La decisione
Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, nuovo rinvio su Commissione di Inchiesta: “Sudditanza a Vaticano”
Cronaca - di Redazione Web
Nuovo rinvio per la Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, oggi tornata all’esame della prima Commissione Affari Costituzionali del Senato. La decisione e l’eventuale voto degli emendamenti presentati, relativi alla durata della Commissione, è slittato di una settimana. La delusione è grande soprattutto per il fratello di Emanuela, Pietro, che appena avuta la notizia ha subito commentato sui social con amarezza: “L’imbarazzante situazione al Senato prosegue – ha scritto su Facebook – Evidentemente il dictat del Vaticano il 6 giugno, nell’audizione di Diddi al Senato, ha avuto il suo effetto. Preferisco non aggiungere commenti”.
”Il capogruppo di FdI Lisei – ha riferito il senatore Andrea De Priamo (Fdi), relatore del provvedimento in I Commissione al Senato, come riportato da AdnKronos – ha chiesto due settimane di tempo prima di arrivare alla votazione, l’opposizione era contraria e il presidente della Commissione ha fatto una proposta di mediazione, per una settimana, chiedendo l’impegno di arrivare a una decisione”. Tra una settimana quindi dovrebbe decidersi il futuro della Commissione e l’eventuale voto degli emendamenti relativi alla durata. Il rinvio avviene a due giorni dai 40 anni esatti della scomparsa di Emanuela Orlandi.
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Negli ultimi mesi le famiglie delle due ragazze scomparse da Roma avevano trovato nuova speranza con l’impulso preso nel fare nuove indagini con la predisposizione di una Commissione parlamentare di inchiesta. Ma poi sembra essersi tutto bloccato nuovamente. ”Non capisco questi rinvii, non sono un buon segnale. Quando si vuole fare una cosa si fa e basta, evidentemente chi vuole rinviare non sa che cosa fare”, ha detto Pietro Orlandi intervistato da AdnKronos. ”Evidentemente, al contrario di quanto dicevo tempo fa, – sottolinea Pietro – c’è ancora sudditanza psicologica nei confronti del Vaticano”. A due giorni dall’anniversario dei 40 anni dalla scomparsa della sorella, Pietro sperava in un segnale positivo: ”È molto triste”, sottolinea ricordando che domenica ha organizzato un sit-in proprio per ricordare Emanuela e continuare a tenere alta l’attenzione sulla vicenda.
Diddi a LaPresse ha anche risposto alle accuse di Pietro Orlandi: “Noi stiamo lavorando per cercare la verità, nonostante le polemiche e i risentimenti che Pietro Orlandi manifesta alla mia persona, perché mi sta inondando di post che sicuramente sono contro di me. Ma io sono molto vicino al dolore della famiglia Orlandi e sto veramente facendo di tutto per contribuire a ricostruire questa vicenda”, ha detto il Promotore di Giustizia dello Stato Vaticano, in occasione dei 40 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, che ricorrono il prossimo 22 giugno. “Sono molto deluso dall’atteggiamento nei miei confronti – ribadisce – ma questo non mi fermerà dall’andare avanti nella ricerca della verità“.
Emanuela Orlandi sparì nel nulla il 22 giugno 1983. Era andata a una lezione di musica, non è mai più tornata a casa. Un mistero lungo 40 anni e solo da poco la magistratura vaticana e quella romana hanno riaperto le indagini in un ‘clima di collaborazione’. Ma mentre è arrivato il primo ok, da parte della Camera, all’istituzione di una commissione di inchiesta che, passata al voto del Senato, ha subìto uno stop, con la presentazione di alcuni emendamenti da parte di Fratelli d’Italia. “Non smetterò di cercarla e finchè non ho un corpo la cercherò viva”. Continua a ripetere Pietro Orlandi che non ha mai smesso di cercare sua sorella.