Alla ripresa del processo a carico dell’anarchico Alfredo Cospito il procuratore generale di Torino Piero Saluzzo fa l’irriducibile. Se ne frega ampiamente della decisione della Corte Costituzionale sulla possibilità di concedere le attenuanti e ribadisce la richiesta di ergastolo. “Cospito non merita sconti. L’attentato di Fossano non ebbe l’effetto voluto che era di colpire un numero indeterminato di carabinieri, ma fu solo per un caso. Cospito non merita nulla”.
Per la coimputata Anna Beniamino la richiesta è di 27 anni di reclusione, come in precedenza. Il processo è stato aggiornato al 26 giugno per le repliche e per la sentenza. L’udienza è stata caratterizzata dalle dichiarazioni spontanee di Cospito: “La mia vicenda è stata usata come una clava dal Governo. Il 41 bis è la vera faccia della Repubblica”. L’anarchico ha citato i casi di detenuti morti negli ultimi tempi e ha spiegato di sentirsi moralmente responsabile del decesso di due persone entrate in sciopero della fame sull’onda della canea mediatica che si era sviluppata intorno al suo caso.
“La mia vicenda usata come una clava contro un’altra parte politica, la cosiddetta opposizione. Il mio trasferimento in un’altra sezione in previsione dell’arrivo dei parlamentari del Pd è un esempio lampante di come il 41 bis sia stato strumentalizzato a fini politici”, ha concluso definendo ridicole le insinuazioni su un’alleanza tra mafiosi e anarchici. L’avvocato Flavio Rossi Albertini ha spiegato: “È un punto a nostro favore la decisione della Corte Costituzionale che ritiene praticabile il giudizio di prevalenza delle attenuanti. speriamo che questa corte d’Assise di Appello mantenga la stessa idea interpretativa per cui abbatta la pena nei termini di una proporzionalità adeguatezza e individualizzazione rispetto ai fatti effettivamente compiuti e attribuiti al mio assistito”.
Cospito dopo il lunghissimo sciopero della fame ha ancora problemi a un piede ma sta meglio e cerca di recuperare una condizione accettabile ha aggiunto il legale secondo il quale Cospito non è particolarmente fiducioso ma attende l’esito del processo. Durante l’udienza arriva da Bologna una notizia non certo rassicurante. La procura ha aperto una inchiesta per associazione terroristica a carico di un gruppo di anarchici che avrebbe preso parte alla mobilitazione per Cospito all’epoca dello sciopero della fame. Gli anarchici sotto inchiesta sarebbero almeno sei.
Cospito e il suo difensore intanto attendono che il Tribunale di Sorveglianza di Roma fissi la data dell’udienza sul ricorso contro il 41bis presentato dopo che il ministro della Giustizia Carlo Nordio non aveva risposto all’istanza apposita. Il ricorso era stato presentato il 23 marzo scorso. Evidentemente i giudici non hanno fretta perché Cospito, avendo interrotto lo sciopero della fame, non è più in pericolo di vita. Non considerano urgente l’udienza e la decisione sulla quale, in verità, sia Cospito sia il difensore non si fanno molte illusioni. In realtà a revocare il 41bis può essere solo Nordio, che però non vuole arretrare rispetto a quanto deciso da Marta Cartabia il 22 maggio del 2022.