, Barbara, Eleonora e Luigi.
Non avendo coniuge al momento della scomparsa, Berlusconi ha diritto di disporre di circa un terzo dei suoi beni mentre i due terzi vanno di diritto ai figli. Secondo un calcolo approssimativo del Corsera, il patrimonio in gioco dovrebbe essere intorno ai 4 miliardi.
La partita della governance di Fininvest, in cui l’impegno e i ruoli di Marina e Pier Silvio negli anni sono stati certamente maggiori rispetto ai fratelli di secondo matrimonio, Marina da anni è presidente di Fininvest e Mondadori mentre Pier Silvio è amministratore delegato di Mfe-Mediaset, si gioca attorno ad un numero: venti.
Marina e Pier Silvio detengono tramite le società personali H4 e H5 (Holding Italiana Quarta e Quinta) il 7,6% ciascuno di Fininvest, mentre Barbara, Luigi ed Eleonora sono insieme nella H14 che ha il 21,4%. Berlusconi poteva disporre per la successione di un terzo del patrimonio, dunque il 20 per cento di Fininvest, pari a un terzo del 61% nelle sue mani. Il restante 40 per cento andrà in automatico ai cinque figli, l’otto per cento a testa: in questo modo Barbara, Luigi ed Eleonora saliranno al 46% mentre Marina e Pier Silvio al 32 per cento. Si torna dunque al fatidico venti per cento, la quota che sarà centrale nel testamento per stabilire chi comanderà all’interno della famiglia-azienda: l’ipotesi è che nelle ultime volontà il Cavaliere abbia deciso di far guidare l’azienda a chi l’aveva condotta fino ad oggi, ovvero Marina e Pier Silvio.
Restano piuttosto confuse invece le stime sul lascito di Marta Fascina, ultima compagna del Cavaliere e deputata alla seconda legislatura in Forza Italia, che oscillano dai 50 ai 120 milioni secondo i giornali, più eventuali immobili